Partita tra squadre che si trovano nei quartieri alti della classifica e partita che vede di fronte due tifoserie navigate che strizzano volentieri l’occhio alla serie cadetta. Giornata soleggiata e non fredda, l’ideale per giocare a calcio e l’ideale per godersi una partita dal vivo, per vivere le emozioni in diretta e non farle filtrare da un freddo schermo televisivo. La differenza c’è ed è anche essenziale, benché qualcuno non se lo voglia sentir dire, il calcio è uno sport da vivere in diretta, sul posto, su di un freddo gradone o su di un comodo seggiolino ma non su una poltrona o su un caldo divano.

Arena Garibaldi di Pisa che presenta un buon colpo d’occhio, la Curva Nord ha qualche visibile vuoto ai lati ma un bel gruppo di persone vivacizza la parte centrale. Come al solito nessuno striscione, se si esclude il “Mau ovunque” che viene posto a centro settore, poi qualche pezza tra le quali spicca quella contro la tessera del tifoso.

I salernitani arrivano alla spicciolata e ad inizio partita sono circa 200-250 i presenti nel settore ospite. Si fanno notare per qualche bandiera e per qualche due aste, ma la pecca principale è che non si compattano restando disuniti nel settore.

La tifoseria di casa accoglie le squadre in campo con uno striscione che ricorda il dramma che sta vivendo la Sardegna: “19/11/13 Pisa vicina al dolore della Sardegna”. Gli applausi al momento dell’esposizione dello striscione arrivano da tutto lo stadio, dopo di che c’è un minuto di raccoglimento per ricordare la scomparsa dell’ex giocatore della Roma Amedeo Amedei, dove vige silenzio totale.

Il via alle ostilità decretato dal direttore di gara è il “la” per mettere in moto le due tifoserie: quella di casa si può fregiare di buoni numeri, gli ultras come da tradizione fanno quadrato nella zona centrale della curva e cominciano ad incitare la squadra a colpi di cori, accompagnati dal rullio di un tamburo oppure da alcuni compatti battimani. A livello di colore c’è da segnalare un paio di bandieroni che vengono fatti sventolare assiduamente, assieme a qualche bandierina che saltuariamente fa capolino. I cori degli ultras sono tutti indirizzati alla squadra, vengono chiamati in causa una volta i rivali viola, ma per lo più si preferisce incitare gli undici in maglia nerazzurra.

Dai salernitani mi aspettavo che qualcuno si ergesse a dettare qualche coro, invece i tifosi restano sparsi nel settore, non si uniscono mai e perciò il tifo ne risente pesantemente: qualche coro viene intonato ma difficilmente coinvolge tutti i presenti, le pause sono piuttosto prolungate ed in alcuni momenti è silenzio totale. Evidentemente manca una guida riconosciuta perché, quando un paio di volenterosi provano a far qualcosa di più serio, il loro tentativo cade malamente nel vuoto.

La Curva Nord svolge la parte del leone, i cori sono incisivi e le pause sono rare. Quando si vuol riposare la voce, si esibiscono i pensieri scritti su stoffa, ecco così uscire dal cilindro il secondo striscione della giornata: “6/11/13 diffidati e denunciati per la vostra disorganizzazione. Dalla società alle istituzioni è la solita delusione”. A tal proposito è stato diramato un volantino firmato “Curva Nord” in cui viene spiegata l’assurdità di questi ultimi provvedimenti ed è stata avanzata una raccolta di firme per protestare contro le ultime diffide, ritenute (a ragion veduta) ingiuste, poiché l’obiettivo degli ultras della curva Nord è stato quello di cercare di circoscrivere al minimo il disagio per chi vuole ogni domenica entrare in curva. La mannaia della repressione evidentemente è sempre pronta a colpire, anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno.

Poco prima della mezz’ora ecco l’episodio che cambia la partita: nel settore ospite entrano circa 400-500 ultras salernitani e la prestazione della tifoseria  granata volta immediatamente pagina. Ora i numeri sono diversi, i salernitani sono un ottimo contingente e, cosa essenziale, gli ultras chiamano a raccolta tutti i presenti per far gruppo ed iniziare il valzer del tifo. La richiesta viene accolta dai tifosi già presenti, i granata si compattano, attaccano alla vetrata alcune pezze contro la tessera del tifoso, contro l’articolo 9, a favore dei diffidati e delle trasferte libere, e cominciano a scaldarsi con i primi cori. Inevitabilmente i granata esprimono il loro pensiero proprio sulla tessera del tifoso, poi un paio di cori per la squadra denotano una gran bella potenza, infine, quando ancora non tutti i presenti hanno preso posto sui gradoni, viene organizzata una bella sciarpata accompagnata dalle immancabili bandiere e bandiere a due aste. Ora i salernitani sono visivamente di un altro passo rispetto all’inizio dell’incontro, compatti, colorati e con tanta voglia di lasciare il proprio timbro sull’incontro. I cori sono potenti, ben coordinati, tanto che restano alzati parecchi minuti. Le pause sono praticamente azzerate ed il colore è assicurato dalle tante bandiere sventolate (bella quella color verde mimetico) e dai numerosi due aste che vengono alzati non di rado.

La partita del tifo è così un susseguirsi di cori da una parte e dall’altra, e se il risultato resta inchiodato su quello di partenza e la partita sul terreno di gioco non è di quelle che passeranno alla storia, sugli spalti c’è di che divertirsi con le due tifoserie che non si risparmiano.

La seconda frazione si apre con la Curva Nord che estrae dal cilindro il terzo striscione della giornata: “8/11/13 Poggioreale: ennesimo omicidio di Stato. Verità per Federico”. Lo striscione in questione vuole rendere nota la storia di Federico Perna, detenuto nel carcere di Poggioreale, come detto dalla madre, ucciso due volte, una quando in carcere è stato picchiato, la seconda quando non è stato curato. La morte del ragazzo ha fatto aprire un’inchiesta, le indagini sono in corso, vedremo come andrà a finire, l’unica certezza è che in carcere si continua a morire ed ancora una volta la vita di un essere umano è cancellata all’interno di una struttura che, in teoria, ma solo in teoria, dovrebbe essere riabilitativa. Eppure c’è chi parla di carceri efficientissime e di condizioni “umane”, quando numeri e dati confermano che la popolazione carceraria è di gran lunga superiore al consentito e dove si è sicuri di entrare con le proprie gambe ma non si è sicuri di uscirne incolumi. Questa morte ricalca, più o meno, altri casi del passato che hanno visto protagonisti ragazzi picchiati con violenza e non curati a dovere.
Ad accompagnare l’esposizione dello striscione qualche torcia che viene accesa clandestinamente ed i cori che accompagnano il tutto sono contro le forze dell’ordine.

Se salgono rabbiosi i cori dalla Curva Nord, anche i granata continuano a farsi sentire. In questo caso il tema unico è l’incitamento alla squadra e alla casacca, si chiede il massimo impegno e pure una vittoria. I granata sono in splendida forma, i cori continuano ad essere incisivi, le pause azzerate ed il settore è in continuo movimento, colorato anche più del dovuto con diverse bandiere che vengono agitate a lungo. Esteticamente sono veramente belli, l’incitamento resta su livelli eccelsi e non si può dire che la squadra non ne tragga beneficio visto che, nonostante l’inferiorità numerica, tiene in apprensione la retroguardia neroazzurra. Anche dalla nord si chiedono i tre punti, con la Salernitana ridotta in dieci uomini la vittoria sembra d’obbligo, ma il Pisa non si rende quasi mai pericoloso mentre la Salernitana va vicina in un paio di ripartenze alla rete del vantaggio. I cori delle due tifoserie sono continui, i padroni di casa in alcuni casi riescono ad alzare i decibel coinvolgendo nel sostegno parte della gradinata, i loro cori a ripetere sono incisivi ma del resto il sostegno non manca mai.

Verso il finale di partita la Salernitana resta in nove uomini senza che il risultato si schiodi da quello di partenza ed il fatto non può che far piacere agli ultras granata, che al termine dell’incontro festeggiano il risultato e la squadra. Mastica amaro il pubblico di casa che è cosciente di aver fatto un mezzo passo falso nonostante la classifica non muti di granché il proprio aspetto.
Indifferenza totale tra le due tifoserie, anche se un paio d’ore prima della partita si deve registrare un contatto nelle zone limitrofe allo stadio. Chi siano stati i protagonisti della vicenda non mi è dato a sapere e neanche i motivi della contesa.

Valerio Poli.