Torno a Reggio Emilia dopo alcuni mesi e trovo come sempre un bell’ambiente, segno che i Reggiani, o perlomeno i più fedeli tra i sostenitori granata, continuano ancora a voler bene alla loro squadra di calcio, malgrado questa a volte ci si metta d’impegno per riuscire a scatenare sentimenti tutt’altro che positivi. E non tanto a causa dell’andamento in campionato che, tra alti e bassi, non entusiasma certo per i risultati e la qualità del gioco, anche se poi non fa nemmeno così schifo; quanto invece per questioni più prettamente societarie e strutturali, legate perlopiù alla questione stadio.

Com’è ormai risaputo, infatti, l’ex stadio Giglio (oggigiorno denominato Città del Tricolore), è stato scelto di recente dal Sassuolo Calcio come nuovo impianto di gioco in cui disputare gli incontri casalinghi nell’attuale campionato di serie A, al punto che la stessa Mapei, azienda di proprietà del patron neroverde Squinzi, è diventato “name sponsor” dello stadio che quindi, da alcuni mesi a questa parte, ha assunto la denominazione di “Mapei Stadium”. Essendo lo stadio reggiano al centro di una vicenda giudiziaria riguardante il fallimento della vecchia società granata e, in conseguenza di ciò, in procinto di essere messo all’asta, più volte nei mesi scorsi lo stesso Squinzi ha manifestato l’intenzione di avanzare un’offerta d’acquisto per trasformare definitivamente il Città del Tricolore nella nuova casa del Sassuolo calcio, a danno degli stessi tifosi sassolesi, che in tal caso dovrebbero rassegnarsi all’idea di non vedere mai più la loro compagine calcistica giocare le partite casalinghe nella propria città di appartenenza; e a danno, soprattutto, dei tanti tifosi reggiani che verrebbero così privati del loro attuale impianto sportivo, l’ultimo ricordo che ancora sopravvive di quegli anni formidabili, ma che oggi sembrano essere così lontani, in cui i sostenitori reggiani hanno assaporato il grande calcio e costruito il loro nuovo stadio.

La prospettiva, alla luce di una tale possibilità, è quella di trovarsi a dover chiedere il permesso a Squinzi & Co. per poter giocare in casa propria; oppure, in alternativa, ripartire dal vecchio stadio cittadino, il Mirabello, una volta rimessi in piedi i suoi spalti e reso agibile per ospitare partite del campionato di serie C1 (infatti, ad oggi, esiste solo la tribuna coperta, dopo che gradinata e curve sono state demolite). Prospettiva questa che, a dirla tutta, alletterebbe non pochi tra i fedelissimi granata, soprattutto i più nostalgici tra loro e quelli che non sentono l’esigenza di giocare in un impianto da 30.000 e passa spettatori se poi i presenti sugli spalti sono a malapena 2.000 .

In ogni caso, l’attuale proprietà dell’A.C. Reggiana ha messo in piedi un consorzio di imprenditori locali ed altri soggetti interessati, tra cui lo stesso Comune di Reggio Emilia, che tenteranno di acquisire lo stadio Città del Tricolore in occasione della prossima asta fallimentare che si svolgerà presso il Tribunale.

A tal proposito, anche i sostenitori di fede granata stanno pensando di mettere in campo iniziative a salvaguardia del loro stadio e, pertanto, va letto in tal senso lo striscione esposto oggi all’esterno dello stadio Città del Tricolore, con il quale gli ultras della Reggiana ci hanno tenuto a ricordare, a chiunque se lo fosse dimenticato, che il loro stadio è stato l’unico costruito per iniziativa di privati e di proprietà di una società di calcio, nel periodo che va dal secondo dopoguerra a metà anni ’90. Ed in quanto orgoglio e vanto locale andrebbe tutelato degnamente.

Venendo ora a parlare di quella che è stata la partita vissuta sugli spalti, come sempre anche stavolta ci tengo a sottolineare l’ottima prestazione offerta dai gruppi della curva sud granata, che hanno dato vita ad uno spettacolo di tifo intenso e coinvolgente, durante tutto l’arco dell’incontro.

Il loro sostegno è stato pressoché incessante ed ha avuto solo pochissimi momenti di calo, in particolare verso la fine del primo tempo, quando un goal beffa del Lumezzane ha raggelato tutti i presenti e, successivamente, nel corso degli ultimi dieci minuti di gioco, quando ormai era ben chiaro a tutti che la testa e le gambe dei calciatori granata avevano già preso la via degli spogliatoi.

Ad ogni modo, come sempre mi è capitato di vedere finora, malgrado l’assoluta mancanza di blasone nella squadra avversaria, e la totale assenza di sostenitori ospiti con cui confrontarsi, il sostegno degli ultras reggiani posizionati in Curva sud, così come quello dei ragazzi del Gruppo Vandelli presenti in gradinata, ha saputo dare lustro ad una partita che, altrimenti, non avrebbe avuto molti altri motivi per essere seguita fino al fischio finale.

Per la cronaca, nel momento in cui pubblichiamo questo articolo l’asta fallimentare per l’assegnazione dello stadio Città del Tricolore di Reggio Emilia si è già svolta ed ha visto prevalere la Mapei di Giorgio Squinzi con un’offerta di poco superiore alla quota di partenza, a cui invece era allineata l’offerta proveniente dalla cordata guidata dal presidente granata Barilli, con l’appoggio del Comune. Pertanto, anche se non è ancora definitivo, ci sono concrete possibilità che il Sassuolo Calcio diventi il nuovo padrone di casa allo stadio Città del Tricolore di Reggio Emilia.

Il calcio moderno, purtroppo, oggigiorno è anche questo.

Giangiuseppe Gassi.