Finisce con tutto il Genoa in trionfo sotto una Nord stracolma d’entusiasmo il primo Derby della Lanterna stagionale. La squadra di Liverani trova una vittoria schiacciante (0-3) su una Sampdoria irriconoscibile e, in qualche modo, si fa in ritardo il regalo per i suoi 120 anni di storia. La panchina del tecnico rossoblu sembrava già in pericolo, ma la prestazione di questa sera ha dimostrato che il gruppo, nessuno escluso, è con il tecnico. Per la Doria più di qualche campanello d’allarme; quello che preoccupa, al netto del tasso tecnico, è stata l’assoluta passività dei blucerchiati, mai cattivi e mai apparsi in grado di impensierire gli avversari.

Il fine settimana del derby si apre con un piccolo “giallo”: Venerdì pomeriggio, infatti, il preparatore dei portieri del Genoa, parente della leggenda rossoblu De Prà, si è fatto cogliere, in tuta mimetica, a “spiare” l’allenamento dei rivali (come da tradizione, a porte chiuse) da un’altura poco sopra il “Mugnaini” di Bogliasco. La società blucerchiata ha pensato di rendere pubblica la notizia (con tanto di foto) sul sito ufficiale e, inevitabilmente, i primi cori del prepartita sono dedicati a questo episodio, con il gettonatissimo “liberate De Prà” cantato dai doriani (perché il Genoa non ha trovato nulla di goliardico nell’azione del tesserato e lo ha immediatamente sospeso).

A tenere banco, però, è anche il diluvio che si abbatte su Genova a poco meno di tre ore dal fischio d’inizio che, per qualche momento e per l’intensità della pioggia, ha messo in discussione il regolare svolgimento del match.

Quando manca meno di un’ora, però, la pioggia diventa leggera e, complice il grande lavoro degli addetti al campo, le due squadre possono scendere sul prato verde per il riscaldamento. Si scaldano anche le gradinate, nel frattempo, nonostante la musica suonata a volume altissimo copra i cori.

In Sud da segnalare uno striscione dedicato a Bibi, con la scritta “Avversari la domenica, fratelli nella vita. Ciao Bibi” mentre il G.A.V. fa riferimento alla “contro-festa” organizzata dai tifosi doriani per “oscurare” i festeggiamenti dei 120 anni del Genoa: “il 7 settembre è la festa del Grifone, cazzo festeggi doriano buffone?”.

Coreografie: la Nord opta, come spesso accade quando il Genoa non organizza l’incontro, per una coreografia “improvvisata”, creata dallo sventolio di bandiere e bandieroni. Sorpresa, una fittissima fumogenata colora tutto lo stadio di rossoblu e oscura, per qualche minuto, anche la Sud. Che, al contrario, disegna linee blucerchiate in tutta la gradinata e, nel fondo del parterre, la scritta “UC Sampdoria 1946”. Nella parte alta della gradinata appare lo striscione “Da sempre fedeli ai nostri valori e colori… Ultras Tito Cucchiaroni 1969”. Da sottolineare che, all’ingresso in campo delle squadre, nei distinti di fronte alla tribuna viene srotolato un bandierone della Federclubs blucerchiati.

Si gioca fin da subito con un “sottofondo” assordante perché entrambe le gradinate si fanno sentire. Non stupisce, comunque, che la Nord non soffra l’inferiorità numerica e, anzi, si faccia sentire distintamente per tutta la prima frazione. Certo, aiuta e non poco il fatto che il Genoa trovi quasi subito il vantaggio, grazie ad un gran gol in girata di Antonini, servito da Biondini, che infila Da Costa proprio sotto la Sud. Il Grifone sembra padrone del campo e decisamente un’altra squadra rispetto al disastroso inizio stagionale, fatto di tre sconfitte in altrettante apparizioni e reduce dalla pesante débâcle casalinga contro la Fiorentina. La Sampdoria ci mette molto ad entrare in partita e, sinceramente, non ci riesce quasi mai. La Sud risente della prestazione della squadra sul terreno di gioco e, dopo un buon inizio, mostra qualche calo.

Nella ripresa il Genoa non si ferma e, con Calaiò prima e Lodi poco dopo, si porta sullo 0-3. La Doria è alle corde e, adesso, anche la Sud accusa decisamente il colpo mentre la Nord, in preda al delirio, non smette un attimo di cantare e non perde occasione di “provocare” anche i dirimpettai. Delio Rossi, dalla panchina, fa di tutto per rianimare i suoi, ma stasera sembra che la Samp sia in balia del Genoa, che ha in Gilardino il vero e proprio ispiratore. L’attaccante della nazionale italiana lotta su ogni pallone e sembra voler dimostrare al popolo genoano che la scelta di rimanere sotto la Lanterna non era un ripiego. Mentre la Nord è incontenibile, va dato atto alla Sud di non aver abbandonato la Samp al proprio destino, restando compatta fino al fischio finale di Rizzoli. Certo, la squadra si becca qualche fischio a fine gara ma, dopo una prestazione simile, non poteva aspettarsi altrimenti.

Dall’altra parte del campo, la festa del pubblico genoano, invece, è appena cominciata.

Testo di Matteo Mangiarotti.
Foto di Alberto Cornalba.