In questo calcio in cui repressione ed affari vanno costantemente a braccetto, a discapito della passione dei tifosi e per il solo beneficio di affaristi senza scrupoli, siano essi interessati al denaro in sé oppure al “solo” potere politico, le amichevoli estive diventano spesso una piccola quanto vitale valvola di sfogo.

Dopo la scoppiettante amichevole contro l’Olympique Marsiglia, che ha riservato emozioni in campo ma soprattutto sugli spalti, laddove per la prima volta in assoluto, dopo quasi 30 anni di amicizia, i doriani si sono potuti incontrare con i propri gemellati, arriva anche il turno della cara trasferta vecchio stampo.

Con la Sampdoria impegnata in una mini-tournée in Ungheria, gli ultras blucerchiati hanno approfittato per seguire in gruppo come una volta, senza tessere, biglietti nominali o altre oscenità a cui ci hanno abituato nel nostro Stato di Polizia. Lontano dai confini e dai veleni nazionali, i ragazzi della Sud hanno allestito un pullman spinti non dal fascino di una blasonata avversaria, visto che affrontavano il modesto Sopron, quanto piuttosto dalla voglia di stare insieme, viaggiare, tifare, vivere da ultras senza che ciò debba essere considerato, a priori, un atto di criminalità prima ancora che qualsiasi cosa succeda sugli spalti.

Una novantina circa le anime che hanno ravvivato i gradoni del “Varosi” di Sopron, coloratissimi come da sempre ci hanno abituato, con diverse piccole bandierine blucerchiate più qualche altra di dimensioni maggiori.

Oltre al contingente partito in pullman, le fila doriane in terra magiara sono state irrobustite da qualche altro tifoso mossosi per conto proprio, qualcuno addirittura presente già dai giorni precedenti per l’altra amichevole contro l’Haladas, che ha visto la Samp soccombere sul campo per 2-1.
Questa volta l’esito è ben diverso e la squadra di Delio Rossi si impone con un larghissimo 6-1, anche se, inutile dirlo, il più grande spettacolo è stato quello degli ultras, più che per il colore ancor più per il senso di libertà che per un giorno è stato possibile respirare.
Da segnalare, infine, anche per i padroni di casa, un piccolo assembramento di tifosi non molto consistente.

Testo di Gilberto Poggi.
Foto di Alberto Cornalba.