È dagli anni ’90 (sono nato nell’85…) che seguo attentamente il Calcio Italiano. Anche e specialmente quello cosiddetto minore che spesso regala emozioni molto più forti ed offre piazze molto più genuine di quello maggiore. Per quanto riguarda la Sardegna, i miei punti fissi sono sempre stati tre: Cagliari in Serie A, Olbia e Sassari Torres in Serie C. Soprattutto per quanto riguarda Sassari, la Serie C non è nemmeno particolarmente alto come target sportivo: la città conta sui 130.000 abitanti ed è persino più grande di città come Bergamo o Udine, spesso o quasi sempre presenti in Serie A.

Da 10 anni però, la Sassari Torres è sparita dalla mappa del Calcio Professionistico. La società è fallita già una volta, cambiando il nome in SEF Torres (denominazione ben accetta alla tifoseria, visto che è quello storico della fondazione nel 1903 ed è spesso visibile su tanti adesivi sparsi per la città sarda) ma non è riuscita ad ottenere nulla di più che un misero saliscendi tra Serie D ed Eccellenza. Attualmente i rossoblù sono terz’ultimi nel Girone G di Serie D, dietro a tantissime squadre molto meno blasonate e sopratutto costretti a guardare dal baso in alto i loro “cugini” del Latte Dolce, squadra che rappresenta un quartiere di Sassari e che occupa più stabilmente l’altra metà più ambita della classifica.

È quindi inutile sottolineare che l’aria che tira intorno allo Stadio Vanni Sanna, in occasione della partita Torres-Aprilia, non è la migliore. È una domenica grigia nel Nord della Sardegna, piove durante tutta la partita e allo stadio vengono in pochi (seppur la Curva presenti un bel mucchio al centro), mentre non ci sono tifosi ospiti e il manto erboso è in uno stato pietoso: questa piazza ha vissuto giorni decisamente migliori ed è un peccato vederla ridotta così.

Gli unici a dare un tocco di colore a questo grigiore, sono i tifosi in Curva Nord. Può sembrare un facile slogan letto mille volte, ma raramente come oggi lo ritengo idoneo per descrivere una partita di calcio. In 100/150 si compattano dietro un lunghissimo striscione (“Combatti insieme a noi”) affiancato da un piccolo “Diffidati con noi” e danno vita ad un tifo buono che non si ferma nemmeno quando la pioggia diventa davvero fortissima.

I cori sono originali, cantano quasi tutti in Curva. Purtroppo la squadra non risponde a modo alle perentorie richieste di segnare un gol o di vincere la partita. L’Aprilia, sesto in classifica, si dimostra una squadra seria e forte, ben più forte della Torres che non ha fatto neanche male nel primo tempo, ma non è riuscita a gonfiare la rete. E la legge del calcio, si sa, è spesso cinica: a circa 20 minuti dalla fine infatti, il portiere della Torres commette il grossolano errore di toccare la palla con la mano fuori dall’area di rigore. Espulsione per lui e Torres che vede sfuggire inesorabilmente di mano la partita.

Come se non bastasse, il portiere di riserva invita letteralmente gli ospiti ad andare a segno a seguito di una papera che definir clamorosa è un complimento. Di lì a poco arriva il 2-0 da parte degli ospiti e gli Ultras perdono definitivamente la pazienza: rimuovono lo striscione “Combatti insieme a noi” ed iniziano a contestare squadra e società, non ritenuti all’altezza di rappresentare i colori rossoblù. Il tutto si protrae così fino al triplice fischio dell’arbitro, dopo il quale lascio lo stadio, defluendo in mezzo ad un pubblico con uno stato d’animo decisamente nervoso.

Remo Zollinger