Mi è sempre piaciuto il calcio cosiddetto “dei poveri” così, di tanto in tanto, scendo nelle ultime categorie del pallone nostrano per ritrovare quella serenità e quell’umiltà che spesso riservano, lontane anni luce dai fasti delle serie maggiori. Ovviamente tanto meglio se una delle due squadre vanta una tifoseria più o meno valida al seguito (anche se a queste latitudini, già solo per il fatto di esserci, meritano un grande elogio).
Sapevo che ad Arnara, paesino di circa 2500 abitanti a pochi chilometri da Frosinone, esistono i “Boys Arnara”, gruppo che da più di un decennio segue le sorti della squadra del proprio paese e che finalmente ho l’occasione di vedere grazie all’anticipo al sabato nella trasferta di Trivigliano, paese di nemmeno duemila abitanti a un tiro di schioppo dalla più rinomata Fiuggi.
Siamo in Seconda Categoria dove non esistono nemmeno i guardalinee ufficiali, ma sono un paio di dirigenti delle due società ad assolvere all’obbligo e all’arbitro tocca arrangiarsi: altro che Var, qui diventa difficile pure fischiare un semplice fuorigioco per cui sono consapevole di non aspettarmi il pubblico delle grandi occasioni.
Trivigliano è un paese arroccato ad oltre ottocento metri di altitudine, ma fortunatamente lo stadio (mi piace chiamarli tutti così…) è posto nettamente al di sotto e non ho grossi problemi a trovarlo. Pur essendo il fondo in terra battuta risulta messo abbastanza bene e la giornata di sole aiuta a mantenerlo senza sbavature. Una sola tribuna scoperta ma purtroppo non agibile per mancanza dei parapetti, costringe il pubblico di casa a seguire la partita da una piazza attigua ad una chiesa. Ovviamente manca un vero e proprio settore ospiti, ma in queste categoria è prassi però, almeno, non si paga nessun biglietto d’ingresso.
Il mio personale prepartita viene allietato da una bella chiacchierata con il presidente dell’Arnara che mi illustra la realtà del piccolo centro ciociaro parlandomi pure degli ultras biancoverdi come una piccola ma grande risorsa ed è un caso più unico che raro di presidente che parli bene degli ultras.
A pochi minuti dal fischio d’inizio arriva anche un bel manipolo compatto di ultras biancoverdi che in poco tempo attacca tre pezze tra cui quella del gruppo principale e una per i diffidati. Quando la partita comincia, si annunciano con un potente “bombone”, mentre i locali si limitano a gustarsi la partita senza pretese di tifo.
Nella prima frazione sono gli ospiti gli unici protagonisti, sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco, laddove gli ultras incitano la propria squadra con battimani e un paio di bandiere. Al quarantesimo bomber De Robertiis porta in vantaggio gli ospiti replicando, dopo appena nove minuti dall’inizio del secondo tempo, e sigillando di fatto la contesa.
Il settore ospiti continua ad incitare la squadra cercando di limitare le pause puntando su un gran numero di battimani oltre che sventolando le bandiere, trovando persino il tempo di scambiare qualche insulto con i locali.
La gara finisce 0-2 così gli ospiti possono continuare la loro marcia verso la promozione diretta, seppur al momento debbano condividere la prima piazza con lo Sporting Broccostella. Dopo aver festeggiato con la propria squadra, escono dallo stadio continuando a cantare per la stessa squadra, per la città e per loro stessi. Piccola tifoseria questa di Arnara ma che rappresenta un patrimonio da tutelare per continuare a portare il nome della città in giro per il Lazio.
Marco Gasparri