Il campionato di serie D è un po’ l’inferno per una tifoseria, visto che a parte alcuni gironi del sud Italia, dove i gruppi ultras abbondano, per il resto c’è poco o nulla di organizzato. Se da una parte la repressione ha visto la fuga dai grossi centri metropolitani e perciò dalle grandi tifoserie per formare entità paesane o poco più, dall’altra si è progressivamente perso il rito della domenica allo stadio o comunque al campo sportivo. Resistono eroicamente alcuni centri dove certi legami sono ben impressi nel tessuto sociale e dove, perciò, la squadra di calcio ha ancora una forte funzione aggregativa ed identitaria.
Montevarchi è una tifoseria che ha una certa tradizione, del resto parecchi campionati in serie C hanno avuto la funzione di amalgamare ed impreziosire il curriculum di quelle persone che ancora oggi frequentano con assiduità i gradoni della Curva Sud. Il passato però non combacia con l’attualità e classifica alla mano, almeno in questa stagione, la squadra e la tifoseria dovranno accontentarsi di un campionato anonimo, diviso tra il sogno cullato di poter entrare almeno nei play off e la paura incombente di potere essere risucchiati nella zona pericolosa. Probabilmente la verità sta nel mezzo ed il campionato si concluderà con una nulla di fatto e con la soddisfazione, effimera a seconda dei punti di vista, di aver potuto disputare il derby con la Sangiovannese, derby che però, come nei migliori auspici, è risultato essere “monco”, del resto anche nei dilettanti la morsa della repressione e dei divieti distribuiti a casaccio miete vittime illustri.
Tuttocuoio è invece l’espressione del paese di Ponte a Egola e perciò è impossibile aspettarsi numeri consistenti, ma la sola presenza di un gruppo di persone che comunque porta avanti un’idea di tifo slegata dal concetto di club, è già una vittoria consistente. Poi è ovvio che specialmente tra le mura amiche si dovrebbe andare al di là della semplice presenza, un sostegno vocale se non proprio continuo, almeno presente sarebbe richiesto, ma capisco le difficoltà nel tirare avanti in una situazione non certo semplice.
Ospiti che numericamente vanno al di là delle mie aspettative, non è certo un’invasione ma la presenza c’è e non è neppure malvagia. A livello di tifo non sono certo un rullo compressore, una certa scollatura tra tifoseria e squadra è ampiamente palpabile, anche il mister entra nelle mire di più di uno sportivo e il primo tempo che si chiude sotto di due reti, non fa che confermare le insofferenze del contingente ospite. Per assurdo, il tifo più incisivo della Curva Sud formato trasferta avviene proprio nella seconda frazione, dove tra un coro per la squadra ed un paio decisamente più sui generis, il tempo scorre con il gruppo in movimento tra cori, battimani e qualche bandierina sventolata.
Se proprio i palcoscenici di serie C sono un ricordo, nella mente dei montevarchini la rivalità con la tifoseria amaranto dell’Arezzo è sempre viva ed un paio di cori non mancano di prendere di mira i vicini di casa.
In campo, nel secondo tempo non succede null’altro e la contesa si chiude con l’ennesima sconfitta in trasferta del Montevarchi, che l’ultimo punto esterno lo ha raccolto nel lontano 17 gennaio.
Valerio Poli