Premetto che quella che state per leggere è la mia prima tifocronaca di una partita di pallacanestro: non perché non segua la palla a spicchi ma, semplicemente, per il fatto che non mi è mai capitata l’opportunità di mettere piede in un palasport, da quando scrivo per questa testata. La possibilità mi si presenta in questa domenica soleggiata e tiepida di metà febbraio, che anticipa una primavera ormai dietro l’angolo, annunciata dal volo delle rondini che ogni sera, al crepuscolo, danno vita ad una musica che giunge dolce e rasserenante alle orecchie.

Dicevo del mio rapporto con il basket. È un sport che ho sempre seguito, pur essendo ˗ lo ammetto ˗ un occasionale delle arene cestistiche: l’ultima volta che vi ho messo piede, infatti, è stato lo scorso anno, in occasione della sfida tra Latina e Reggio Calabria. Ciò nonostante, mi sono sempre tenuto aggiornato sulla vicende di questa nobile disciplina, anche se esclusivamente nella sua versione europea: la mia idiosincrasia verso il modo di concepire lo sport al di là delle Colonne d’Ercole riguarda anche la palla marrone, per cui non ho mai provato interesse per la NBA, che considero più che altro uno show.

Giungo presso l’impianto di Via dei Mille quando manca circa un’ora al fischio d’inizio. L’arena è ubicata proprio alle spalle della “Curva Nord” del “Francioni”, il tempio della Latina calcistica. Inaugurata il 7 luglio 1975 e intitolata al cestista pontino Nicola Bianchini, la casa del Latina Basket può contenere 2.500 spettatori, risultato di diversi interventi di rifacimento. La struttura presenta due tribune ed una curva di casa disposte su due anelli (di cui quello superiore molto più capiente di quello inferiore), ed un settore ospiti formato da una grandinata unica, solitamente divisa in due parti e con una sola metà destinata ad accogliere le tifoserie provenienti dalle altre città.

Oltre alla Benacquista, usufruiscono del “PalaBianchini” altre due squadre: la Top Volley Latina, militante nella massima serie della pallavolo, e il Latina Calcio a 5, anch’esso ai vertici del futbòl de salon. Se aggiungiamo a queste compagini il Latina Calcio in Serie B e la Latina Pallanuoto, ora nel girone C della Serie B ma fino a qualche tempo fa in A1, emerge la grande vitalità dello sport pontino, rappresentato dai sodalizi del capoluogo, ormai punto di riferimento per tutto il movimento sportivo provinciale: un successo cittadino che mi ricorda l’exploit di Treviso di qualche anno fa, quando il centro veneto bagnato dal Sile poteva vantare grandi successi nel calcio (con la storica Serie A della stagione 2005 – 2006), nel volley, nel basket e nel rugby.

Ciò che mi colpisce positivamente è la serenità che si respira da queste parti, ancora non toccate da quel clima di terrore che chi frequenta assiduamente gli stadi del calcio conosce bene, anche a pochi metri da qui. Addirittura si può comprare il biglietto (a prezzi, tra l’altro, più accessibili che nel football) direttamente al botteghino, fino a pochi minuti prima della palla a due, senza l’obbligo di esibire documenti e di recarsi ai punti vendita molte ore prima del match. Questa gestione a mio avviso positiva dell’evento sportivo ne permette inevitabilmente una serena fruizione, la cui conseguenza è la presenza sugli spalti di numerose famiglie: sì, proprio quelle famiglie di cui tutti, quando si tratta di calcio, invocano a sproposito il ritorno negli stadi, ma che invece da questi luoghi sono state inevitabilmente allontanate dall’impossibilità di assistere ad una partita in tranquillità e spensieratezza.

All’approssimarsi dell’inizio della contesa, l’arena latinense si riempie progressivamente, fino a registrare il tutto esaurito a partita iniziata ˗ soprattutto nelle tribune, mentre qualche seggiolino vuoto si nota in curva ˗. Nulla da segnalare quanto a forme di tifo organizzato (registro solo sporadici “Latina, Latina!” e alcuni battimani che provano a coinvolgere, senza successo, tutto lo stadio), ma comunque il pubblico di casa contribuisce a rendere il palazzetto un catino ribollente, soprattutto nei momenti topici dell’incontro: in occasione delle rimonte di Latina e, in particolare, nel tempo supplementare, spingendo la squadra ad una vittoria sofferta e ottenuta senza mollare neanche un centimetro.

Nel settore ospiti, proprio al principio della disputa, fanno il proprio ingresso gli ultras virtussini, posizionandosi nella parte bassa. Sulle travagliate vicende dello storico sodalizio capitolino ci informa costantemente il sempre puntuale Simone, per cui non aggiungo parole che risulterebbero soltanto ripetitive. Ciò che mi colpisce leggendo gli articoli riguardanti la Virtus Roma, è la costanza dei ragazzi della “Ancilotto”, i quali, pure in questa categoria sicuramente poco consona al blasone della compagine romana, seguono con amore e passione i propri colori, timbrando il cartellino anche nella sfida odierna ai piedi dei monti Lepini.

Decido di seguire la partita, nel tempo regolamentare, dal settore laterale della tribuna, prossimo allo spicchio giallorossoblù: da qui ho la possibilità di sentire distintamente i cori ospiti, a danno, tuttavia, della qualità delle foto, risultando arduo scattare in questa postazione: sicuramente un errore di valutazione, il mio, cui rimedio troppo tardivamente nell’ultimo quarto e nell’ extra time, quando mi colloco nell’anello inferiore.

Il tifo degli ospiti è positivo nel primo quarto, con un calo nel secondo, per tornare ad essere di buon livello negli ultimi due e nel supplementare. Compatti dietro la pezza “BVR”, i Capitolini cantano soprattutto per sostenere i cestisti sul parquet, con l’accompagnamento di battimani ben realizzati. In diversi momenti della gara, invitano i restanti spettatori del settore ad unirsi a loro nell’incitamento ai ragazzi in campo, intonando il coro: “tutti in piedi per questa Virtus”. Segnalo alcune schermaglie dialettiche tra alcuni tifosi della tribuna laterale e i ragazzi virtussini.

La partita in campo è davvero spettacolare. Roma domina letteralmente il primo tempo, ma Latina non molla, rosicchiando ˗ fino ad annullare ˗ punto dopo punto la distanza costruita dagli avversari. Il culmine del pathos si tocca a pochi istanti dal termine delle ostilità: gli ospiti conducono col punteggio di 80 – 77, con l’ultimo possesso palla a propria disposizione. I cestiti oggi in casacca bianca con risvolti giallorossi, non sfruttano nel miglior modo questa possibilità: il “globo a spicchi” infatti, finisce nelle mani dei padroni di casa, che ad undici secondi dalla sirena indovinano la tripla del pareggio, facendo letteralmente crollare di gioia il palazzetto. Nei minuti extra, nessuna delle due squadre riesce a distanziare l’altra, per cui, sul 91 pari, risulta decisivo l’ultimo possesso di Latina, che trova nel finale il 93 – 91 definitivo, valevole per la vittoria. Il pubblico è in tripudio, mentre Latina ottiene due punti fondamentali in chiave play – off.

Prima di tornare a casa, noto una scena bellissima: i giocatori nerazzurri salutano il proprio pubblico dando il cinque ai tifosi assiepati presso la recinzione degli anelli inferiori, a testimonianza della solida simbiosi che, in questo sport, esiste ancora tra pubblico e squadra: un forte legame che gli ipocriti benpensanti legati al mondo del calcio vogliono a tutti i costi distruggere.

Si chiude così questa giornata davvero positiva, che ha rappresentato per lo scrivente una boccata di ossigeno, dopo il clima di soffocamento respirato ogni fine settimana nelle arene calcistiche, soprattutto professionistiche. La speranza è di tornare quanto prima in un palazzetto!

Andrea Calabrese.