Sebbene l’idea iniziale fosse solamente quella di approdare al Manuzzi per Cesena-Roma, non posso far a meno di dare la classica occhiata ai calendari delle serie minori alla ricerca di una partitella da abbinare, sfruttando anche l’orario serale della gara in terra cesenate. E stavolta, come successo spesso quest’anno, la fortuna mi arride e non solo riesco a beccare il Rimini che gioca in casa, ma anche una delle poche partite in cui al Neri arriverà una consistente rappresentanza ospite. I romagnoli saranno infatti impegnati con l’altra nobile decaduta del girone, quel Piacenza che fino a pochi anni fa calcava campi ben più nobili di quelli sconquassati, e spesso ai limiti della praticabilità, della provincia italiana. Ciononostante la discesa negli inferi sembra aver giovato alla tifoseria emiliana, e sono davvero incuriosito di vederla all’opera.
Discorso simile per i riminesi, ai quali ho legato ricordi più che buoni. Era il campionato 2006/2007 infatti quando li vidi all’opera niente popò di meno che al San Paolo di Napoli. Trasferta epica per loro, che quel giorno riempirono tutto l’anello inferiore del settore ospiti e si contraddistinsero per un tifo di alti livelli. Una vita fa, ovvio, con tutta l’acqua che è passata sotto i ponti non ci si può attendere che la loro salute, così come quella delle altre curve italiane, sia minimamente paragonabile a quasi dieci anni fa. Tuttavia l’insediamento dei Red White Supporters, almeno dalle foto, sembra aver riportato un minimo di logica ed entusiasmo in Curva Est.
Raggiungo la Riviera Romagnola in treno, sobbarcandomi la solita alzataccia per prendere il regionale delle 5,45 fino a Falconara Marittima e poi cambiare per Rimini. Il primo teatrino della giornata avviene poco dopo la partenza, con il treno che si arresta per quasi mezz’ora alla stazione Tiburtina a causa delle diatriba tra il controllore e un passeggero sprovvisto di biglietto. L’integerrimo uomo di Trenitalia invece di limitarsi a far scendere il ragazzo, pensa bene di chiamare la Pol.Fer., ritardando la ripartenza del treno in attesa di agenti che, peraltro, non arriveranno mai. La scenetta patetica si protrae per diversi minuti con il passeggero e il controllore che si scambiano diverse offese e minacce finchè il primo non decide saggiamente di togliere il disturbo permettendo al convoglio di riprendere la propria marcia. Ovviamente applicare un comportamento normale, sottoforma di multa o obbligo di lasciare dal treno, sarebbe stato troppo facile. Si deve andare sempre oltre in determinati casi, facendo vedere che se anche si indossa una banale divisa Trenitalia, si ha il potere di disporre a proprio piacimento della vita altrui.
Intorno alle 12 arrivo a Rimini, trovando il buon Gilberto ad attendermi sulla banchina. Il tempo di una chiacchiera, una piadina e una birra insieme e poi ci avviamo verso lo stadio. Per il sottoscritto è la prima volta in assoluto al Romeo Neri, un impianto storico del calcio italiano.
Un’oretta prima del fischio d’inizio buona parte del tifo romagnolo è concentrato nei pressi della curva, mentre diverse camionette della polizia si frappongono fino all’ingresso del settore ospiti. Come detto è forse l’unica partita sentita della stagione, e ovviamente la questura di Rimini non si è fatta sfuggire l’occasione per mettere in mostra i propri muscoli.
Decidiamo di entrare in campo alle 14, in maniera di sistemarci, ritirare le pettorine ed entrare con tutta calma sul manto verde. Per l’occasione la cornice di pubblico è più che buona, si conteranno circa 2.000 spettatori, dato di tutto rispetto per la Serie D. Con il Rimini che cavalca sparato verso la promozione, sembra esser tornata la passione per la squadra sia tra gli ultras che tra la gente normale.
Per quanto riguarda gli ultras, i primi a fare l’ingresso nello stadio sono i piacentini, guidati dal loro storico capo. Gli emiliani si presentano in un centinaio di unità, a rimarcare come anche per loro si tratti dell’incontro più importante della stagione a livello di curva. Partono le prime invettive verso i riminesi, che però non sono ancora entrati nonostante lo striscione da casa dei RWS sia presente.
Quando mancano pochi minuti all’inizio ecco il contingente casalingo prendere il proprio posto in curva. Noto la presenza di tanti ragazzi, cosa che è certamente un’arma a doppio taglio. I giovani sono il futuro ma vanno al contempo istruiti e seguiti. Comunque c’è da dire che vedendo la loro prestazione, mi sembra siano per la strada giusta. Non c’è boria nei loro atteggiamenti e ci mettono davvero tutte le energie. Colore con bandieroni e sciarpe e voce infatti sono una costante per i novanta minuti, oltre a una fumogenata iniziale che colora allegramente il grigio cielo carico di acqua. Un fumo che sale denso ed espande il suo odore, in grado di far tornare la mente a quando spettacoli del genere erano all’ordine del giorno. Se proprio si vuol trovare un difetto, è senza dubbio quello numerico. Ma essendo all’inizio della loro attività, c’è tempo per rimediare. Da segnalare anche alcuni striscioni rivolti ai piacentini, che rispondono per le rime con il classico coro modificato sulle note di Romagna Mia.
Per quanto riguarda gli ospiti, come detto arrivano in buon numero a bordo di tre pullman. Attaccate le classiche pezze che seguono il Lupo biancorosso ovunque giochi, si mettono in evidenza con una prova complessivamente buona. Tante sono le manate e i cori a rispondere, oltre alle invettive contro i dirimpettai. C’è da dire che rispetto ai tempi della Serie A, ho trovato i piacentini più compatti e migliorati sotto tanti aspetti, anche se gli va riconosciuto di esserci sempre stati, pure ai tempi di trasferte complicate e difficili per una realtà come la loro. Non va dimenticato infatti che un conto è confrontarsi con il mondo della Serie D e un altro con piazze come Roma, Napoli, Milano, Torino.
Calcisticamente ricordo sempre con simpatia quel Piacenza made in Italy che conquistò svariate salvezze in Serie A mettendo in luce giocatori come Luiso, Valtolina, Polonia, Mazzola etc etc. Oggi le contingenze sono cambiate e il Piace è chiamato a risalire la china, conquistando una promozione tra i professionisti che appare assai difficile, visto il saldo primato del Rimini. Primato che verrà incrementato anche oggi grazie alla punizione di Tedesco che consegna ai padroni di casa una fetta di Lega Pro.
Finisce con l’applauso di entrambe le tifoserie ai propri giocatori. Sistemo l’attrezzatura e dopo aver atteso che il buon Gilberto invii le foto mi faccio accompagnare alla stazione, direzione Cesena. L’antipasto del Neri non è stato niente male, ed ha confermato che un minimo di calcio vero si può ancora vedere al di sotto dei professionisti. Sempre al netto di divieti, porte chiuse e scelte prefettizie al limite della schizofrenia.
Simone Meloni