I Leoni sono tornati” è, in pratica, il leit motiv della serata. Una serata di passione, di gioia, di immenso affetto dimostrato da una tifoseria, o forse sarebbe meglio dire da una città intera, nei confronti di due colori, il bianco ed il nero, e di un simbolo, quello per l’appunto del Leone. È la serata dedicata alla presentazione dell’HSL Derthona. Dove HSL sta per “Hic Sunt Leones” (locuzione latina che significa “qui ci sono i leoni“).

Una piazza gremitissima ha accolto i calciatori e i dirigenti della nuova società calcistica di Tortona. Ma il clou della serata lo si raggiunge quando sul palco sale lui, Alessandro Cattelan, conduttore televisivo e radiofonico di indiscusso successo. Tortonese di nascita, Cattelan da giovane aveva già avuto modo di indossare la maglia del Derthona nel ruolo di difensore. E quando, alcune settimane or sono, ha deciso inaspettatamente di aderire al progetto del HSL Derthona per tornare a calcare i campi di calcio con quella casacca, l’entusiasmo e l’attenzione nei confronti di questa realtà sono aumentati a dismisura.

Che ci frega di Bonucci, noi abbiamo Cattelan“, cantano a gran voce gli ultras bianconeri, mentre lui espone, orgoglioso, la sciarpa della squadra. “Ha fatto una scelta di cuore“, mi racconteranno nel corso della serata i ragazzi della tifoseria del Derthona. “Ha scelto la squadra dei tifosi e non quella degli imprenditori. Senza che nessuno gli avesse chiesto nulla. Quando ha saputo delle due squadre presenti sul territorio non ha avuto dubbi e ha deciso di tesserarsi nella società nata grazie ai tifosi. E per questo gli saremo per sempre riconoscenti. Noi tifiamo la maglia, al di là dei giocatori. Ma per un personaggio pubblico e famoso come lui, che fa una scelta di cuore del genere, decidendo di schierarsi dalla parte della gente e dei sostenitori del Derthona, tanto di cappello!“.

E Cattelan, dal palco, ribadisce sostanzialmente il concetto: “Il Derthona siamo noi. Siamo l’unica squadra di questa città. Che emozione essere qui.” Scatenando l’entusiasmo della gente.

La gente, il vero motore di questa squadra. Una squadra partita dal basso, come ripetono e sottolineano tutte le persone con cui ho avuto modo di parlare questa sera. Una squadra voluta fortemente dai cittadini e dai tifosi. Nata grazie all’impegno della città e alla passione dei sostenitori, che hanno lavorato alacremente per rendere possibile questo progetto.

L’HSL Derthona, in pratica, è il classico esempio del cosiddetto calcio popolare. Un sodalizio nato grazie all’iniziativa del trust “Noi siamo il Derthona” che ha avuto modo di creare questa società e che ha raccolto l’eredità storica e valoriale del Derthona FBC 1908, fallito nei mesi scorsi. Un sodalizio nato e voluto dai cittadini di Tortona, che si sono impegnati ed esposti in prima persona per portare avanti questo progetto, e dai tifosi della Gradinata Est. Non a caso, quando la dirigenza del club bianconero è salita sul palco, ha voluto che fossero presenti, insieme a loro, anche alcuni rappresentati della calorosa tifoseria dei leoni. Su quello stesso palco dove i drappi degli ultras del Derthona, e dei loro gemellati, erano appesi in bella vista.

Un entusiasmo davvero coinvolgente. Iniziato già alcune ore prima, in un altro bar della città dove i ragazzi della Gradinata Est si sono dati appuntamento per poi dirigersi tutti insieme nella piazza dove si sarebbe svolta la presentazione. I drappi appesi tutto intorno al locale. La presenza delle tifoserie gemellate del Verbania e dell’Imperia (con quest’ultimi, tra l’altro, ho avuto modo di fare il viaggio per raggiungere Tortona e li ringrazio di cuore per la loro disponibilità, per la compagnia e per le risate durante il tragitto, tra battute, goliardia e tanti racconti del passato, che mi hanno fatto tornare un po’ più giovane, seppur solo per qualche ora).

E poi il corteo, per raggiungere Piazza Duomo. Con gli striscioni tenuti in mano e mostrati orgogliosamente. Con le torce ed i fumogeni. E con i cori urlati a squarciagola, per sottolineare fortemente che i leoni erano tornati. I cori per la squadra. Cori intonati anche dai calciatori sul palco. Per quei due colori. Per quel simbolo. Senza dimenticare i gemellati, anche quest’oggi al loro fianco. E senza dimenticare gli odiati rivali, Alessandria e Casale su tutti, ai quali ovviamente sono stati riservati insulti e sfottò.

E poi quello striscione, romantico ma davvero emblematico, esposto al centro della piazza, mentre la serata volgeva al termine. Che fotografa perfettamente il sentimento principale della serata. “BENTORNATO AMORE”, c’è scritto. Mentre alcune torce e alcuni fumogeni vengono accesi tutti intorno.

Il Derthona siamo noi“, ripetono dal palco. “Tortona siamo noi“, ribadiscono a squarciagola i tifosi.
I leoni sono tornati.

Daniele Caroleo.