Dopo averli visti domenica scorsa in trasferta in quel di Bisceglie, la curiosità prende il sopravvento e cosi decido di andarli a vedere in casa, per di più contro una tifoseria blasonata come quella Nocerina: sto parlando degli ultra della Vultur Rionero e dei suoi impagabili e numerosi tifosi.
Viaggio in treno e mi dirigo verso Foggia; da qui prendo un trenino che mi porta direttamente alla stazione di Rionero – Atella – Ripacandida, ubicata proprio a Rionero. Onestamente potevo viaggiare anche in macchina passando per Potenza, ma grande è la voglia di viaggiare su una tratta atipica e vecchia maniera.
Il tragitto dura poco più di un’ora e attraversa posti affascinanti quanto poco battuti dal turismo. Dal finestrino del treno riesco a vedere un paio di stazioni quali Ordona ed Ascoli Satriano (che si trovano ancora in Puglia); poi il trenino avanza lentamente e sconfina fino in Basilicata, fermandosi a Melfi, dove spicca, in alto a dominare il paese, il castello di Federico II.
Dopo Barile arrivo finalmente a Rionero; ne approfitto per dare un’occhiata veloce alla piccola stazione in ristrutturazione. Sono le 13 e ho modo di rifocillarmi nel piccolo bar adiacente. Dopo una bevuta veloce mi dirigo verso lo stadio dove arrivo verso le 13:40. L’orario è ottimo visto che manca oltre un’ora al fischio d’inizio, ma già vedo i ragazzi di casa fare aggregazione e presidiare il territorio, seppur coi nocerini ci sia una sorta di rispetto reciproco. Inoltre, essendo la mia prima volta al “Pasquale Corona” voglio farmi un giro e notare più particolari possibili.
I murales disegnati fuori dell’impianto sono molto curati e ben dipinti; la scritta del gruppo Vecchi Tempi è più volte ripresa non solo sui muri dello stadio ma anche in quelli della città, quasi a voler rimarcare questo forte legame che lega squadra, paese ed ultras. Un legame, come dicevo poco fa, fortissimo, soprattutto verso il passato. Nella tradizione locale spicca la figura del brigante Carmine Crocco, per tutti il “Generale”, capo indiscusso delle bande del Vulture, stampato su molti stendardi degli ultras di Rionero.
La zona stadio è molto bella, ma ancor più bello è l’esterno dell’impianto con muri fatiscenti e per questo considerati dal sottoscritto motivo di bellezza particolare; non c’è niente da fare, rimango sempre a bocca aperta nel vedere questi impianti retrò e spero non vengano rovinati dai diversi lavori di ammodernamento a cui sicuramente verranno eventualmente sottoposti.
Non vi dico il mio stupore quando sopra i muri vedo del filo spinato, e ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di vedere uno stadio così “antico” in quest’era moderna che vuole impianti di ultima generazione sempre più freddi e senza nessuna storia dietro da raccontare o tramandare.
A poco meno di mezzora dal calcio d’inizio entro sul rettangolo verde e vedo il complesso nella sua interezza: una tribuna coperta destinata ai locali, una tribuna scoperta dall’altro lato, inagibile, con il piccolo settore ospiti adiacente a quest’ultima. Molto bella la scritta in alto della tribuna coperta, Stadio Comunale “P. Corona”, con lo stemma del paese.
La tribuna si riempie sempre di più. Durante i filtraggi noto l’obbligo per i tifosi di abbandonare gli ombrelli, ritenuti, tanto per cambiare, oggetti pericolosi.
Anche i nocerini entrano alla spicciolata con le bandiere dei gruppi ben alte e mosse dal vento. A pochi minuti dal fischio d’inizio la tribuna è completamente esaurita, con quasi trecento ultras che prendono posto al lato estremo della tribuna. Si comincia a cantare per la squadra e per i diffidati. Molta gente non trovando posto in tribuna si accontenta di vedere la partita in piedi attaccata alle recinzioni: per questo è un vero peccato guardare la tribuna scoperta completamente vuota. Si, sicuramente oggi il numero degli spettatori sarebbe stato di gran lunga superiore se l’impianto fosse stato aperto nella sua interezza.
Sinceramente, in tanti anni di stadi girati nella penisola, in rare occasioni ho visto un seguito cosi massiccio e non mi sorprende tanto questo, tanto che il numero degli abitanti di Rionero è di appena tredicimila, seppur con una grande tradizione ultras (i Vecchi Tempi sono classe 83). Numeri da far invidia a piazze decisamente molto più grandi. Poi, se si aggiunge che la squadra ha sempre calcato campi regionali (pensate che la D mancava da ben 22 anni) la cosa assume ancor di più dei contorni importanti.
Dopo questa veloce premessa e con l’entrata delle squadre in campo, i briganti preparano una bellissima coreografia formata da tanti stendardi che vengono alzati all’unisono e con sopra disegnato lo stemma della città, quello della squadra e l’effigie di Carmine Crocco, il tutto contornato dal disegno dell’alloro. In balconata viene aperto il seguente striscione a rafforzare tutto ciò, riportante la seguente frase: “I NOSTRI SIMBOLI… LA NOSTRA STORIA!” che rimarrà esposto per tutto l’arco della gara.
Nel settore ospiti, invece, vengono sventolate, o meglio lasciate agitare dal vento, le tante bandiere dei gruppi rossoneri.
La partita comincia e nemmeno il tempo di togliere gli stendardi della coreografia che la Nocerina passa in vantaggio facendo sobbalzare il settore ospiti, che sicuramente non si aspettava un vantaggio cosi immediato.
I bianconeri non si perdono certo d’animo e cantano con una buona intensità corale per tutta la prima frazione, effettuando tanti battimani e mani alzate con qualche piccola sbandierata. Al ventiquattresimo la Vultur pareggia lo svantaggio iniziale e la tribuna esplode in una gioia prolungata.
Poco dopo la mezzora i ragazzi bianconeri ci deliziano di una bella sciarpata, anche se non troppo fitta a dire il vero, ma sono bravi a mascherarla con lo sventolio di bandiere e stendardi, alcuni di essi usati precedentemente per la coreografia. Il tifo continua ad essere incessante e ben coordinato grazie anche al lanciacori con megafono alla mano; sempre più imponenti i battimani effettuati.
Nel secondo tempo la situazione si capovolge ed è il Rionero a passare in vantaggio dopo appena cinque minuti della ripresa, con il marcatore che va ad esultare sotto gli ultras alzandosi sulla cancellata per dare il cinque ai tifosi più vicini a lui, in modo da condividere appieno la sua gioia anche con il popolo del Vulture che, per esultare, accende una torcia.
Il tifo locale ingrana e risulta molto alto e lineare come intensità dei cori: tantissimi sono i battimani a tutto settore e le sbandierate diventano più continue. Nemmeno il gol del 2-2 ospite intacca la loro prestazione, visto che continuano a cantare fino alla fine della contesa ed al triplice fischio finale la squadra va giustamente ad applaudirli per il grande supporto offerto.
Passando ai Nocerini, devo dire che da loro mi aspettavo una presenza più corposa per come ci hanno abituato nel corso degli anni passati; oggi sono presenti circa trecento tifosi (comunque tanti) a fronte di quattrocento biglietti inviati dalla società ospitante. Sicuramente avranno influito anche gli screzi tra gruppi avvenuti domenica scorsa e su cui non ricamerò sopra visto che ho sempre pensato che i panni sporchi si lavino in famiglia.
Comunque tutti i gruppi si posizionano in basso tranne i Bothers che, numerosi, si sistemano tutti insieme a fianco nella parte poco più alta. Bandiere lasciate sempre al vento e tanti battimani accompagnano il tifo.
Ininfluente il vantaggio della squadra rossonera, poiché il sostegno nocerino, come da tradizione, difficilmente viene influenzato dal risultato. Nel secondo tempo continuano a cantare ed effettuano più battimani, anche dopo lo svantaggio temporaneo.
Molto bella l’esultanza per il 2-2 della Nocerina, con il giocatore ospite che festeggia insieme ai propri sostenitori arrampicandosi sulla recinzione. Poi arriva il fischio finale dell’arbitro che sancisce la fine delle ostilità ed i giocatori possono così andare a festeggiare con i propri supporter questo risultato.
Finita la partita i Bothers sono i primi a lasciare lo stadio, andandosene tutti insieme e facendo gruppo. Poi, passati alcuni minuti, è la volta di tutti gli altri gruppi che mentre camminano per raggiungere l’uscita continuano a fare qualche coro sulla piccola via che porta al cancello d’entrata/uscita del settore ospiti.
Ringrazio quanti mi hanno aiutato ad essere presente a questa straordinaria giornata, con due tra le tifoserie migliori di questo girone.
Marco Gasparri.