Trapani, stadio Provinciale: questo nome rievoca in me sogni avvenuti da ragazzo, oltre venti anni fa, quando una trasferta del genere, soprattutto prima dell’era degli aerei, treni e pullman low cost, era da considerarsi di pochi eletti e fatta con enormi sacrifici, sia economici che fisici e in condizioni di disagio allo stato puro.

Chi viaggiava in treno doveva sobbarcarsi ore ed ore di strada ferrata prima di arrivare alla meta.

Nel 2017 le cose sono un “tantinello” cambiate, anche se io la penso che progresso non sempre voglia dire miglioramento, anzi a volte lo considero un peggioramento. Così, a distanza di tanti anni, mi accorgo che è proprio lo stadio Provinciale a non aver visto la mia presenza tra tutti gli stadi della Serie B. E, siccome lo stadio è una struttura immobile, decido io di colmare questa mancanza cercando per tempo una partita che meritasse di essere vista. Così, con circa un mese di anticipo, opto per un interessante Trapani – Verona, con i veronesi mai stati a Trapani in gare ufficiali, non per loro demerito ovviamente, ma proprio perché non c’è stata mai occasione. Il bello del calcio italiano è ancora questo: tutti hanno la loro possibilità!

Inoltre il giorno dopo, la domenica, sono stato fortunato a combinare la mia presenza in terra sicula con l’incontro Igea Virtus – Sicula Leonzio, attualmente seconda e prima forza del girone I del campionato di Serie D. Per cui c’ è poco da aspettare, si deve andare!

Quando ne parlo con la mia donna, sentendo Sicilia, ovviamente desidera partecipare. L’ accontento subito, visto che lei è sempre ben disposta a far vivere la mia passione senza gelosie o restrizioni di coppia. Quindi prenoto per quattro giorni con partenza la mattina di venerdì ed il ritorno di lunedì a mattinata inoltrata.

La prima destinazione è Trapani e con l’aereo, pagato peraltro 33 euro totali, è fin troppo comodo fare queste “trasferte”, per noi che un tempo viaggiavamo solo coi treni, ed il più delle volte, per non pagare, quelli notturni…gli espressi di un tempo, che partivano la notte ed arrivavano la mattina dopo ben 8-9 ore di viaggio.

L’aereo ci mette circa un’ora ed arriviamo all’aeroporto di Trapani – Birgi, il Vincenzo Florio, distante poco più di 15 km da Trapani. Fuori ci attende un pullman che ci porterà direttamente in città e precisamente al porto.

Dopo aver posato i nostri bagagli in camera, ci facciamo un giro per il centro storico, tutto concentrato in zona porto. Devo dire che Trapani ha un centro molto gradevole da godere e con il cambiamento di società, imposto dalle istituzioni, ha basato molti dei suoi cambiamenti sul turismo, che in agosto, come confermato da qualche abitante dell’isola, diventa di massa.

Il clima è piacevole e nonostante siamo solamente al primo di aprile fa caldo e si passeggia bene all’aria aperta, per non parlare del cibo che è sempre ottimo in qualsiasi posto ci fermiamo.

Siamo così giunti al giorno dopo, il sabato, giorno della partita, e sinceramente la voglia di vedere lo stadio sale così come l’ansia; tant’è che per spezzare questa tensione decidiamo di raggiungere lo stadio direttamente a piedi, nonostante sia distante 3 km e mezzo dal nostro albergo. La passeggiata è molto gradevole ed il percorso, seppur distante, è molto semplice e facile da seguire.

Arrivo molto presto in prossimità dello stadio, che mi si apre davanti all’ improvviso come un’oasi nel deserto, ed ogni stadio che viene visto per la prima volta merita una visione elaborata e completa di tutto ciò che lo riguarda. Così inizio la mia perlustrazione intorno al Provinciale e già comincia l’andirivieni di tifosi e poco vicino in una piazza vedo un manipolo di ultras sventolare il bandierone dei Boys. Sui muri noto qualche scritta dei vari gruppi, per libertà degli ultras e per quelli scomparsi; poi. davanti ai cancelli della Nord. c’è un bellissimo murales e su una porticina sono attaccati degli adesivi.

Davanti a me c’è una piccola montagna (forse è troppo chiamarla così ma la sensazione che mi provoca è quella) e sicuramente su quei promontori c’è il famoso e bel paese di Erice. Da fuori riesco a vedere sia la curva in ferro (gli obbrobri moderni purtroppo sono tutti così), che la tribuna scoperta, costruita da poco anch’essa (vedendo i muri poco consumati). Infine un giro verso il settore ospiti, blindatissimo, e poi decido finalmente di violare quest’ ultimo “tempio” che mancava sul mio palmares.

La squadra trapanese, fino a poco tempo fa, era in fondo alla classifica e già virtualmente retrocessa in tempi non sospetti; dopo un brillante recupero sta cercando di portarsi fuori dalla zona calda. La Curva Nord espone uno striscione per rimarcare la fede nella maglia granata: “Unica fede unica passione”, il quale rimarrà appeso per tutta la durata dell’incontro.

Ma partiamo dall’inizio, cioè dal giro di campo prima della partita che fa il presidente del Trapani, accompagnato dalla moglie, fermandosi principalmente a salutare i ragazzi della curva e ricevendo applausi a sua volta.

Quest’oggi per questa importante partita contro il Verona, terzo in classifica, e squadra blasonata che vanta pure uno storico scudetto, accorrono in più di 6.300 spettatori di cui quasi 400 gialloblù che vanno ad occupare il settore ospiti in ferro.

Visto dall’interno lo stadio è molto bello, peccato solo per la nuova curva costruita di recente la quale va a mutilare quella vecchia che rimane nascosta dietro quasi a voler cancellare un pezzo di storia di questo storico impianto.

I trapanesi già dal prepartita cominciano a scaldare le ugole incitando i propri beniamini con battimani e cori e la stessa cosa faranno i veronesi giunti in buon numero.

Con l’entrata in campo delle squadre lo stadio si colora di tante sciarpe, alzate sia in curva che in tribuna; a dir la verità, la sciarpata non risulta troppo fitta.

Dalla parte opposta i butei canteranno senza fare nulla di particolare in fatto di coreografie.

Inizia la prima frazione e le due curve si fanno sentire forte con cori il più delle volte accompagnati da battimani.

I trapanesi cercano di sfruttare il fattore campo cercando di coinvolgere tutta la curva che risponde il più delle volte in maniera positiva, con l’intensità dei cori che raggiungerà picchi notevoli. Purtroppo non sempre vengono sventolate le bandiere per via di un fastidioso vento di scirocco che rende difficile la manovra.

I veronesi sono sempre gli stessi, una curva impostata in maniera particolare con il proprio inconfondibile stile che la rende un vero e proprio marchio di fabbrica difficile se non impossibile da imitare. Lo si capisce ad inizio gara quando lo stadio è ancora una bolgia e fregandosene di tutti intonano i loro cori originali e inoltre mandano a quel paese Trapani ed i trapanesi, ribadendo la loro avversità verso i “terroni”. Sono tanti i battimani effettuati ad accompagnare i cori e possenti i treni e le mani alzate.

Nella seconda frazione, al nono minuto, i gialloblù passano in vantaggio con la vecchia volpe Pazzini, attuale capocannoniere della serie cadetta, che fa esplodere il settore ospiti andando ad esultare sotto di esso.

Sulle ali dell’entusiasmo, i veronesi continuano a spingere sull’acceleratore cantando praticamente sempre e facendo tantissimi battimani, mani alzate e treni. Al novantesimo effettuano la sciarpata, seppur non sia particolarmente fitta ma che tengono su per qualche minuto, fino al gol del raddoppio al novantatreesimo che li fa esplodere di gioia per questa vittoria in trasferta su una formazione al momento in forma; ma, soprattutto, l’Hellas torna al secondo posto raggiungendo la Spal, sconfitta ad Avellino.

La Nord trapanese, nella quale si vede qualche catanese venuto a dar manforte, continua ad incitare sempre la squadra nonostante il gol di svantaggio, effettuando discreti battimani ad accompagnare i cori, anche se con il passare del tempo questi diminuiscono gradualmente d’intensità. Al triplice fischio finale però i granata dispensano solo applausi alla squadra, invitandola a non mollare ed a perseguire il tortuoso cammino della salvezza nonostante la sconfitta odierna.

I veronesi festeggiano sia con la squadra che tra loro questa importante vittoria che fa morale per la truppa gialloblù.

Poi, dopo aver fatto sfollare i tifosi, esco dallo stadio, mi ricongiungo con la mia compagna ed insieme andiamo a prendere il pullman che mi porterà fino a Palermo.

Sul pullman ed a mente fredda ho più tempo per pensare alla giornata appena trascorsa: ho rivisto allo stadio, seppur defilato, lo striscione “Pablito”, storico ultras granata che con il suo inconfondibile stendardo bianco, anche oggi presente, seguiva il Trapani in momenti non esaltanti come adesso, in trasferte difficili da affrontare ed in posti assurdi insieme al suo manipolo di ultras. Dopo più di venti anni fa ancora piacere vederlo sui gradoni del suo stadio con striscione e stendardo…mi ricorda una piacevole adolescenza passata sugli spalti di uno stadio.

Dopo circa 24 anni in giro per l’Italia anche il Provinciale è stato violato…avanti con il prossimo!

Marco Gasparri.