Diciamocelo pure: tra le tante partite rovinate dal calcio moderno e dalla tessera del tifoso in particolare, c’è questo Venezia-Como, partita che, neanche troppi anni addietro, avrebbe visto ben altri numeri al “Penzo”. Invece ci troviamo a parlare di una gara con appena 1.500 tifosi sugli spalti, numeri sicuramente sottotono per una piazza importante come quella Unionista. Anche sulla presenza dei Comaschi, come su tutte le tifoserie della Lega Pro, pende sulla testa la spada della “Supporters Card” che riduce inevitabilmente e drasticamente il numero degli effettivi rispetto al potenziale. Va detto, a dispetto di ciò, che chi c’è stato ha visto una partita gradevole, terminata 2-2 (tutto nel primo tempo, con doppio vantaggio comasco nei primi 20’ e successiva doppia rimonta dei lagunari), e ce l’ha messa tutta per sostenere la propria squadra.
I Comaschi sono circa un’ottantina e si raggruppano piuttosto bene, tifando dietro ai loro classici stendardi. La compattezza e l’attaccamento del settore al campo favoriscono una prova convincente; segnale di
come, nonostante tutte le difficoltà di questi ultimi tempi, il tifo a Como è tutt’altro che morto.
La curva di casa, come al solito, offre discreti numeri, anch’essa compattezza e, come da tradizione unionista, molto colore, reso evidente anche da una buona sciarpata. Pure gli arancioneroverdi fanno il loro onesto tifo, pur non potendo rimanere soddisfatti dell’ennesima prova a metà della propria squadra, la cui partecipazione ai play-off (come, del resto, quella del Como) è sempre piuttosto in bilico.
Testo di Stefano Severi.
Foto di Luca Marchesini.