Playoff, partita da dentro o fuori: continuare a sognare la massima serie o rassegnarsi a calcare ancora i campi della cadetteria. È questa la sintesi della partita che ha visto Venezia e Perugia affrontarsi in questo primo turno eliminatorio per provare ad andare a sfidare in semifinale un Palermo che, dopo l’esonero del precedente allenatore Bruno Tedino, ha recuperato serenità, fiducia, gioco e risultati.
I perugini dovevano per forza vincere per sperare di continuare in questo mini-torneo ma il Venezia, reduce da alcuni recenti risultati non positivi, soprattutto la pesante scoppola di Cremona, si è presentato in campo attendista come un gatto sornione a caccia del topolino, partito a ritmi non elevatissimi ma capace di fare male alla prima mezza occasione concessa.
Così è stato con l’eurogol di Leo Stulac che ha spianato la strada ad una partita tutta in discesa e in cui i Grifoni perugini hanno dato fin da subito l’impressione di non poter reggere agli attacchi dei lagunari.
Riguardo le tifoserie, i perugini si sono presentati allo stadio Penzo in buon numero, circa 800, molto colorati e rumorosi. Il tifo viene sostenuto nel migliore dei modi dai due gruppi principali, cardini portanti della tifoseria perugina,”Ingrifati” e “Brigata” i quali non hanno fatto mai mancare nel settore le proprie bandiere e alcuni stendardi sulla rete, fra i quali si possono notare anche alcuni simboli di chiara connotazione politica per quel che riguarda gli “Ingrifati”.
In merito alla tifoseria di casa, i veneziani avevano in settimana emesso un comunicato in cui annunciavano che per l’occasione non sarebbe stata eseguita nessuna coreografia e anzi si invitavano i tifosi a portare da casa quanti più stendardi, vessilli e pezze possibili, in modo da colorare il settore con una super-sciarpata all’inizio della partita.
Il risultato, accompagnato da uno striscione che recitava “CONTINUIAMO A SOGNARE”, è stato quello probabilmente desiderato dal direttivo della tifoseria veneziana, ma sicuramente non quello che ci si aspetterebbe in occasione di una delle partite più importanti della stagione, rispetto anche ai precedenti di una curva, come quella lagunare, che negli anni ’90 sapeva dare spettacolo a ottimi livelli.
Volendo aprire una piccola parentesi, purtroppo il mondo del tifo ha subito dei mutamenti pesantissimi e una involuzione che ha portato le nuove generazioni a non riuscire più a vivere la settimana che precede una partita importante come succedeva una volta, quando i ragazzini erano orgogliosi di fare attivismo con in curva, mentre ora queste attività vengono considerate perlopiù un peso fastidioso al quale se possibile ci si sottrae con una scusa qualsiasi. Anche comprensibilmente talvolta, visto il modo ottuso con cui la repressione in questi anni ha colpito con la stessa durezza gli aspetti puramente folkloristici e aggregativi del tifo, vedasi criminalizzazione della pirotecnica, di megafoni o tamburi.
Purtroppo la tifoseria veneziana, nelle sue numerose vicissitudini e in seguito ai vari fallimenti della società, ha accusato più di altre piazze questo fenomeno non riuscendo ad avere il ricambio generazionale necessario a mantenere vive tutte le normali attività di curva: oltre alle coreografie pensiamo anche alle fanzine, organo di informazione essenziale in qualsiasi gruppo, strumento che ormai sempre più spesso viene sostituito da pagine su un social network, certo ugualmente comunicative ma fredde ed impersonali per i nostalgici amanti delle vecchie tradizioni ultras.
Tornando alla partita odierna e alle due tifoserie, la curva sud locale è piena e il tifo è buono, buoni sono i battimani e altrettanto le sciarpate, eseguite sempre dalla maggior parte del settore. Presenti anche i gemellati di Modena con un bandierone e una pezza sulla rete.
I perugini, come detto precedentemente, sono partiti molto bene, spegnendosi man mano che la loro squadra incassava un gol dopo l’altro e concludendo la partita con un pesante passivo di 3 reti a 0.
La giornata già così per loro si poteva considerare non positiva, ma sfortuna ha voluto che nel tragitto di ritorno il pullman si rompesse in piena autostrada, obbligandoli ad un calvario per rientrare entro la mattina nel capoluogo umbro.
Il Venezia va avanti, attende mercoledì 6 un Palermo in ottima forma, ma per i tifosi sognare il ritorno nel massimo campionato che avevano assaporato per solo due stagioni, ormai quasi venti anni fa, non costa nulla.
Luca Marchesini