A meno di due settimane di distanza mi ritrovo nuovamente al Palasport di Frosinone. E stavolta la scelta della gara non viene in maniera accessoria ad una partita del Frosinone, ma proprio con la volontà di rivedere da vicino questi ragazzi della Brigata Ciociara che tanto mi hanno impressionato le due volte precedenti.
Si gioca Gara 3 dei Play-Off di Legadue, tra i casalinghi e la Scaligera Verona. La serie viaggia sul filo dell’equilibrio, con le due squadre che per ora sono sull’1-1. Giocandosi in notturna, sono costretto a prendere la macchina a causa della mancanza di treni/pullman di ritorno. La palla a due è fissata per le 21, così posso prendermela abbastanza comoda e lasciare casa quando l’orologio segna le 19. Dopo il classico ingorgo per raggiungere il Raccordo dall’Anagnina, tutto fila liscio, ed in poco più di un’ora sono a destinazione. Ricordando a perfezione dove è sito il palazzetto, percorro un pezzo della Monti Lepini, per poi svoltare a destra ed imboccare gli svincoli giusti in un dedalo di vie tutt’altro che facili da interpretare, se non si ha una minima dimestichezza con la zona.
Dopo aver parcheggiato la macchina, mi affretto a ritirare l’accredito per evitare eventuali file, posso così concedermi un giretto attorno al perimetro del palasport. Molti ragazzi stanno facendo il loro ingresso; tra di essi spiccano quelli della Brigata con tamburi, striscioni e bandiere. L’entusiasmo, come ampiamente dimostrato, non manca e sono certo che anche stasera il divertimento sarà assicurato.
La sorpresa del giorno è però la presenza di una decina di tifosi veronesi. Fughiamo subito qualsiasi dubbio: di ultras non hanno davvero nulla ed il loro modo di seguire la partita sarà distante anni luce anche dalla minima concezione di tifo. Però gli va dato atto di essersi sobbarcati una trasferta tutt’altro che agevole, peraltro di venerdì sera. Appurato ciò, posso entrare anche io sugli spalti. Gli “strappabiglietti” sono un po’ in confusione a causa dei tifosi che, arrivati all’ultimo momento, ora spingono per entrare prima dell’inizio.
Devo dire che rimango un po’ sorpreso nel constatare come, rispetto all’ultima gara di campionato contro Barcellona, ci sia un po’ meno pubblico. Quasi tutti, però, indossano una maglietta rossa, e questo colora notevolmente gli spalti.
La Curva Sud si compatta quando le squadre entrano in campo, e già dalle prime battute si capisce che il gruppo è in palla ed ha voglia di tifare. Battimani, bandiere sempre in alto e tamburi battuti dai soliti “old style” di cui avevo già parlato nel racconto precedente. La componente che più mi colpisce è sempre quella ludica: tutti con il sorriso sulla faccia, sudati fradici e saltellanti. Ci si diverte alla grande da queste parti, l’essenza di ciò che dovrebbe essere il mondo ultras.
I tifosi veronesi si sistemano in tribuna, dietro (si fa per dire, visto che è buttato da una parte, dietro le panchine) lo striscione Locura Gialloblu, ma, come già detto, non ci sarà tifo e, anzi, qualcuno seguirà l’incontro seduto.
In campo la partita è bella e combattuta, con le due squadre che duellano punto a punto ed il pubblico che segue le fasi di gioco in maniera più che empatica. Addirittura l’arbitro è costretto a sospendere per qualche minuto la partita quando, in seguito ad alcune decisioni invise ai giallorossi, in campo piove di tutto, dalle bottigliette alle aste di bandiera. Anche lo speaker invita i tifosi a moderare i propri comportamenti, e la situazione si ristabilisce senza problemi. Anche e soprattutto questo è il basket. Un mondo dove quel pizzico di sale in più ancora viene accettato e non enfatizzato come si trattasse di un attentato dinamitardo.
Nella curva verolana da sottolineare anche un bel bandierone, che viene fatto scendere ricevendo gli applausi dell’intero palazzetto.
Come sempre gli ultimi due quarti si rivelano i più intensi ed emozionanti. I Ciociari scoprono le carte in tavola, gettando il cuore oltre l’ostacolo per battere un avversario tecnicamente superiore. Il pubblico di casa capisce ed il palazzetto a tratti diventa caldissimo. I ragazzi della curva, presi dal momento di adrenalina, decidono di seguire gli ultimi 10’ attaccati alla recinzione del campo. A tal proposito è divertente seguire il comportamento delle forze dell’ordine che, inizialmente, provano far tornare tutti al proprio posto, salvo poi limitarsi ad allestire un provvisorio cordone con l’aumentare degli effettivi.
Il risultato finale premia Veroli che, proprio negli ultimi secondi, riesce a spuntarla di un soffio. L’entusiasmo è alle stelle, con la classica invasione di campo per abbracciare i propri beniamini. Eppure, sembra incredibile a dirsi, non è finita qui. Mentre sono all’esterno del palazzo, assieme ai pochi che ancora non hanno fatto ritorno a casa, comincia a serpeggiare la voce che le squadre rientreranno in campo per giocare l’ultimo quarto. Inizialmente si pensa ad uno scherzo, ma con il passare degli istanti la diceria si fa sempre più fondata.
Rientro assieme a qualche altra decina di tifosi, tra cui gli ultras che, ormai in preda ai festeggiamenti alcolici, invadono il campo festosamente per andare a chiedere informazioni. Non è facile capire quanto sta accadendo ed alla fine trapela che ad inizio ripresa, sul +5 in favore di Verona, gli arbitri hanno fischiato un fallo a rimbalzo d’attacco di Alessandro Cittadini e, sulle successive proteste, hanno punito il centro di Veroli con un fallo tecnico, assegnando quattro tiri liberi ai veneti. Due di questi sono stati effettuati da Luca Gandini (che aveva subito il fallo di Cittadini) autore di un 1/2 dalla lunetta, gli altri due da Giorgio Boscagin (autore di un 2/2) per il tecnico. Tuttavia per Veroli si è trattato del quarto fallo di squadra nel quarto, l’ultimo prima di esaurire il bonus, quindi dovevano essere assegnati soltanto i liberi del tecnico, effettuati da Boscagin. Al contrario, gli arbitri non hanno ritenuto validi i due liberi di Boscagin, e si è ripartiti sul 30-36, dopo il punto segnato da Gandini, che però non era stato il giocatore scelto dalla Scaligera per i liberi del fallo tecnico. E il caso ha voluto che il match venisse deciso proprio per un punto in favore di Veroli. Questo ha mandato su tutte le furie la società ospite, che tuttavia alla fine si limiterà a presentare ricorso (prontamente respinto all’indomani).
Dopo un’altra mezz’oretta di extratime, senza gioco effettivo, la partita si può finalmente dichiarare terminata, con poliziotti e carabinieri che faticano, e non poco, a far uscire una Brigata Ciociara ormai su di giri che, con fare goliardico, prende totale possesso del parquet.
Per me è davvero giunto il tempo di tornare a casa, mi aspetta una levataccia la mattina successiva. Me ne vado con il sorriso sulle labbra e la certezza che spesso c’è bisogno di queste serate per dare un senso a questa passione, in un momento come questo in cui chiunque si sente in diritto di delegittimarla.
Simone Meloni.