La gara che si gioca a Vicenza fra i locali biancorossi e la Reggina sembrerebbe un big match a guardare i numeri: sono oltre cinquemila le presenze allo stadio (5.251 secondo il dato ufficiale), ben duemila in più rispetto a quando al “Menti” arrivò davvero la capolista Pisa. Questa volta invece, ai piedi dei Monti Berici è ospite una compagine più modestamente attestata al limite della zona playoff. Mentre al Vicenza sembra non aver sortito troppi effetti la cura Brocchi, il quale subentrato all’esonerato Di Carlo non è però riuscito a risollevar le sorti della squadra, che continua ad annaspare in penultima posizione.

A cos’è dovuto dunque questo boom di presenze? Chiaramente al ritorno sugli spalti degli ultras, che dopo un’iniziale periodo in cui hanno disertato per via delle restrittive norme post-Covid, hanno deciso di rompere gli indugi e tornare a sostenere la squadra, mai come ora bisognosa del loro apporto. Ad onor del vero, tanto del merito, in termini numerici, va anche alla rappresentativa ospite, che nel settore dedicato offre un colpo d’occhio davvero notevole.

Circa 700 i reggini, con la solita immancabile iniezione di entusiasmo apportata dai tanti emigrati del Nord Italia. Oltre alla quantità c’è anche qualità, con lo zoccolo duro del tifo che si compatta dietro le insegne della “Curva Sud” e si rende autore di una prova molto interessante fatta di bei cori, battimani e qualche slancio di colore grazie alle sciarpe e qualche bandiera sporadica.

Positivo anche il ritorno della Sud vicentina che ritrova la sua gente, i suoi riti e anche uno stadio per certi versi rinnovato rispetto a prima della pandemia e della successiva chiusura. Oltre ai nuovi seggiolini ci sono una serie di murales di Osvaldo Oz Casanova che hanno cambiato e migliorato il perimetro del vecchio caro “Menti”.

Sempre piacevole il colpo d’occhio offerto dalla Curva di casa, fra le tradizionali sciarpe al cielo ed i diversi bandieroni dei gruppi con cui gli stessi demarcano in maniera più personale la propria zona, mentre il centro del settore è dominato dallo striscione unico con il nome della squadra. Nel complesso il tifo canoro è buono, con qualche picco molto partecipato, ma si nota anche un po’ di ruggine da smaltire dopo la lunga assenza o, se vogliamo, fra i tanti non appartenenti alle stesse compagnie e che solo allo stadio hanno occasione di rivedersi, questa prima volta è stata anche la scusa per spendersi in qualche chiacchiera e qualche birra in più del solito, levata al cielo nella speranza che questa lunga crisi sanitaria (e a suo modo anche sociale) sia finalmente alle spalle.

In campo, mister Brocchi deve raccogliere l’ennesima sconfitta, mentre la Reggina rilancia le proprie ambizioni in zona playoff incassando tre punti pesanti e scalando qualche importante posizione.

Foto di Pasquale Minniti.
Testo a cura della Redazione.