Nel recente sorteggio dei preliminari di Champions League l’urna ha riservato, per il Celtic di Glasgow, la sfida contro la squadra israeliana dell’Hapoel Be’er Sheva.

L’Hapoel  l’anno scorso ha vinto il suo terzo titolo nazionale, dopo le due vittorie consecutive conseguite nel  1974 e nel 1975, e ora insegue la sua prima storica qualificazione nella fase a gironi della massima competizione europea per club. Nel turno precedente ha avuto la meglio sui greci dell’Olympiakos.

In vista di questa imminente sfida (la partita di andata si giocherà in Scozia il prossimo 17 Agosto, mentre il ritorno è previsto per il 23) le autorità israeliane hanno fatto sapere che non verranno tollerati bandiere o messaggi di solidarietà nei confronti della Palestina da parte della tifoseria del Celtic.

“Io non credo che sarà permesso ai tifosi di esibire bandiere a favore della Palestina. Non capisco inoltre per quale motivo uno scozzese debba andare in Israele con addosso una bandiera palestinese”, ha recentemente dichiarato un portavoce dell’ambasciata israeliana a Londra. Gli ha fatto poi eco l’ufficio esteri israeliano, visto che la partita di ritorno si giocherà a sole 35 miglia dalla Striscia di Gaza:  “La situazione di sicurezza è tesa ed imprevedibile, ci sono episodi di violenza in Israele, Cisgiordania, Tel Aviv, Gerusalemme, nella zona del porto di Damasco oltre a frequenti scontri tra manifestanti e polizia. C’è il rischio che i turisti o i tifosi in trasferta possano essere coinvolti in incidenti”.

I riferimenti alla vicinanza alla causa palestinese da parte della tifoseria più calda del Celtic sono evidenti. Nel 2014 il club scozzese venne addirittura multato dalla UEFA a causa di una coreografia organizzata dalle Green Brigade in occasione della sfida contro la squadra islandese KR Reykjavik. In quel contesto, a pochi giorni dal termine delle ostilità dopo l’ennesimo ferocissimo scontro tra le forze israeliane e Hamas,  la tifoseria del Celtic si era resa protagonista sventolando numerose bandiere palestinesi nel proprio settore.

Le autorità israeliane, in vista di questa delicatissima sfida, hanno quindi voluto sottolineare, tramite anche gli organi di stampa internazionali, l’articolo 16, comma 2, del regolamento disciplinare della UEFA (la stessa normativa utilizzata per sanzionare in passato la tifoseria del Celtic) che prevede  che “tutte le associazioni e i club sono responsabili per il seguente comportamento inadeguato da parte dei loro sostenitori […] l’uso di gesti, parole, oggetti o qualsiasi altro mezzo per trasmettere qualsiasi messaggio che non è idoneo per un evento sportivo, in particolare i messaggi che sono di natura politica, ideologica, religiosa, offensivi o provocatori .”

E, in questo contesto, l’UEFA considera la bandiera Palestinese come un simbolo politico e provocatorio.

Daniele Caroleo.