Sono passati ben 13 lunghissimi anni dall’ultimo campionato della vecchia C1 e il pubblico pesarese risponde con 1.800 persone a questo ritorno, a questo appello con la storia.  Ospiti in 127, non c’è il tutto  esaurito ma è comunque una bella cornice di pubblico nel nuovo “Benelli”, in cui la giunta comunale ha investito 2 milioni di euro per implementare il sintetico, sistemare la tribuna “Prato”, la tribuna centrale e l’impianto di illuminazione. La promozione nel professionismo ha, di fatto, imposto di completare il tutto. Si è lavorato inoltre sulle vie di fuga, sostituite le attrezzature del campo principale, l’impianto di filodiffusione e la videosorveglianza, voluta dalla Questura “per uno stadio più fruibile e sicuro”. Rifatti infine in toto gli impianti elettrici, sistemati i box in acciaio e vetro, tribuna stampa inclusa, panchine e bagni degli ospiti. Un riammodernamento davvero importante.

Pronti e al via si scalda subito la “Prato” con alcuni sfottò, appena arrivano i “Gubbio Supporters”. La parte centrale, guidata da “Vecchia guardia” e “1898” si focalizza su numerosi battimani e cori a ripetere, calando poi a metà del primo tempo, dopo il rigore sbagliato dal bomber pesarese Diop e il conseguente vantaggio egubino siglato da Marchi che frena gli entusiasmi.

I rossoblù umbri, giunti in un discreto numero, partono bene e hanno altrettanto buona continuità, aiutati in questo dal vantaggio. La truppa capitanata dai già citati “Gubbio supporters” e dalla “Sezione Cantiano” non riuscirà alla lunga ad essere competitiva come nel primo tempo, segnalandosi poi per un saluto particolare all’ex capitano della promozione in Serie B Marco Briganti, attualmente difensore della Vis.

In 4 minuti, a metà secondo tempo, Pesaro ribalta il risultato con il subentrato bomber Olcese che realizza una doppietta e fa esplodere il “Benelli” tutto. Si alzano i bandieroni di “Gioventù”, “1898”, “Vecchia guardia” e sopratutto quello per Kapo. I pesaresi dopo il vantaggio non smetteranno più di incitare i propri beniamini, coinvolgendo tutto il settore, saltellando e indirizzando ripetuti cori offensivi contro le più odiate rivali di sempre Fano e Rimini.

Tommaso Giancarli