17-03-2018: Viterbese – Arezzo 2-0
Serie C Girone A

Dopo le tristi vicende societarie ed il conseguente mese di inattività fra partite non disputate e rinviate, l’Arezzo torna in campo questo sabato sera affrontando la Viterbese, fresca di qualificazione alla finale della coppa Italia di serie C e quarta forza del girone A. Per l’occasione, a condividere il viaggio e la partita ci sarà il buon Michele, un pezzo importante di Sport People.

Arriviamo con largo anticipo allo stadio “Enrico Rocchi” dove sinceramente, almeno questa sera, non c’è il pubblico che una squadra quarta in classifica meriterebbe. Gli ultras viterbesi, invece, cercano di compattarsi in maniera uniforme a centro curva e prima della gara sventolano un paio di bandieroni e altrettante bandiere. D’altro canto gli ospiti arrivano a ridosso del fischio d’inizio, ma sono l’altra faccia della medaglia rispetto a squadra e soprattutto società: si presentano in oltre duecento unità e pur avendo qualche difficoltà all’ingresso, poco prima del via sono tutti quanti sui gradoni.

A livello coreografico i toscani espongono “ORGOGLIO AMARANTO”, un unico striscione significativo di risposta al delicato momento che stanno attraversando. Dietro di esso vengono sventolati vari bandieroni, qualche bandiera ed alzati tanti stendardi tutti molto curati e ben rifiniti come è nello stile degli aretini. Inoltre espongono un lungo striscione, che è una richiesta particolare alla squadra dopo questo periodo buio: “PER UNA CITTÀ CHE NON HA MAI SMESSO DI LOTTARE…ORA C’È UNA SALVEZZA DA CONQUISTARE!” ed accendono 4-5 torce ad illuminare il loro settore.

Nel primo tempo i padroni di casa, tutti uniti e compatti al centro, pur non essendo numerosi, cercano di tifare abbastanza continuamente, seppur non riuscendo ad essere sempre lineari. Nel loro tifo saranno predominanti i tantissimi battimani, effettuati da tutti i componenti, ad accompagnare i cori ed anche le sbandierate.

Nella seconda frazione dopo appena cinque minuti la Viterbese passa in vantaggio con Jefferson e dopo due minuti raddoppia su rigore, siglato sempre dallo stesso bomber gialloblù, cosicché lo stadio può finalmente esultare liberamente ed anche gli ultras della curva alzano l’asticella dell’intensità corale, cercando di essere più continui rispetto al tifo fatto nella prima frazione. I battimani sono sempre la parte forte del loro repertorio, così come anche le sbandierate.

Tornando ai toscani ed al loro ritorno in trasferta, per l’occasione, si festeggia anche un noto ultras amaranto per le sue 401 trasferte al seguito dell’Arezzo, con uno striscione esposto all’interno della curva. Nel primo tempo gli aretini partono un po’ con il freno a mano tirato, ma dopo essersi organizzati cominciano a tifare in maniera decisa, sventolando i bandieroni. Espongono inoltre altri striscioni, nello specifico: “DUCCIO E ROBERTO GRAZIE!” e “GHINELLI BERTINI: QUESTA VOLTA LO STRISCIONE…È PER DIRVI GRAZIE!”. Durante questa prima parte di gara, spaziano a trecentosessanta gradi dai battimani alle sbandierate, dai cori continui a quelli a rispondere, inoltre, di tanto in tanto, alzano i loro bei stendardi.

Nel secondo tempo la Viterbese realizza i suoi già citati due goal e inevitabilmente gli ospiti accusano il colpo, pur non facendo mancare qualche bel battimani veramente ben eseguito. Alla mezzora effettuano una bella sciarpata mescolata a bandieroni, bandiere, bandierine e stendardi a rendere colorato il proprio settore mentre la partita si avvia in chiusura.

Al fischio finale entrambe le squadre vanno a raccogliere gli applausi dei propri sostenitori sotto i rispettivi settori. I gialloblù continuano ad effettuare battimani ed applaudire i giocatori che portano la Viterbese ad occupare il terzo posto in classifica, in coabitazione con il Pisa. Gli aretini invece oltre ad applaudire la squadra nonostante la sconfitta, alzano gli stendardi ed espongono un altro striscione: “L’ODORE DELL’ERBA, IL VERDE DEL CAMPO, 11 MAGLIE AMARANTO… IN FONDO NON È CHIEDERE TANTO!”. La loro personale partita è stata già vinta con il salvataggio della squadra dal fallimento, ora spetta a chi scende in campo portare l’Arezzo alla salvezza.

Infine segnalo i cori contro che le due tifoserie si scambiano tra loro: calcolando che un tempo c’era amicizia ed ora leggera rivalità, a dimostrazione che il tempo passa, le generazioni cambiano e le situazioni si capovolgono.

Testo di Marco Gasparri.
Foto di Marco Gasparri e Michele D’Urso.

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