Qualche stagione fa sarebbe stato il derby dell’amicizia: le due tifoserie erano legate da un profondo gemellaggio, del resto le visite erano all’ordine del giorno in quanto la distanza che separa Pisa da Carrara è quasi irrilevante. Da aggiungere che i nemici in comune sono molti, inutile fare un lungo elenco, ragion per cui il rapporto era piuttosto sentito e tenuto in considerazione. Oggi le cose sono cambiate e la tessera del tifoso ha fatto diverse vittime, visto che sia carrarini che pisani hanno deciso anche per questa stagione di rinunciare alla tessera, perciò oggi nel settore destinato agli ospiti, invece di vedere i drappi della Curva Nord Carrara, si notano un paio di striscioni che non fanno riferimento a realtà ultras vere e proprie. Ospiti che sono una cinquantina ma che a livello coreografico offrono solamente un paio di bandiere, mentre a livello di cori c’è da segnalare un “Livorno, Livorno vaffanculo” eseguito prima dell’inizio dell’incontro. Per il resto intonano altri 3-4 cori in tutta la partita. Poca roba, ma certamente dai presenti non era lecito attendersi di più; sicuramente l’assenza forzata degli ultras ha impoverito, e non di poco, la sfida sugli spalti.

Pubblico non delle grandi occasioni: sono circa seimila i presenti, numero di tutto rispetto ma che per una piazza come Pisa non è certamente tra i top. Resta comunque lo zoccolo duro in curva che, indipendentemente dai risultati della squadra, resta fedele alla propria posizione continuando a svolgere il proprio compito.

Fuori dal contesto del tifo, da segnalare il bel gesto delle due società che, per la partita in questione, decidono di mettere all’asta le maglie dei giocatori dotate di una speciale patch, in modo da finanziare la ricostruzione di un asilo a Carrara che ha subito ingenti danni causati dall’alluvione di questo periodo.

Ad inizio gara viene osservato un minuto di silenzio per ricordare Martina Del Giacco, la giovane ragazza pisana scomparsa di casa il 9 novembre e trovata cadavere nelle acque dell’Arno. La Curva Nord si unisce al dolore esponendo uno striscione in memoria della ragazza, tra gli applausi di tutto lo stadio: “Ciao Martina”.

I messaggi scritti degli ultras di casa non finiscono qui: infatti, con le squadre pronte a dare il via alle danze, la Curva Nord sfodera il secondo striscione e questa volta viene espresso il pensiero proprio sulla questione dell’alluvione che ha colpito Carrara e le zone settentrionali della Toscana: “Personale disonesto ed incompetente = il solito lavoro scadente. Basta disastri annunciati, Pisa è vicina agli alluvionati di Carrara”. Ultras o non ultras, gli applausi di tutto lo stadio sono sinceri, come sincera è la risposta dei presenti nel settore che non possono congratularsi per le parole espresse. Tanto per non farsi mancare nulla, dietro lo striscione vengono accese diverse torce, un po’ per creare il giusto colore, un po’ per sottolineare un messaggio che assomiglia parecchio ad un’accusa ben precisa.

Una volta riposto lo striscione, parte il tifo della Curva Nord, continuo ed incisivo. Si viaggia su ritmi elevati, con pochissime impennate ma con una continuità esemplare, tanto che le pause sono ridotte al lumicino e la partecipazione ai cori è di tutto rispetto. Lo zoccolo duro della curva riesce a coinvolgere anche quei tifosi disposti nelle zone laterali, così i cori sono determinati e seguiti, favoriti dal fatto di non aver di fronte un avversario che mette i bastoni tra le ruote. Sui gradoni la protagonista della serata è la Curva Nord che, oltre ai cori, non manca di esprimere i propri giudizi. Novembre dagli ultras è ricordato come il mese della tragedia di Gabriele Sandri e, pur a distanza di anni, anche gli ultras locali vogliono tornare a dire la loro sulla vicenda:”11/11/2007 Ciao Gabriele”. I cori che accompagnano l’esposizione dello striscione sono quasi scontati: “Giustizia per Gabriele” e “Noi odiamo Spaccarotella” vengono cantati da una bella fetta di curva; ormai i due nomi sono arci noti anche tra chi non è prettamente ultras in senso stretto. La vicenda è stata talmente eclatante che difficilmente può essere sepolta nell’album dei ricordi.

Tra un messaggio e l’altro, il tifo continua a restare su livelli più che discreti. I cori sono tutti rivolti a squadra e città, malgrado qualche divagazione che ricorda i diffidati oppure, in tono opposto, le forze dell’ordine. Tanti battimani e colore, assicurato dalle bandiere sventolate nella zona centrale; tra queste spicca un bandierone piuttosto malmesso dei “Rangers” tornato in auge per l’occasione. Il primo tempo termina sul risultato di partenza ed a ben vedere il pareggio a reti bianche rende bene l’idea di ciò che è accaduto sul terreno di gioco, dove le due squadre hanno fatto poco o niente; il Pisa ha provato con scarsi risultati ad imporre il proprio gioco, la Carrarese si è difesa senza neanche troppi affanni, provando a colpire di rimessa. Troppo poco.

La ripresa si apre con un altro messaggio della Curva Nord:”11/07/2003 continuate a negare le vostre colpe. Verità per Lonzi”. La vicenda non è conosciuta al grande pubblico, ma a queste latitudini ha avuto non poco eco: Marcello Lonzi era un ragazzo livornese morto nel carcere delle Sughere in seguito ad un infarto. Peccato che il ragazzo avesse otto costole rotte ed una mandibola fratturata ed invano, secondo alcuni testimoni, avesse cercato di richiamare l’attenzione delle guardie chiedendo l’intervento di un medico. Naturalmente gli organi ufficiali non hanno mai parlato di un pestaggio finito male, naturalmente i giudici si son ben guardati da fare simili valutazioni, la beffa finale sarebbe l’archiviazione del caso. Oggi per gli ultrà domani in tutta la città si diceva un tempo!
Passano una manciata di minuti e c’è probabilmente il punto più alto della serata, con i “Rangers” che festeggiano i loro 35 anni di attività: viene esposto il vecchio striscione da trasferta con un messaggio che riprende la vecchia frase coniata dal gruppo:”1979-2014 il nostro tifo…è una lotta continua”. Segue uno spettacolo pirotecnico non da poco: vengono accesi fumogeni e torce in abbondanza, mentre il vecchio bandierone continua a sventolare imperterrito. Bello spettacolo per ricordare un evento non da poco. Trentacinque anni per un gruppo ultras sono un’enormità, peccato che certi festeggiamenti vadano fatti un po’ in clandestinità.

Si torna a tifare, la partita prosegue con il Pisa all’arrembaggio, ma la squadra palesa dei limiti. Il tifo di fede nerazzurra va a folate: alcuni cori sono potenti ed incisivi, altri vengono cantati solo dallo zoccolo duro. Non manca un po’ di sfiducia da parte del pubblico che si infiamma quando la squadra mette alle corde la Carrarese mentre in altre occasioni, quando qualche giocata non riesce troppo bene, non manca di far sentire il proprio disappunto con qualche fischio. Anche gli ultras chiamano ad un impegno maggiore i giocatori: un paio di cori si alzano decisi chiedendo di lottare e giocare da ultras ma la risposta che arriva dal terreno verde è un buon impegno ma anche tanta confusione.

Il risultato si sblocca nei minuti di recupero: il Pisa è proteso in avanti a cercare il gol, la Carrarese ne approfitta e con un contropiede riesce a trovare il colpo dell’ko. Festa nel settore dei tifosi gialloblù che a fine partita si portano a ridosso della vetrata a festeggiare con la squadra una vittoria insperata alla vigilia. Di altro tenore il pubblico di casa, il quale fischia sonoramente la squadra che, nonostante tutto, rivolge un applauso ai presenti, mentre anche gli ultras della Curva Nord chiedono un maggior impegno. Un passo falso che allontana il Pisa dalla vetta del campionato.

Valerio Poli