Altra personale gita fuori dai confini toscani: questa volta la meta è la Liguria, anche se La Spezia rappresenta un po’ geograficamente lo spartiacque tra le due regioni italiane.
Giornata non fredda ma estremamente umida. A complicare i piani entra in gioco, verso la fine del primo tempo, una pioggia battente che disturba e non poco i presenti.
A far visita al quotato Spezia è il Bologna, altra formazione che ha tutte le carte in regola per cercare di entrare in quel lotto di squadre che si giocheranno la possibilità di andare nella massima serie. Sia dal punto di vista prettamente calcistico, che dal punto di vista ultras, la partita offre spunti degni di nota. Tralascio ovviamente formazioni ed azioni di gioco e punto l’indice nella sfida tra due tifoserie che non si amano e che, tra le altre cose, stanno vivendo un periodo comunque positivo, in controtendenza al resto del panorama dove vi sono realtà con un passato di tutto rispetto ma che stanno facendo una fatica enorme a portar avanti la baracca, tra le mille insidie che ormai si riscontrano in mezzo a chi vuol essere protagonista sui gradoni. Non che a Bologna e a La Spezia manchino certe problematiche (i numeri dei diffidati sono cospicui), ma evidentemente le due piazze hanno saputo organizzarsi al meglio e convogliare le forze a propria disposizione in maniera esemplare, provando a cementificare invece di separare, ed alla fine i risultati sono visibili un po’ a tutti.
La buona forma delle due tifoserie si vede fin dai numeri della giornata: allo stadio “Picco” si riscontra il tutto esaurito, gradinata e tribuna sono piene fino all’orlo, la Curva Ferrovia è un muro umano ed anche nel settore ospiti alla fine si contano un ottimo numero di persone. Sulla qualità di questa o quella tifoseria si può discutere all’infinito, sulla bontà di un azione o meno il parere può essere personale, sui numeri c’è l’obiettività e, viste le difficoltà del momento, è indubbio che la presenza numerica sia un fattore prioritario. In questo caso non può neanche essere tirata in ballo l’odiosa tessera del tifoso, perciò non c’è paragone o argomentazione che tenga.
In Curva Ferrovia domina un lungo striscione che racchiude tutte le entità della curva, scelta che ricalca un po’ altre realtà che nel momento di crisi generale hanno voluto fare un passo indietro ed anteporre la collettività all’individualismo. In questo caso, però, si vedono ad occhio nudo i vari gruppetti che in curva coabitano senza troppi problemi. Anche a livello cromatico la differenza è visibile ed il risultato è quanto mai apprezzabile, poiché la parte inferiore del settore è praticamente occupata interamente dagli ultras che non fanno mancare il proprio apporto alla squadra.
Anche nel settore ospiti sono molte le pezze che contraddistinguono l’universo rossoblù, ma anche in questo caso l’unità di intenti sembra avere la meglio sulle diverse vedute ed infatti i cori saranno per lo più cantati all’unisono.
Le due tifoserie si mostrano vivaci già dalle prime battute e sia spezzini che bolognesi accolgono le squadre in campo con una coreografia: la Curva Ferrovia opta per cartoncini bianco-neri con un telone centrale, spettacolo gradevole vuoi per l’ottima disposizione dei cartoncini, vuoi per la conformazione di una curva che ricorda, neanche tanto vagamente, il “Velodrome” di Marsiglia. I bolognesi vanno sul grande classico: torce e fumogeni vengono accompagnati da sciarpe e bandiere, spettacolo semplice ma pur sempre d’impatto.
Se la rivalità tra i due schieramenti per me non è un mistero, a chiarire l’aspetto ci pensano i padroni di casa che sfoggiano un paio di cori offensivi, per poi passare ad incitare la squadra. La parte bassa della curva canta ininterrottamente. L’aspetto complicato e migliorabile è quello dell’organizzazione: in alcuni casi i cori sembrano cantati a due voci perché non vanno proprio all’unisono, piccolo neo che spesso si ritrova in quelle piazze dove i numeri sono importanti. A livello di colore c’è da segnalare qualche bandiera ed un paio di due aste che spesso e volentieri fanno capolino. I locali, dopo una decina di minuti, propongono pure una bella sciarpata: gli esiti sono positivi. L’inverno è alle porte e, nonostante la temperatura non sia ancora rigida, la sciarpa comincia ad essere un elemento quasi imprescindibile dell’ultras, il “Made in Italy” lo impone.
Dalla mia posizione, sotto la Curva Ferrovia, non sempre sento i cori dei bolognesi, anche se noto con piacere i battimani che si susseguono. Qualche coro arriva comunque chiaramente da questa parte: un “Vaffanculo a tutto lo stadio” è chiarissimo, come chiari sono gesti e fischi che i bolognesi si prendono per tutta risposta. Bello e chiaro è anche il coro che gli ospiti fanno a due voci, “Rosso-blu, rosso-blu” ripetuto che poi sfocia in un’unica voce. A livello di colore la Andrea Costa formato trasferta non si fa mancare nulla: parecchie bandiere di bella fattura, qualche bandierina che in trasferta fa sempre piacere vedere ed infine un paio di torce accese nella maniera più clandestina possibile. I bolognesi confermano l’ottimo periodo di forma incitando la squadra e non mancando di rispondere per le rime ai rivali odierni.
La ripresa si apre con una pioggia che comincia a diventare tambureggiante, ma che evidentemente non disturba l’attaccante rossoblu Cacia il quale, pronti-via, insacca il pallone alle spalle dell’incolpevole estremo difensore spezzino. Gol del vantaggio festeggiato sotto il settori che si catapulta alla vetrata per abbracciare idealmente l’attaccante, una torcia accesa e lasciata cadere a terra e gruppo che torna a compattarsi a centro settore. Se il gol doveva accendere ancor di più l’entusiasmo tra gli ospiti, l’euforia dura lo spazio di pochi minuti, visto che i bolognesi invece che aumentare la propria spinta hanno una inaspettata involuzione con cori che faticano ad alzarsi. Dall’altra parte, gli ultras spezzini sembrano non curarsi del momentaneo svantaggio e fanno di tutto per sostenere a dovere la squadra: il tifo continua ad alzarsi senza troppi problemi, anche se la pioggia fa ammainare più di una bandiera. I bolognesi tornano a farsi sentire verso metà tempo, quando i cori si fanno più massicci e seguiti: qualche bandiera torna a donare un po’ di colore e l’incitamento diventa finalmente degno di nota. Anche in questo scorcio di partita i cori che si scambiano le due tifoserie non sono certo amichevoli e sono soprattutto i padroni di casa ad alimentare una rivalità che sembra proprio non scemare.
Sul terreno di gioco praticamente si gioca ad una porta: il Bologna pensa solo a difendersi, mentre lo Spezia attacca con tutti i suoi elementi. Malgrado le sostituzioni, il gol non arriva. Nell’ultimo minuto di recupero, quando la partita si avvia al termine, lo Spezia trova il gol del pareggio che fa esplodere il “Picco”: torcia accesa in curva, mentre tutto lo stadio si rivolge rabbiosamente agli ospiti che accarezzavano l’idea di portarsi a casa i tre punti. L’ultimo minuto di gara si gioca con la curva spezzina che incita veemente la squadra per cercare il colpo da tre punti, ma il tempo è tiranno. Finisce con i giocatori in casacca bianca che esultano come se avessero vinto la partita, ed in effetti il bicchiere va visto mezzo pieno, mentre la curva rivolge le ultime offese agli ultras rossoblu.
Sicuramente in questo pomeriggio si è avuto la conferma di due realtà che ultimamente stanno facendo vedere belle cose. Il campionato del tifo è ancora lungo, ma spezzini e bolognesi recitano e reciteranno un ruolo da protagonisti.
Valerio Poli