Classica domenica mattina che cade sul confine tra l’inverno e la primavera. Mentre il clima resta alquanto freddo e secco, il cielo mostra un sole luminoso che illumina alberi e piante già pronte per rifiorire ed offrire colori ed odori per la nuova stagione. Per me, da sempre allergico a pollini ed affini, questo è un periodo in cui mi sono sempre sentito combattuto: se da una parte, infatti, c’è l’affascinante avvento della bella stagione, con le giornate che si allungano, dall’altra ci sono starnuti, fazzoletti ed occhi sempre rossi e lacrimanti. E’ mentre penso a tutto ciò che monto in macchina avviandomi in direzione Castelli Romani. Conosco così bene questo percorso che ormai lo potrei fare ad occhi chiusi. Rampa del Raccordo, svincolo per l’Appia e poi dritto fino ad Albano.
Essendo le 9:30 di gente in giro ce n’è davvero poca. Quasi tutti dormono o si stanno godendo la domenica nelle proprie case. Io invece, che trovo una domenica senza stadio inutile e deprimente, tanto da preferirle un giorno lavorativo, mi sto muovendo con macchinetta ed obiettivi al seguito. La destinazione finale è lo stadio Pio XII dove i padroni di casa dell’Albalonga ospiteranno il Semprevisa, squadra di Carpineto Romano (provincia di Frosinone) che prende il nome dall’omonimo monte da cui è sovrastato il paese. I biancoverdi sono
al loro primo anno di Eccellenza e, da un paio di anni a questa parte, sembra siano seguiti anche da un manipolo di tifosi, sia in casa che in trasferta. Dalle foto catturate in giro per il web, ho carpito che lo striscione dietro al quale si identificano gli ultras ciociari riporta la sigla degli Ignari. Ad onor del vero, in quel di Albano quest’oggi, non si vedranno pezze, né tanto meno striscioni.
Ma andiamo con ordine. Arrivato all’esterno dello stadio, parcheggio e ritiro l’accredito. E’ ancora abbastanza presto, così ne approfitto per fare un giro, entrando sul terreno di gioco, quando manca praticamente un quarto d’ora al calcio d’inizio. Sul fronte casalingo, presente come sempre la pezza dei Warriors quest’oggi affiancata da quella degli storici gemellati della Lodigiani. Un’amicizia lunga quasi un decennio che ha saputo resistere alle intemperie ed alle sventure che i due gruppi hanno dovuto attraversare senza soluzione di continuità. E’ andata un po’ meglio ai biancoblu, che almeno una squadra da tifare ce l’hanno ancora, seppure resta davvero complicato fare aggregazione ultras in una realtà come quella albanense, dove i giovani sono più occupati a scimmiottare la vicina Capitale che a buttare un occhio di riguardo verso le tradizioni e la storia della propria città.
Albano Laziale, va ricordato, vanta natali antichissimi ed un ruolo fondamentale nella tradizione e nella forbita serie di leggende esistenti nella mitologia romana. I primi insediamenti nel territorio dell’attuale comune si contano ben 3000 anni fa; inoltre, l’antico centro urbano, Alba Longa, il più importante degli insediamenti latini, fu, secondo leggenda, distrutto dai Romani in seguito alla Battaglia di Fidene (in cui il Re di Alba Longa, Mezio Fufezio, venne ucciso e squartato realmente), non venendo mai più ricostruito e facendo sì che tutti i suoi abitanti si trasferissero sul colle Celio per ingrandire l’allora nascente Roma. La guerra tra Roma ed Alba Longa è ben narrata nelle due figure leggendarie degli Orazi e dei Curiazi. Con i primi, vincitori, a rappresentare Roma ed i secondi, sconfitti, a rappresentare i popoli latini minacciati dalle mire espansionistiche dei Romani.
Fatto questo piccolo, ma sempre avvincente, cenno storico/mitologico, possiamo tornare alla più semplice cronaca del tifo. Nel settore ospiti, poco dopo il fischio d’inizio , fanno capolino una decina di tifosi biancoverdi, come detto senza striscioni e segni di riconoscimento. Il loro tifo sarà abbastanza buono per tutta la gara, seppur
con qualche pausa di troppo. I Castellani, anche se in numero esiguo, si danno da fare sventolando le loro bandiere e divertendosi per diversi minuti sulle note del Dale Boca. In campo l’Albalonga regola l’avversario con un’ottima prestazione che frutta due reti nel primo tempo. Nel secondo tempo al Semprevisa non riesce l’impresa di rientrare in partita ed i padroni di casa mettono in tasca punti fondamentali per la rincorsa alle prime due posizioni.
Dopo gli ultimi scatti è arrivato il momento di riordinare lo zainetto ed uscire. Smaltito velocemente il deflusso, un’Appia pressoché deserta e tutta in discesa mi accompagna fino a casa. Un’altra domenica è andata.
Testo di Simone Meloni.
Foto Valerio Caprino.