È arrivato il grande giorno. Terzultima giornata del girone H di Serie D, in virtù dei sette punti di vantaggio sul Martina, l’Altamura contro il Gallipoli ha il primo match ball per chiudere questo campionato. A prescindere dal risultato degli avversari, una vittoria significherebbe festeggiare matematicamente la promozione in Serie C, proprio davanti al pubblico amico. Categoria che mancava dal 1996-97 anche se, a voler essere pignoli, quella era la vecchia C2 e dopo la riforma, questa Serie C unica corrisponderebbe alla vecchia C1 dove non erano mai stati prima. Proprio per questo in settimana è scattata la febbre con l’immediata la caccia al biglietto per quest’incontro. Polverizzati in pochi giorni tutti i tagliandi disponibili, la forte richiesta ulteriore da parte del pubblico di casa, aveva visto susseguirsi varie ipotesi tra le quali persino la costruzione di una tribuna provvisoria e l’implementazione di uno steward per ogni tifoso ospite, in modo da poter utilizzare almeno parte della tribuna a loro destinata, trovando però il niet degli organi di sicurezza nonostante l’assenza di rivalità fra le due tifoserie.

Sciarpe, bandiere, squarci di biancorosso in ogni balcone, finestra, strada della città dell’Alta Murgia. È praticamente la popolazione intera che respira e sospira per questo ritrovato amore, tenuto in vita dalla tifoseria organizzata anche nei momenti più bui, a partire dalla non semplice scelta di seguire il Real Altamura in Promozione abbandonando lo storico US Altamura in Eccellenza nelle mani del padre-padrone Franco Tafuni. Si potrebbe aprire l’eterno dibattito su cosa renda una squadra degna di rappresentare la propria città: una matricola? Il marchio? Il nome? La legittimazione popolare? Sono scelte soggettive e non è nemmeno il caso di discuterne se non direttamente coinvolti. Quello che è certo che il vuoto fatto attorno a quell’Altamura costrinse il contestato presidente a sciogliere il sodalizio, mentre quello eletto dal tifo organizzato a proprio degno rappresentante, si trova qui oggi a festeggiare la C e questa è già una risposta abbastanza eloquente.

Arrivo ad Altamura alle 11, il tempo non promette niente di buono. Freddo gelido e vento la fanno da padroni ma tutto passa in secondo piano. I ragazzi dei gruppi organizzati, ospitali come sempre, sono già in giro per le strade del centro storico vestito a festa, non solo per la vittoria del campionato ma anche per una rievocazione federiciana che richiama sempre tantissimi visitatori trasportandoli in un affascinante viaggio nell’Altamura duecentesca degli Svevi. Appuntamento dunque non solo con la matematica ma anche con la storia dunque. Tutte le congiunture astrali sembrano convergere in questo momento magico per la città.

Dopo il centro storico la fiumana di gente si raccoglie intorno allo stadio dove già migliaia di persone con bandiere e sciarpe biancorosse attendono di poter prendere parte a questo evento. Alle 15 l’attesa finalmente finisce e cominciano gli ultimi fatidici novanta giri di lancette, minuti che sembrano interminabili.

Il settore dei tifosi giunti dal Salento ha il compito di credere al miracolo e strappare ogni punto prezioso ai fini di una classifica molto precaria. Arduo di fronte ad uno stadio pieno come non lo si era mai visto, pronto a spingere con tutte le forze la propria squadra. Difficile quantificare le presenze, oltre ai tagliandi venduti ci sono i ragazzini a cui è concesso l’ingresso gratuito mentre tante altre persone ancora si inerpicano sui muretti o semplicemente restano all’esterno in attesa, con il fiato sospeso.

Con il risultato ancora inchiodato sullo zero a zero, l’ansia che cominciava a serpeggiare è stata spazzata dal dischetto da Loiodice, fra i giocatori simbolo di questo campionato. Il “Tonino D’Angelo” esplode in un boato di gioia, bissato dopo appena un minuto da Lattanzio. È l’apoteosi, l’Altamura trova il suffragio della matematica. La serie C non è più un sogno e con ancora due giornate dalla fine, la festa può riversarsi in città. Il cielo grigio che aveva accolto questo nuovo giorno lascia il campo al sole che sgombra anche gli ultimi scaramantici timori. Auguri Altamura, la serie C è tua!

Testo di Pier Paolo Sacco
Foto di Pier Paolo Sacco e Imma Borrelli