In una fredda giornata di fine autunno, esco di casa presto pensando che, nonostante il maltempo e il gelo, nulla possa tenermi a casa a poltrire nel sacro giorno del pallone.

Sono anni che guardo (e seguo) con attenzione quello che abitualmente viene definito “calcio minore”, che personalmente considero un mondo dove l’ultras riesce ancora a esprimere il suo modus vivendi, senza sottostare a certe regole che mi tengono, da anni, lontano dai grandi palcoscenici.

Che poi, per quanto mi riguarda, di minore non c’è proprio nulla, anzi ci ritrovo quel profumo di periferia del pallone che tanto sa di polvere e realtà.

Arrivo ad Altamura molto presto rispetto all’orario di inizio della partita e faccio un giro di ricognizione attorno allo stadio, dove vedo con piacere tanti bei murales ULTRAS che marcano la zona fuori dalla tribuna occupata normalmente dai sostenitori di casa; da fuori riesco a scorgere questo bel settore coperto che avevo sempre visto con curiosità, solo in foto.

La porticina di ingresso è aperta e la squadra di casa si accinge ad entrare in campo così, approfittando della distrazione di qualche inserviente, mi mischio a loro, riuscendo ad entrare e vedere che, anche all’interno, il settore è ben segnato da qualche altro bel murales in stile prettamente inglese; come dicevo prima, nonostante la repressione si faccia sentire anche qui, il bello di queste serie è la semplicità di intendere il pallone in quella vecchia maniera tanto cara a quei nostalgici di un calcio d’altri tempi.

Verso le 14 la situazione inizia a movimentarsi, sia con l’arrivo dei blu che degli ultras locali e ospiti, i quali si preparano a quei 90 minuti di battaglia che per molti sono linfa di vita; agli ingressi i controlli sono abbastanza rigidi, ma ormai conosciamo tutti la prassi ed inutile ripetere le solite menate di sempre sul “loro” operato.

I ragazzi dell’Altamura montano le loro pezze, molto ben curate e colorate, e iniziano a riempire il loro settore a pochi minuti dall’inizio della partita; anche gli ultras ospiti entrano “alla spicciolata” e, mano a mano che si avvicina il fischio di apertura dell’incontro, i due gruppi si stringono e compattano in ottima maniera.

Lo stadio non è esaurito nonostante la classifica faccia sognare, dopo dieci vittorie consecutive, ma il colpo d’occhio della tribuna è buono (e poi non sono uno a cui piace vedere tifosi occasionali che sicuramente fanno fare bella figura ma che oggi ci sono e domani chissà…)

Trovo la tifoseria di casa decisamente in forma: iniziano con una sciarpata sulle note di una famosa canzone di Battisti a cui seguono mani alzate, bei battimani e cori in tipico stile british. Devo aggiungere che il primo tempo è su ottimi livelli con picchi davvero alti: sono piacevoli sia da immortalare, con la cam, che da sentire.

Con il passare del tempo non smettono mai di incitare la squadra e, spesso, quando il “Mura” attacca, il tifo cresce a tal punto da riuscire a sentirli distintamente anche dall’altra parte del campo.

Gli ultras ospiti iniziano davvero bene con cori per la città e per libertà degli ultras che riesco a sentire da lontano: espongono, a partita appena iniziata, uno striscione per i diffidati dopo i noti fatti di Picerno. Seguono cori per chi va a firmare e di incitamento alla squadra, e direi che sommariamente fanno un primo tempo abbastanza buono.

Il match tra le squadre è molto combattuto e si sblocca solo a metà secondo tempo, quando gli ultras neretini esplodono di gioia al gol del vantaggio della loro squadra; la compagine di casa prova in tutti i modi a riequilibrare le sorti della partita ma proprio nel momento migliore, arriva la doccia fredda, con il raddoppio dei salentini.

Lo zoccolo duro degli ultras altamurani, nonostante il risultato sfavorevole, non smetterà mai di sostenere gli undici in campo che rischieranno di capitolare ancora (anche se sarebbe stato davvero immeritato un passivo così pesante); mi risulta encomiabile il loro sforzo di crederci sino alla fine dell’incontro.

Infine segnalo l’esposizione, da parte degli ultras locali, di uno striscione di auguri di buone feste per i diffidati; a quelli di entrambe le squadre va il mio augurio di un veloce ritorno sui loro amati gradoni, tanto cari a chi 7 giorni su 7 soffre, vivendo da fuori il proprio ideale.

Torno a casa contento, per aver visto anche oggi il bagliore di una luce che splende, oltre il grigio del cielo di oggi e del calcio moderno.

Rocco Denicolò