L’Altamura torna ad affrontare la Turris dopo 21 anni. Da allora molte cose sono cambiate nel calcio: la TV che aveva il monopolio oggi si trova a dover dividere il trono con i nuovi mezzi, più social e immediati. Lo spettacolo e le emozioni che però lo stadio ti offre sono immediate, bisogna coglierle subito. La gradinata è ancora in grado di offrire quel sapore particolare che nessuno schermo potrà mai regalarti, se non in maniera filtrata.
Dopo un inizio di campionato entusiasmante (3 vittorie nelle prime 3 partite di campionato) l’Altamura ha rallentato la propria corsa e cerca, tra le mura amiche, immediato riscatto. Lo stadio presenta un buon colpo d’occhio anche se, come spesso accade da queste parti, al fischio d’inizio ci sono ancora molti sono i tifosi che devono varcare i cancelli d’ingresso. Non riuscirò a farmene una ragione, ma devo ancora capire che senso abbia pagare il biglietto per uno spettacolo se poi si decide di perdersi parte dello stesso, oltretutto pure la parte più bella, almeno per noi che viviamo di curve.
Gli undici scendono in campo e il settore murgiano si colora di biancorosso. Il tifo quest’oggi non è dei migliori, ma comunque rimane costante per tutto l’arco della gara. I corallini sono 40 circa e, posizionate le pezze al centro del settore ospiti, sosteranno la propria squadra per tutta la gara. Il pareggio subìto a pochi minuti dalla fine lascia l’amaro in bocca ai padroni casa. Gli ultras della Turris hanno offerto una prova maiuscola, confermando il proprio spessore ultras, frutto di tanti anni di militanza.
Michele D’Urso.