Una vittoria mutilata, questo è ciò che è stato per me il Derby del Foro. Mutilata non perché le tifoserie non siano state degne, anzi, bensì perché ho la consapevolezza che le potenzialità espresse potevano essere molte di più. La disponibilità di biglietti nella Curva Ovest rossonera è visibilmente ridotta rispetto alle reali capacità del settore, come spiega La Meglio Gioventù (gruppo leader della Ovest) nel loro più recente comunicato diffuso sui social. Lo stesso trattamento è stato riservato al settore ospiti, esaurito in poche ore, che conta “solo” 1.100 unità a fronte di centinaia, se non qualche migliaia, di altre richieste pervenute da Pisa. Perché non è stato permesso di esprimere al massimo lo spettacolo sugli spalti? La paura era quella di gestire più di mille persone che arrivavano da una città distante circa 20km?

Premesso questo possiamo passare alle note positive, e sono molte, di questo Lucchese-Pisa. L’arrivo dei Pisani alla stazione ferroviaria di Lucca è accompagnato dagli sguardi sbigottiti dei turisti che non possono capire cosa può significare una partita per queste persone. I pisani iniziano subito a cantare, in particolare cori contro i Lucchesi e Lucca, per surriscaldare subito gli animi. Gli stessi tifosi verranno poi imbottigliati in bus pubblici e portati allo stadio senza che si registri nulla in particolare.

Gli spettatori paganti sono circa 5.400 e questo potrebbe trarre in inganno su quanto questa partita fosse sentita. Di questi tempi io guardo molto alla qualità del pubblico più che alla quantità e devo dire che la rabbia e la voglia di prevaricare l’avversario sono due stati d’animo diffusissimi all’interno di tutto il pubblico, sia di casa che ospite. Sono comunque sicuro che se i prezzi fossero stati più bassi (35 euro in tribuna, 18 nella gradinata, 10 nelle curve) e ci fosse stata un’apertura totale dei settori, il pubblico avrebbe ricevuto una corposa rinfoltita, migliorando così anche l’aspetto numerico.

Ho seguito la partita dalla gradinata scoperta, a stretto contatto con i tifosi di casa, e devo dire che in questo settore è lasciata ai tifosi una certa libertà. Ognuno può seguire la partita come meglio crede, spostandosi come vuole in barba ai posti numerati e via discorrendo. I tifosi sono liberi, sempre in questo settore, di intimorire e inveire contro la squadra avversaria che, ad esempio, si appresta a battere una rimessa laterale, oppure di insultarsi con i tifosi ospiti senza essere ostacolati in alcun modo.

Il nucleo più attivo della gradinata è composto dagli Irriducibili, presenti con tanto di pezza. Il loro tifo non è costante, ma le offese nei riguardi degli ospiti sono state continue nel corso di tutta la sfida. L’ultima nota felice di questa zona dello stadio è la dozzina di ragazzini sotto i dieci/undici anni che non sono stati zitti o fermi un attimo ed hanno sostenuto la propria squadra e insultato gli avversari per tutta la durata della partita. Nonostante tutti i perbenismi imposti dalla società contemporanea, in qualche realtà più distante da Sky e co., sopravvive ancora lo spirito che ha contraddistinto gli italiani nel seguire gli sport e il calcio in particolare, anche nei più piccoli.

Nonostante tutti gli ostacoli imposti da terzi, l’aria che si respira al derby è quella di una vecchia guerra le cui battaglie continueranno a ripetersi fino a che sarà possibile. La partita inizia con una bella coreografia allestita dalla curva lucchese con uno striscione realizzato realizzato e curato molto bene con su scritto “CHI OSA VINCE!!”, sopra di esso un telone copricurva circondato da bandierine rosse e bianche. La scenografia è accompagnata da un bellissimo coro, a mio parere, sulle note di “The Sound of Silence”, che si è poi protratto per vari minuti dopo la fine della stessa. La risposta pisana ovviamente non si fa attendere, anche gli ospiti hanno sostenuto a gran voce i propri giocatori nel corso dell’entrata in campo.

Durante la partita sono stati diversi i cori di sfottò e offesa reciproci, sia da una parte che dall’altra, ma uno in particolare mi ha colpito ed è stato quello nei confronti dei padroni di casa da parte della tifoseria ospite: “Oh Lucchese infame di merda”. Informandomi successivamente ho capito il perché dell’uso così frequente di una parola pesante come questa: durante un derby passato i Lucchesi esposero uno striscione riferendosi in modo ironico a Maurizio Alberti, tifoso neroazzurro morto a La Spezia, al quale è ora dedicata la Curva Nord. Da quel giorno ai tifosi rossoneri è stato affibbiato l’aggettivo “infame” da parte dei tifosi del Pisa. Questo tema è ricalcato, sempre dalla tifoseria ospite, con tre striscioni esposti uno dopo l’altro, che recitano: ”Infame eri” “Infame sei” “Infame sarai”. La Ovest ha fatto spesso e volentieri buon viso a cattivo gioco cantando lo stesso coro, aut-offendendosi goliardicamente, quasi a deridere la mancanza di originalità dei dirimpettai. Anche i tifosi rossoneri hanno riservato uno striscione per i propri avversari giocando su uno slogan molto in voga a Pisa: “Pisa non si Spiega” e sotto “Mitomani”. La prima frase è usata dai gruppi organizzati nero-azzurri (con “Piega” al posto di “Spiega”) come simbolo della protesta contro le numerose diffide arrivate nell’ultimo anno.

Come prestazione totale direi che le tifoserie si sono, tutto sommato, equivalse. Da un lato, i Pisani hanno più continuità e decisione nei cori, inoltre si sono resi protagonisti di una bellissima fumogenata multicolore. Dal canto loro i Lucchesi, invece, hanno realizzato i battimani e cori annessi in maniera più pulita e ordinata, quasi come fossero sincronizzati. Sicuramente il tamburo che hanno suonato, ritmato molto bene, ha dato loro una mano in più. L’unico appunto che mi sentirei di fare alle tifoserie, proprio volendo essere pignoli, è l’accensione di torce anziché fumogeni per i tifosi di casa (di giorno rendono meno) e la disposizione non proprio compatta dietro le pezze di tutta la tifoseria (non solo quella organizzata) per gli ospiti, distribuiti in maniera abbastanza disomogenea nella Curva Est.

È degno di nota il fatto che entrambe le tifoserie si sono rese protagoniste di bellissime esultanze ai gol, molto movimentate. Sia la tifoseria ospite, che l’ospitante hanno contornato la propria prestazione con un paio di sciarpate a testa molto colorate e coinvolgenti.

Dopo la fine della partita, terminata in pareggio anche sul campo, la sfida sugli spalti si è allungata di circa un quarto d’ora. Entrambe le tifoserie hanno ri-esposto gli striscioni di scherno e offesa per i rispettivi avversari e i cori sono continuati di conseguenza.

Il ritorno a casa in treno prosegue con una piccola sorpresa, perché mi ritrovo con lo stesso treno sul quale viaggiano gli ultras pisani anche loro in ritorno. Mi accorgo con piacere che anche tra i tifosi nero-azzuri è folta la presenza di bambini e ragazzetti. Forse per “riportare le famiglie allo stadio”, frase di propaganda dei mass media e delle istituzioni, basterebbe lasciare esprimere alla gente i propri sentimenti, le proprie emozioni e gli impulsi più viscerali, in modo libero e senza restrizioni di alcun genere, ciò che in parte è avvenuto oggi.

Foto di Sauro Subbiani.

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