Che il calcio non sia più lo spettacolo popolare di un tempo oramai lo abbiamo dato per assunto assoluto. Questa passione ci ha spesso obnubilato la mente, e malgrado con estrema coerenza non abbiamo sottoscritto la Tessera del Tifoso, ci ha comunque costretto negli anni a sottostare a derive autoritarie di ogni sorta, ci ha ormai abituato ad un susseguirsi di provvedimenti sempre più restrittivi e sempre più coercitivi della libertà individuale e di gruppo.

Ma ciò che è successo negli ultimi giorni ha veramente dell’inverosimile e rappresenta all’estremo l’assunto che quello che era “il gioco più bello del mondo” sia ormai completamente in balia dello sceriffo di turno che può applicare il proprio piccolo potere a piacimento.

Oggi, sabato 10 agosto 2019, in vista di Monopoli-Cosenza di Coppa Italia, ci si stava preparando a questa imprevista trasferta, imprevista perché da calendario si sarebbe dovuto giocare tra le mura amiche, ma per il secondo anno consecutivo la società Cosenza Calcio ha chiesto l’inversione di campo a causa delle condizioni del terreno di gioco del San Vito-Marulla. Così tutta una città ne paga le conseguenze e deve rinunciare all’esordio casalingo agostano, appuntamento sempre atteso con passione dal popolo rossoblù, per colpa della società e del Comune di Cosenza che ci hanno fatto assistere a questo ennesimo disarmante teatrino.

Ma, malgrado tutto, come dicevamo ci si stava preparando a questa imprevista trasferta, procedendo a prenotare i mezzi, ad attendere l’apertura della prevendita, e una volta libera, ad acquistare i biglietti. Ma il colpo ad effetto era dietro l’angolo: dopo aver venduto per l’intera giornata di ieri i biglietti per il settore ospiti senza restrizione alcuna, il pervicace Prefetto di Bari decide a metà mattinata di bloccarne la distribuzione, annullando i tagliandi precedentemente emessi se non accompagnati dalla Tessera del Tifoso e minacciando pubblicamente di diffida chiunque si presentasse al Veneziani di Monopoli con il biglietto già emesso ma senza la tessera, secondo gli ultimi dettami dell’appena approvato Decreto Sicurezza Bis.

Ora, premesso che questa trasferta NON sarebbe dovuta nemmeno esserci, visto che il Cosenza avrebbe dovuto giocare in casa, premesso che l’attuale situazione politica consente ai singoli questori o prefetti di decidere il bello ed il cattivo tempo, premesso che decidere la mattina prima della partita una cosa del genere dopo aver avviato la prevendita appare una scelta scellerata e figlia di questi tempi bui, ci chiediamo come sia possibile che la società Cosenza Calcio, senza colpo ferire, non scriva una, e diciamo una, riga contro tale decisione, ma si limiti a pubblicare la velina della questura in cui si fa dietrofront sulla vendita libera. Eppure si chiede sempre al pubblico di sostenere la squadra, di starle vicino, di seguirla senza se e senza ma, in casa come in trasferta. Così è stato in tutti questi anni per quello zoccolo duro che questi colori li ha nel sangue, che era a Ribera come a Torino, a Fondi come a Pescara. Non una riga di protesta, che sarebbe comunque probabilmente stata vana, vista la superbia del provvedimento, ma che avrebbe quanto meno fatto sentire una vicinanza a chi ha già speso soldi per preparare una trasferta che non doveva nemmeno esserci e che non potrà essere effettuata.

Ci chiediamo quanto dobbiamo ancora subire??? Ce lo chiediamo sempre più spesso, oggi più che mai. Poi sentiamo quel nodo in gola, quella stretta al cuore che si fa sempre più forte quando si avvicina una nuova gara, una nuova trasferta, nuovamente quella crisi di astinenza si fa sempre più forte, e ci ricaschiamo ancora ed ancora.

Il 10 agosto 2019 è un giorno che rimarrà nella memoria per l’infamia subita, un giorno che non dimenticheremo, come non dimenticheremo chi ha fatto spallucce, chi continua a fregarsene dei sacrifici di chi ha questa passione nel sangue e mai abbandonerà, nonostante tutto, questi due colori.

Vergognatevi! Tutti!