Singolare ma non del tutto nuova la notizia che giunge da Ascoli Piceno: alla fine dell’ultimo Ascoli-Brescia giocatosi il 22 aprile scorso, alcuni tifosi ascolani sono stati sanzionati con delle multe per la contestazione messa in atto a margine dell’incontro. Delusi dallo scialbo pareggio, i tifosi in questione si erano arrampicati sulle ringhiere inveendo contro i calciatori. Si tratterebbe, secondo la rilevazione, di una violazione del regolamento d’uso dello stadio a cui corrisponde una sanzione amministrativa che varia da 103 fino a 516 euro: una novità in quel di Ascoli, ma una già vecchia e triste abitudine in tanti altri stadi. Antesignano fu lo stadio Olimpico di Roma, dove furono comminate multe per tutti quei ragazzi che in piedi sulla balaustra coordinavano il tifo e lanciavano i cori. Con la scusa del regolamento d’uso dello stadio – si intuisce bene – si vuole andare a colpire, penalizzare e definitivamente smembrare il tifo organizzato. Paradosso dei paradossi, nelle successive partite fu esposto, nella Sud di Roma, un’immagine de “Il vigile” interpretato da Alberto Sordi con la scritta ironica “MULTras”: fu multato anche l’autore di questa trovata goliardica, segno evidente del delirio psicotico a cui è giunto il potere nella sua ossessione di sicurezza. Bene ricordare, per chi venisse colpito da certi provvedimenti o da chi, leggendo, pensa siano sanzioni non esageratamente penalizzanti, che alla seconda multa scatta in automatico il daspo. Orwell ci può giusto apparecchiare tavola.