Sono rimasto sconcertato dall’articolo “Basta scioperi in Curva Sud. Ecco perché (e che cosa ci aspetta)”, pubblicato incautamente su questo sito e ripreso da “Il Foglio”. Un tal Sandro di Borgata Ottavia, evidentemente estraneo alle dinamiche di curva, sostiene che se si continua a non entrare anche l’anno prossimo, “è verosimile che resusciti dall’Ade qualcosa di simile al Vecchio Cucs: non ultras, quindi, ma tifosi per professione”. Il Vecchio Cucs è stato un pezzo importante della storia del movimento ultras giallorosso, presente in casa e in trasferta dal 1987 al 1993, anno della riunificazione con il Gam. Conosciuto e rispettato ovunque, ha sempre tenuto in alto i valori della mentalità ultras, con un tifo incessante in tutti gli stadi, con la lealtà e senza compromesso alcuno. Consiglio di verificare sempre le notizie che si pubblicano e di non dare adito a certi personaggi, che si firmano con pseudonimi da tastiera.

Lettera firmata.

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Per rispondere a questa lettera ricorriamo alla solita rubrica “Ask & Answer” del sito. Andando a trattare temi ricorrenti, crediamo così di colpire uno ed educarne cento, se ci si consente l’ironia.

Per quanto riguarda l’articolo specifico, il meccanismo che ci ha spinti a pubblicarlo, e che è un po’ lo stesso per il quale pubblichiamo tutto quanto afferisce alla “Rassegna stampa” (etimologicamente, quindi, provenienti da fonti esterne), è quello di cogliere in esso il barlume di interesse o discussione, facendone elemento di riflessione anziché no coglierne spunti spiccioli di cronaca, pur all’interno di visioni di parte farcite con marchiane cantonate.

In passato eravamo spesso abituati ad introdurre questi articoli, specie quelli più controversi, con alcune considerazioni in merito. Quando la mano prudeva irrefrenabilmente per le castronerie riportate, le invettive finivano per raddoppiare o triplicare in lunghezza le miserie che volevamo commentare.

Negli ultimi tempi, con l’aumento esponenziale della visibilità e quindi della attività collegate a “Sport People”, questa abitudine è venuta meno, sacrificata per ovvia mancanza di tempo a fronte degli impegni vertiginosamente aumentati. Abbiamo colpevolmente dato per scontato che chiunque leggesse, potesse sintonizzarsi su questa consolidata e vecchia lunghezza d’onda, quando in realtà non tutti ci leggono dal 2003. Sì, forse siamo stati incauti. Ingenui. Sognatori a pensare al passato e uniformare tutti al nostro metro di valutazione.

Nel breve scritto in questione era balzato anche a noi all’occhio quella sparata a zero sul “Vecchio Cucs”. L’avevamo ugualmente ritenuta ingenerosa e decontestualizzata: nella storia di una curva che in quel momento storico rappresentava la storia del mondo ultras (le ridondanze valgono come licenze poetiche?), comprimere così su quel giudizio lapidario un gruppo intero, le sue tante vicende, chi vi ha militato con fierezza e onestà, creava anche in noi più di qualche timore che potesse dare adito a polemiche.

Però avevamo deciso di correre ugualmente il rischio. Al di là di quel particolare, l’articolo era per noi la prova provata dell’efficacia della protesta della Sud. Il fatto che qualcuno salti fuori a scongiurare i ragazzi di tornare in Curva con una serie di motivazioni che vanno dal grottesco al ridicolo, erano (e sono) la dimostrazione che il silenzio nel cuore del tifo giallorosso sta facendo davvero e parecchio rumore.

Ci sembra superfluo sottolineare le contraddizioni in essere nello stesso articolo, le lasciavamo all’analisi singola di ognuno dei nostri lettori, ma visto che siamo costretti dagli eventi a farlo: sì, la Sud Romanista (come la Nord laziale, d’altro canto) ha tutti i diritti di portare avanti la protesta nei modi che ritiene più opportuni e quindi, perché mai “mo basta”? Ma che muoia pure Sansone e tutti i filistei, perché se una causa è giusta va portata avanti fino alle sue più estreme conseguenze.

Passi pure che la coerenza non è più virtù di moda, ma fare uno “sciopero” che duri il tempo di una scoreggia o che non arrechi “disturbo”, che sciopero è? Una messinscena per raccattar consolatorie pacche sulle spalle e miseri “Eh, avete ragione, ma che dobbiamo farci…”? Non è questo l’obiettivo e che un ex-ultras (o presunto tale) parli in certi termini è o avvilente o del tutto “strumentalizzante”.

Il fatto che gli “scioperanti” (come vengono chiamati, quasi con una punta di disprezzo e pressappochismo, da questo Sandro di Borgata Ottavia, ammesso che esista davvero) rimangano a casa nonostante l’abbonamento sottoscritto, e che si siano dichiarati pronti a fare altrettanto la prossima stagione, è un punto di vanto. Un punto fermo sull’onestà delle loro rimostranze, sul fatto che non abbiano secondi fini.

“Chiunque viene a Roma crede di giocare in casa”? “Anvedi la Roma non ha più ultras? E poi, per chiosare, questo illuminato ci fa sapere, a noi fessacchiotti che non lo sappiamo e a quegli “stupidi” degli ultras che protestano, che nel nuovo stadio “ci metteranno tutti a sedere come figuranti della Playstation”. Orbene, allora che si torna a fare allo stadio, se la scelta è tra la padella e la brace, tra stare divisi o stare seduti e zitti? A quel punto anche il più stupido tra gli esseri umani, perfino l’ultima ameba preferirebbe guadarsela in tv, dove l’atmosfera è finta alla stessa maniera, ma almeno vedi meglio e paghi meno.

Ci sembrava evidente trattarsi di una marchetta, seppur subdola, a favore delle ragioni della AS Roma intesa come sodalizio sportivo, per remare dalla parte opposta rispetto a chi protesta e far credere alla massa che sia tutto inutile e che tanto vale tornare allo stadio, nonostante la Curva sventrata in due ed un despotismo prefettizio che qualcuno, a ragion veduta, ha ribattezzato come “Sceriffato”. Visto che non lo è, così evidente, lo ribadiamo.

Matteo Falcone, Sport People.