Destino strano quello di Avellino e Trapani che, negli ultimi anni, si sono ritrovati spesso a competere per gli stessi traguardi. Nonostante la posta in palio alta e la tensione a mille, in questa polveriera è scoppiata invece l’amicizia tra le due piazze. Anche oggi, dopo una stagione per entrambe soprendente (con l’Avellino che in verità ha avuto una seconda parte di campionato in fortissimo calo), il destino le mette nuovamente alla prova facendole sfidare niente meno che per la Serie A. La zona playoff è alla portata, basterebbe un ultimo sforzo per i granata siciliani, oppure un colpo di coda degli irpini per uscire da questa alternanza di risultati,  e si potrebbe toccare il cielo con le dita.

Parallelamente all’andamento in campo, anche le presenze sugli spalti hanno imboccato la propria parabola discendente,  seppur i circa 7.000 spettatori siano una media più che dignitosa nell’attuale quadro del calcio, fatto di stadi sempre più vuoti e desolati. Fa la parte del leone, ovviamente, la Curva Sud, i cui numeri continuano ad essere gli stessi di sempre, il cui sostegno alla causa biancoverde rimane intatto e continuo. Meno colore del solito nel settore caldo del tifo avellinese, che, per recuperare dal punto di vista cromatico, punta sul suo grande classico, cioè la sciarpata, mentre ad un pugno di bandierine, affiancate da qualcuna di dimensioni maggiori che sventolerà con buona continuità. In più occasioni illuminano la serata le sempre emozionanti luci delle torce, ovviamente accese di soppiatto onde evitare spiacevoli conseguenze legali: certo che è veramente assurda questa criminalizzazione a priori della pirotecnica, questo punire come un reato qualcosa che fuori dalle mura di uno stadio reato non è; si potrebbe perfino arrivare a comprendere la mano pesante su eventuali usi impropri, ma il daspo per un atto strettamente scenografico, magari immortalato anche dalle telecamere e sottolineato dai giornalisti per la sua suggestività, non fa altro che alimentare quella rabbia che lor signori dicono di voler eliminare dagli stadi.

Presenza risicata quella dei trapanesi, non più di una ventina, e tifo che quindi resterà circoscritto nelle potenzialità che tale numero ristretto consente. D’altronde non si può rimproverare proprio nulla ai tifosi granata: se ci sono recriminazioni, bisognerebbe rivolgere a quei geni dell’assurdo che hanno scelto di far giocare questa gara in serale e di martedì, nel bel mezzo della settimana lavorativa. Nulla di nuovo: ormai da tempo cercano in tutti i modi di affollar divani e svuotare gradinate, per quanto continuino a tediarci con questa pantomima di riportare la gente allo stadio.

In campo finisce con uno scoppiettante 3-3, un risultato che lascia intatte le speranze di tutti di accaparrarsi un posto nella lotteria dei playoff, ma che per l’Avellino ha, soprattutto, il sapore dell’ennesima occasione non sfruttata in questo girone di ritorno. Tante anche le contestazioni alla direzione di gara, non solo censurata dai copiosi fischi piovuti dagli spalti, ma anche dal sodalizio campano che si chiude in silenzio stampa.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Tobia Conte.