Con questo comunicato ci sentiamo in dovere di dare, alla nostra piazza, spiegazioni in merito a quanto accaduto. Sono trascorsi diversi giorni dal confronto con l’Avellino, ma permangono delle questioni in sospeso che necessitano chiarimenti. Dalla “curva” opposta alla nostra è stato esposto uno striscione che riguardava uno dei massimi esponenti del nostro movimento, il quale, qualche giorno prima della partita si è scattato una foto nella curva del Partenio. “Gli stessi” che hanno parlato di “influencer” erano già consapevoli da giorni che si sarebbe verificata questa “visita” in casa loro ma, ciò nonostante, si sono rivelati anche maleducati poiché non lo hanno accolto con i classici “onori di casa”. Comprendono bene che il soggetto in questione, inoltre, si reca in tutti gli stadi d’Italia dove è di scena il Benevento, ovviamente qualche giorno prima (nessuna legge lo vieta) considerata una diffida in essere sulle spalle. Dopo la quarta diffida per un complessivo di 18 anni di daspo, di cui una porta il marchio di fabbrica irpino con tanto di riconoscimento facciale in questura nel 2004, la storia si ripete. Un foglio di via obbligatorio per 3 anni è stato notificato pochi giorni fa e dimostra, ancora una volta, l’impegno dei nostri “mentori” per fare gli spioni cercando di far emettere provvedimenti contro gli ultras avversari. Una testimonianza di assenza di mentalità e spirito Ultras che ha pochi eguali in Italia. In virtù dei veri valori ultras, infatti, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento totalmente diverso da parte di una “curva” che crede di aver portato la fiaccola del mondo ultras in Italia. Invece, al contrario, i fatti dimostrano che si tratta solo di una convinzione frutto di una megalomania senza eguali né precedenti. Lo dimostra lo striscione relativo al presunto “ingresso copiato”: il nostro settore si è “movimentato” dopo trenta minuti di gioco e non all’inizio della partita, come pensavano. Torce e fumogeni, inoltre, restano prassi consolidata di tutte le tifoserie e non certamente marchio di fabbrica irpino. Avranno scoperto anche questo particolare nei tanto osannati anni Ottanta? In merito all’adesivo antisemita creato, immaginato o montato per l’occasione: non fa una piega. Anzi apre una piaga a due strati: l’impegno della curva irpina a far emettere provvedimenti restrittivi contro gli ultras avversari, dimostrando strane coincidenze temporali anche nell’evolversi dei comunicati; la totale assenza di connessione cerebrale nonché di etica ultras. Consapevoli della vostra pochezza, andiamo avanti per la nostra strada. E con questo intendiamo concludere totalmente questa vicenda, portatasi già troppo per le lunghe

Avanti Ultras!