Ecco che ci (ri)siamo. 24 luglio, giorno 205 dell’anno. Mancano 160 giorni alla fine del 2017, ma sono numeri di poco conto per chi si appresta a dare ascolto alla propria passione. Per coloro che masticano calcio, è più importante il numero 2, come i giorni che mancano alla formulazione dei calendari di calcio. Ancora più importante, numericamente parlando, il 26, come i giorni mancanti all’inizio di una nuova stagione.

26 giorni ed ognuno potrà tornare a prendere posto nel proprio settore, nella propria curva, nella curva di casa, perché di casa si tratta. Una casa che sopravvive grazie alla passione, all’impegno ed alla devozione di chi (pochi), ci mette la faccia cercando di coinvolgere un’intera città, un intero popolo.
Coinvolgimento che passa attraverso le coreografie, i cori, attraverso le iniziative durante la settimana, e passa anche attraverso un modo di vivere Ultras che si affaccia direttamente sulla strada. Tutto questo per molti, ma non per tutti.

La Curva Nord spoglia di colori durante Atalanta – Lille, Trofeo “Bortolotti” 2017 (foto “Sostieni la Curva)

È notizia fresca e recente che, tanto per cambiare in terra bergamasca, ad alcuni ragazzi questa passione è stata negata. È stata negata la possibilità di acquistare regolare biglietto per assistere ad una partita “amichevole”. Il trofeo “Bortolotti”, in memoria di un presidente scomparso e mai dimenticato dell’Atalanta europea di 30 anni fa. Non una partita considerata a rischio, non una partita i cui precedenti consiglino ai sapienti dell’ordine pubblico di prendere iniziative atte a garantire la sicurezza ad ogni costo. Niente di tutto questo. Una partita necessaria sì, a ricordare un presidente scomparso, ma anche la classica partita di un calcio d’agosto, necessaria ai calciatori per mettere fiato nei polmoni e agli addetti ai lavori per verificare la condizione atletica dei giocatori stessi.

Divieto di assistere alla partita perpetrato dopo che, non meno di una settimana fa, la Curva Nord è stata assolta dall’accusa di associazione a delinquere semplicemente perché, come dichiarato dal giudice, il fatto non sussiste. E dopo che, sempre un giudice, aveva giudicato non punibile un ragazzo sul quale s’era abbattuta la scure della repressione poliziesca. La sua colpa? Trasportare in auto dei tasselli usati per lavoro (come testimoniato anche dal titolare dell’azienda presso cui lavora), tasselli fatti passare dagli inquirenti al pari di pericolosi oggetti atti ad offendere.

Quando a pensar male si fa peccato, ecco che in qualche modo la “punizione” arriva. Con la famigerata “black list” che, attraverso l’applicazione dell’articolo 9, crea una sorta di limbo e di punizione perenne per tutti gli indesiderati che, negli stadi, frequentano i lembi estremi delle Curve. Il Trofeo Bortolotti da evento di festa per l’Atalanta europea s’è trasformato in qualcosa di ancora più surreale grazie a questi atteggiamenti vessatori, non ultimo quello di impedire l’ingresso a quanti indossavano una t-shirt che chiedeva nient’altro che libertà per chi è stato inserito in questa grottesca lista di proscrizione. Giusto per diritto di replica, la questura ha però (e anche prevedibilmente) negato questo addebito.

Non siamo ancora partiti, eppure la musica non sembra cambiata. Sembra essere ancora la repressione la nota principale di questa stonata melodia.

(Foto provenienti da “Sostieni la Curva”)