Le aspettative per questo derby tra l’Albenga e l’Imperia sono moltissime. La rivalità tra le due tifoserie è sostanzialmente storica e le due squadre, in campo, si affronteranno a viso aperto nonostante gli obiettivi di campionato siano piuttosto diversi. L’Imperia infatti sta dichiaratamente puntando alla promozione in Serie D. L’Albenga invece, dal canto suo, punta ad una salvezza tranquilla, cercando comunque di togliersi qualche soddisfazione nel corso della stagione.
Ma questa, di certo, non è una partita come un’altra. Questo è il derby. Lo sanno i giocatori così come lo sanno, ovviamente, i tifosi. Ma lo sanno anche le istituzioni preposte all’ordine pubblico che, nei giorni precedenti all’incontro, sono intervenute con alcune disposizioni, alcune di queste anche piuttosto particolari visto e considerato che si tratta comunque di una semplice partita di Eccellenza. Come ad esempio l’adozione del biglietto nominativo per i tifosi ospiti, acquistabile esclusivamente in prevendita e solo presso la sede della squadra nerazzurra. In pratica, i sostenitori dell’Imperia, muniti di documento d’identità, sono quindi stati costretti a comprare il biglietto nei giorni precedenti alla partita e, sopratutto, entro e non oltre le ore 19 del sabato, così come accade, oramai da qualche anno, nella massima serie nostrana.

Nonostante il disappunto verso questo tipo di disposizione alquanto particolare, gli Ultras nerazzurri si sono comunque organizzati per questa trasferta e arrivano ad Albenga nel primo pomeriggio.
La zona antistante lo stadio è presidiata da un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine che scongiura qualsiasi tipo di incontro tra gli appartenenti alle due tifoserie.
Gli Ultras dell’Imperia, giunti nei pressi dell’impianto sportivo di Albenga, si radunano e, dopo un po’, raggiungono l’ingresso del settore ospiti in corteo.
Dalla parte opposta i tifosi dell’Albenga, sotto il controllo di numerosi agenti dei carabinieri, cominciano intanto ad arrivare nei pressi della Gradinata Sud.
L’afflusso dei tifosi all’interno dello stadio risulta abbastanza tranquillo, anche se procede in maniera piuttosto lenta a causa delle minuziose perquisizioni effettuate con l’ausilio dei metal detector in dotazione agli agenti di polizia in servizio quest’oggi.

In Gradinata Sud, mentre si cominciano a sistemare gli striscioni e ci si prepara per la coreografia di inizio partita, viene distribuita anche la fanzine ufficiale degli Ultras dell’Albenga, che questa domenica affronta, ovviamente, l’argomento dedicato alla diffida nei confronti di Claudio, uno dei leader storici della tifoseria ingauna, “diffidato ingiustamente dalle autorità ‘competenti’ in merito all’inchiesta dopo il ritrovamento del borsone all’interno della parte libera della gradinata”. L’ultras dell’Albenga, in pratica, è stato raggiunto dal Daspo dopo il ritrovamento, a seguito di un blitz effettuato nella mattinata di mercoledì 26 ottobre da parte dei carabinieri, di un borsone contenente alcuni oggetti atti ad offendere. Il materiale incriminato è stato rinvenuto all’interno dello stadio e Claudio è stato ritenuto responsabile, e quindi diffidato, solo e unicamente perché in possesso delle chiavi di accesso alla gradinata.
Contro quella che viene ritenuta una diffida ingiusta ed eccessiva si è, ovviamente, schierata compatta l’intera tifoseria ingauna, che nel corso della trasferta di domenica scorsa, contro il Val di Vara, ha anche esposto uno striscione con la scritta “Giustizia per Claudio”.
Tornando invece alla “Fanzina della Sud”, c’è da registrare anche l’ampio spazio dedicato alla questione della campagna contro la reclusione per la mancata firma e per esprimere piena solidarietà anche a Fulvio, ultras del Genoa, recentemente colpito da alcune misure restrittive senza precedenti. Trattata infine, la faccenda relativa alla “militarizzazione” dello stadio Riva di Albenga nelle ultime settimane: una situazione, quest’ultima, per altro resa ancor più oppressiva quest’oggi, in occasione del derby.

Nel settore ospiti, intanto, hanno fatto il loro ingresso gli ultras dell’Imperia. Qualche minuto più tardi verranno raggiunti anche dai gemellati del Derthona, accolti dagli applausi e da alcuni cori dei sostenitori nerazzurri, che sottolineano la fraterna amicizia che lega le due tifoserie.
Nel prepartita la tifoseria ospite ha un atteggiamento di indifferenza nei confronti della tifoseria ingauna. I tifosi di casa, dal canto loro, dopo i consueti slogan ostili, lanciano anche qualche coro per i diffidati e la libertà per gli ultras, con chiaro riferimento agli avvenimenti degli ultimi giorni.
In questo contesto si compattano anche gli imperiesi ed esordiscono anche loro con un paio di cori a favore dei diffidati, accolti dagli applausi della tifoseria rivale. Un bel momento di solidarietà, che è giusto sottolineare, vista e considerata anche l’accesa e più che consolidata rivalità.
Dopo questo, però, spazio, come è giusto che sia, agli insulti, agli sfottò e alle minacce, più o meno velate.

Nel contempo entrano le squadre in campo. La tifoseria di casa le accoglie con una bella coreografia realizzata con l’ausilio di alcune bandierine giallo-rosso-bianco-nere e l’esposizione, al centro del settore, di un drappo con il simbolo della Gradinata Sud Albenga. Gli ultras imperiesi, invece, espongono e sventolano alcuni grossi bandieroni neroazzurri, che creano un bell’effetto, e lanciano il coro “serie D, serie D”, per rimarcare ampiamente l’obiettivo di questa stagione.

Nel corso della partita saranno numerosi, ovviamente, i cori ostili da entrambe le parti, senza però dimenticare il sostegno ai propri undici in mezzo al campo. Verranno inoltre lanciati, da parte dei tifosi di casa, dei cori a favore dei gemellati sanremesi, insultati pesantemente invece dai tifosi ospiti. Così come, sempre da parte ingauna, ci saranno dei cori contro gli odiati tifosi del Savona, per altro gemellati con gli Imperiesi. Entrambe le tifoserie gemellate però oggi non sono presenti allo stadio di Albenga in quanto impegnate nell’altro derby, a pochi chilometri di distanza da qui, in quel di Savona, valevole per la Serie D.

Nel corso della prima frazione di gioco gli ultras dell’Imperia effettuano anche una bella sciarpata.
Verso la fine del primo tempo la Gradinata Sud espone uno striscione con la scritta “GIUSTIZIA PER CLAUDIO” che viene accolto dagli applausi e da alcuni cori di solidarietà da parte della tifoseria ospite.
Sul campo la partita è piuttosto combattuta e nervosa. Molti i contatti in mezzo al campo, che producono anche qualche infortunato. Tutte e due le squadre vogliono vincere e nessuno, evidentemente, tira indietro la gamba. La prima frazione di gioco si chiude in parità, con una rete per parte. Entrambe le segnature vengono siglate su calcio di rigore. È l’Albenga a portarsi in vantaggio dopo pochi minuti dal fischio d’inizio. L’Imperia però riesce a pareggiare proprio allo scadere del primo tempo. Le squadre si dirigono negli spogliatoi con il risultato parziale di uno a uno, anche se, per quanto riguarda gli uomini in campo, al momento è in vantaggio l’Imperia, visto che in occasione del rigore concesso ai nerazzurri, la squadra di casa si è vista anche espellere un proprio difensore per doppia ammonizione.

Nel secondo tempo la squadra ospite, forte anche del vantaggio numerico, cerca di fare sua la partita, ma va a cozzare costantemente contro il muro difensivo eretto dall’Albenga. Albenga che, invece, riesce a riportarsi addirittura in vantaggio grazie ad una sfortunata autorete di un giocatore dell’Imperia che, su un cross dal lato sinistro, anticipa, in mischia, il proprio portiere in uscita, e insacca il pallone nella propria porta.
È un duro colpo anche per i tifosi nerazzurri, che fino a quel momento avevano sostenuto a gran voce la propria compagine, rendendosi anche protagonisti di alcuni simpatici attimi di goliardia, come quello della finta rissa scatenata all’interno del settore ospiti che si è poi conclusa con il coro, rivolto ai dirimpettai, “senza di voi ci picchiamo tra noi”.
Il gol del nuovo vantaggio scatena invece l’entusiasmo tra i tifosi di casa che esultano e festeggiano, aumentando ulteriormente i decibel del proprio apporto vocale.

Sul rettangolo di gioco l’Imperia si ributta a testa a bassa per cercare di agguantare per lo meno il pareggio, ma ogni tentativo risulta vano e a pochi minuti dal triplice fischio, l’Albenga trova addirittura la terza rete grazie alla ripartenza di un proprio attaccante che, dopo essersi involato per tutta la metà campo avversaria, inseguito da un paio di difensori nerazzurri, riesce a battere l’estremo difensore imperiese.
Il tre a uno a pochi istanti dal termine della partita galvanizza, ovviamente, ancora di più la tifoseria di casa, che esulta e schernisce ulteriormente i tifosi imperiesi lanciando anche, ironicamente, il coro “serie D, serie D”.
Nei minuti di recupero arriva anche il secondo gol dell’Imperia, ma è tutto inutile perché qualche secondo più tardi, il direttore di gara sancisce la fine delle ostilità decretando la vittoria dell’Albenga, dopo ben ventidue anni, per tre reti a due.

La squadra bianconera, per festeggiare, si riversa sotto il settore dei propri ultras, che sono letteralmente in visibilio. I calciatori neroazzurri, invece, abbandonano il campo a testa bassa, mentre gli ultras dell’Imperia li insultano pesantemente ed iniziano una forte contestazione nei confronti dell’allenatore, che per altro si dimetterà nella giornata successiva, e dell’intera squadra.
Quando lascio anche io il campo di gioco, riesco ancora a sentire, distintamente, i cori della tifoseria ospite intesi a rimarcare, orgogliosamente, e nonostante la sconfitta, il profondo senso di appartenenza alla propria città.
Mentre negli spogliatoi i calciatori dell’Albenga festeggiano la vittoria nel derby intonando a gran voce i cori dei propri ultras.
E intanto le numerose forze dell’ordine impiegate all’interno e all’esterno del Riva controllano che tutti i tifosi defluiscano in maniera ordinata dallo stadio, invitando ad allontanarsi al più presto dalla zona al fine di far uscire la tifoseria ospite dal proprio settore quanto prima.

Daniele Caroleo.