Altra estate molto, ma molto particolare quella calcistica vissuta quest’anno a Taranto. Dopo un solo campionato in serie C, i rossoblù sono retrocessi, classificandosi ultimi ed essendo riusciti nell’impresa di far rimanere lo stadio vuoto nell’ultima partita di campionato: non credo di aver visto mai niente di simile nel “mio” stadio.

La società aveva annunciato una conferenza stampa al termine della scorsa stagione per spiegare e per chiarire quanto accaduto durante il campionato, conferenza mai tenuta ed attesa vana che ha fatto esasperare i già non proprio tranquilli animi di tutta la tifoseria tarantina, quella più passionale e quella più morigerata. Gli iscritti ai social network, fin dalla matematica retrocessione, ma anche prima della certezza, hanno iniziato ad inveire contro la dirigenza minacciando di non mettere più piede allo Iacovone fin quando al timone della società ci sarà l’attuale dirigenza. La caldissima estate è trascorsa in attesa della decisione dei gruppi organizzati della Curva, che tutti criticano ad ogni “fizzo o pernacchio” (passatemi il francesismo; per i non indigeni vuol dire: in ogni occasione o qualsiasi decisione decidano di prendere) ma che poi in tanti seguono, perché è statisticamente provato che spesso la loro posizione è veritiera.

Così i primi di agosto diversi gruppi, ma non tutti, scrivono un comunicato in cui informano che, per protesta contro l’attuale dirigenza, non entreranno più allo stadio nelle partite casalinghe ma, laddove consentito, seguiranno in trasferta. Decisione, che personalmente non mi vede affatto in accordo, sicuramente molto sofferta, sicuramente non è facile rinunciare a seguire la propria squadra nelle partite interne laddove da sempre, tranne nella scorsa stagione per motivi a me ancora oggi inspiegabili, il proprio incitamento, la massiccia presenza, i cori forti e potenti hanno sempre permesso a quegli 11 fortunati che indossavano la nostra amata maglia di dare quel qualcosa in più e riuscire a portare a casa, spesso, un risultato positivo.

Dicevo non è semplice disertare, rinunciare a qualcosa “di tuo”. Già perché quei motti “IL TARANTO SIAMO NOI”, “SOLO PER LA MAGLIA” a mio modesto avviso, dovrebbero permanere: non capisco perché rinunciare a qualcosa di nostro per protestare? Da sempre, in qualsiasi stadio d’Italia, quando si era in disaccordo con la società, con la Lega o qualsiasi altra istituzione le curve hanno sempre contestato, facendo sentire la propria voce con cori, striscioni e qualsiasi altro mezzo. Certo anche il silenzio e l’assenza sono mezzi di contestazione… Insomma, tutte queste parole per dire che qualsiasi decisione venga presa io l’accetterò, perché ognuno decide di contestare nel modo che ritiene più opportuno, per cercare di ottenere ciò che vuole. Anche in casi in cui questo “ognuno” corrisponde ad un “collettivo”.

E così inizia una nuova stagione e viene organizzata sabato 12 agosto un’amichevole a Brindisi, ci si aspetta sicuramente la presenza degli Ultras rossoblù ed infatti arrivano in qualche centinaio ed incentreranno tutti i loro cori del primo tempo per contestare, anche molto pesantemente, la società.

La Curva Sud Michele Stasi si presenta esponendo un eloquente quanto lunghissimo striscione Niente scuse e mezze vie… subito fuori da queste categorie” significando, ovviamente, l’insofferenza a disputare questi campionati.

Non sono tanti onestamente i ragazzi che assistono dal settore più caldo del tifo brindisino, sicuramente complice di questa situazione l’ingresso gratuito allo stadio deciso dalle società che ha, come conseguenza, quello di vedere molto piena la tribuna coperta.

La partita inizia con la presentazione ufficiale dei giocatori biancoblù che vengono accolti da applausi ed incitamenti. Il primo tempo trascorre con la costante contestazione dei tarantini verso qualsiasi dirigente ed il buon tifo dei brindisini. Con l’inizio della ripresa su Brindisi si riversa un fortissimo temporale che, come spesso accade, fa scattare l’orgoglio di appartenenza e la voglia di divertirsi ancora di più e così gli ultras di entrambe le curve, dopo essersi denudati, si compattano ognuno dietro i propri vessilli, ed iniziano lo show fatto di tifo spontaneo e goliardico che non smette per un solo minuto fino alla fine della partita.

Fabio Mitidieri.