È la domenica delle Palme. Giorno di festa che anticipa la Pasqua. Si potrebbe staccare con tutto e dedicarsi ad altro ma quando il calendario propone un derby pugliese, il fascino della sfida è immancabilmente più forte di ogni pranzo in famiglia o dei rituali religiosi che negli anni hanno dovuto spesso cedere il passo ad una fede più pervasiva e fagocitante.

Decido dunque di mettermi in viaggio con il mio solito e affezionato regionale e visto l’orario molto comodo del calcio d’inizio, previsto per le 18.30, posso persino permettermi il lusso di un pranzo veloce in famiglia prima di dirigermi alla volta della città messapica. Arrivo con largo anticipo, circa due ore e mezza prima delle ostilità, dunque con tutto il tempo per la consueta escursione nelle vie del centro storico e poi sul lungomare.

È un pomeriggio così piacevole che il tempo scorre velocissimo senza che me ne avveda, per cui arrivo trafelato al “Fanuzzi” a stretto ridosso con il primo fischio dell’arbitro. Devo confessare che concorre al mio ritardo anche il fatto che non mi aspettavo nulla di eccezionale alla vigilia, considerando le limitazioni per il settore ospiti accessibile solo con tessera del tifoso e una Curva Sud di casa stremata dalla prestazioni a dir poco indecorose del Brindisi in campo. Messo piede in gradinata devo però completamente ricredermi.

Ambiente davvero molto vivo e passionale sugli spalti, partendo dal settore ospiti, sono 230 i tarantini che popolano il proprio spicchio di stadio, offrendo un colpo d’occhio importante grazie ai tanti bandieroni al vento, tanti fumogeni e torce, molte delle quali lanciate in campo. Il sostegno è letteralmente costante per tuti i novanta minuti e sono innumerevoli i cori di sfottò verso i dirimpettai, nonostante nel recente passato fossero stati legati da un rapporto di amicizia con alcuni gruppi jonici, evidentemente non del tutto e non da tutti digerito visto che alla prima occasione si è tramutato in odio. Al di là di questo e in barba alle restrizioni che hanno tagliato fuori una buona fetta di ultras tarantini ancora recalcitranti a sottoscrivere questa Fidelity Card, bisogna dire che la loro prova è stata davvero ottima per numeri e sfrontatezza.

Allo stesso modo della Curva Sud Brindisi non si può che dire bene, come già ribadito più volte nelle nostre sortite nella loro città. Con una squadra che tornava nel calcio professionistico dopo decenni, il campionato fallimentare andatosi realizzando in campo non è certo il miglior viatico per incentivare la passione dei locali. Eppure gli ultras hanno inanellato una serie di prove esemplari e suggestiva come anche in quest’occasione. Interrompono la partita con ripetuti lanci di fumogeni in campo e all’ennesima sconfitta rispondono con una prestazione al di sopra di ogni previsione. Indomabile Curva Sud che ha saputo mantenere alti i numeri e viva la passione in controtendenza agli eventi del campo. Non si può che tributar loro i più sinceri complimenti per questa stagione e allo stesso tempo far loro gli auguri di una pronta risalita qui fra i professionisti dove meritano di stare. Anche da parte loro non mancano i cori contro i tarantini e persino uno striscione che indica quelli che loro ritengono gli indegni fra i loro vecchi sodali nel settore opposto. A quanto pare anche loro sapevano già in anticipo come sarebbe andata a finire, gli unici che non potevano prevedere questa bella serata di tifo e orgogliosa contrapposizione sono stati il sottoscritto e l’Osservatorio, le cui restrizioni non hanno inciso su questo bellissimo derby.

Testo DM
Foto DM e Fabio Mitidieri