Come promessomi ad inizio stagione continuo a scegliere partite mirate per vedere nuove città ma soprattutto stadi e, con un po’ di fortuna, magari anche nuove tifoserie. È proprio la settima giornata del campionato di serie D che mi propone una partita inedita del girone D, quella tra i padroni di casa del Certaldo ed il Prato.

Certaldo è una neopromossa e pur arrivando settima lo scorso anno nel proprio campionato di Eccellenza Toscana, ha raggiunto la promozione tramite la Coppa Italia di Eccellenza Nazionale, grazie ad una serie di eventi fortunosi. Difatti pur venendo eliminata in semifinale dal Cast Brescia, le altre tre compagini a fine campionato furono tutte promosse per aver terminato al primo posto i loro rispettivi gironi.

Il Prato invece lo conosciamo tutti, non solo per aver disputato tantissimi campionati di serie C, ma anche per aver avuto una delle presidenze più longeve tra tutte le squadre italiane, con i Toccafondi, prima padre e poi figlio, in carica per oltre quarant’anni, il cui rapporto con gli ultras, specialmente negli ultimi anni, era divenuto insostenibile tanto che questi ultimi, sul piede di guerra, decisero di disertare finché sarebbero stati loro in carica.

Certaldo, inoltre e purtroppo, nei ricordi remoti mi porta alla memoria per l’inaspettata tragedia che nel 1995 colpì la tifoseria grossetana che, qui diretta per una trasferta, fu colpita da un lutto a seguito di in un incidente stradale sulla superstrada Siena-Firenze fra Colle Val d’Elsa e Poggibonsi, dove morirono le due giovani tifose Viviana Pascucci e Francesca Marconi.

Per la partita odierna, prenoto con largo anticipo il mio viaggio principalmente in pullman e nonostante Certaldo sia provincia di Firenze, scelgo di arrivarci via Siena. Arrivato nella cittadina famosa per essere stato il luogo di morte e presumibilmente di nascita del poeta e scrittore Giovanni Boccaccio, mi salta subito all’occhio il fabbricato della stazione ferroviaria, risalente alla metà dell’Ottocento e che nonostante i vari adeguamenti è rimasto pressoché immutato nel tempo.

La parte storica è ubicata nella parte alta della città, una peculiarità che si ripete spesso in diversi centri della Toscana in cui in epoche remote, si adottavano queste scelte più che altro per difendersi dai nemici esterni. Per salire nella parte alta attualmente ci sono due modi, a piedi o più semplicemente prendendo una funivia che al prezzo di 1,70 euro andata e ritorno, porta a destinazione in un paio di minuti. Mi permetto solo un’ultima occhiata fugace e la promessa di tornarci a fine partita visto che il tempo è davvero limitato.

Decido di dedicarmi completamente allo stadio di Certaldo che dista dieci minuti a piedi dalla stazione. Dopo una rotatoria mi appare dinanzi e intuisco che lo compone solo una tribuna dove prenderanno parte entrambe le tifoserie, seppur le vie d’accesso ai rispettivi settori siano completamente diverse.

L’ultimo campionato di serie D del Certaldo risale ad oltre trent’anni fa, quando la quarta serie aveva tutt’altro nome e finora il suo impatto non è stato molto brillante, invischiato com’è nelle parti basse della classifica, all’ultimo posto in coabitazione con il Borgo San Donnino, altra neopromossa con soli tre punti in classifica. Il Prato invece dopo una partenza stentata, sembra aver trovato la spinta giusta per risalire la china, anche se attualmente occupa la settima posizione, distanziato di ben sette punti dal Ravenna capolista.

Gli ultras pratesi oggi sono tanti, davvero in buon numero, e percorrono gli oltre sessanta chilometri a bordo di vari mezzi privati ma anche di un pullman. I due gruppi principali, lo storico WILD KAOS attivo fin dal 1985 ed il più recente PRATO ULTRAS, prendono posto fianco a fianco ed una volta sistemati gli striscioni, già prima del fischio iniziale incitano la squadra effettuando discreti battimani. Purtroppo non ci sarà nessun confronto sugli spalti perché il Certaldo, nonostante sia seguito da un discreto numero di tifosi ed appassionati, non può contare su alcun tifo organizzato per cui durante la partita si sentirà giusto qualche urlo isolato per alcune giocate interessanti e poi l’esultanza al gol che deciderà la partita in favore dei padroni di casa.

L’interesse pende perciò tutto sugli ultras ospiti, che confermano di essere in un periodo positivo e in continuo miglioramento: evidentemente messo alle spalle il periodo Toccafondi, hanno cominciato a guardare al futuro con ottimismo. A livello coreografico, una volta schierate le squadre al centro del campo, accendono diversi fumogeni sia bianchi che azzurri a ricoprire tutto il settore con una coltre di fumo che, una volta svanita, cede il campo a quattro bandieroni dei gruppi fra i quali quello per l’indimenticato David Bellandi, per gli amici “il Frilla”, storico ultras scomparso quest’estate, a soli cinquantadue anni per un malore.

Nel primo tempo, soprattutto nelle fasi iniziali, i sostenitori biancoazzurri giocano praticamente in casa, segnalandosi per un’intensità corale davvero alta e un numero elevato di battimani ad accompagnare i cori. Non tralasciano nemmeno l’aspetto del colore, garantito incessantemente dai bandieroni che continuano a sventolare per tutta la prima frazione pur con qualche piccola fisiologica pausa, figlia anche di una partita in campo che stenta a decollare. A pochi minuti dal riposo espongono lo striscione: “MACIO SIAMO CON TE”.

Nella ripresa partono ancora una volta bene e cercano di sospingere la squadra al gol sia alzando i decibel che accompagnando i cori con un numero considerevole di battimani, spaziando dai cori secchi a quelli tradizionali fino a quelli a rispondere. Qualche leggero calo si intravede nell’ultimo quarto d’ora finale ma le squadre ci mettono del loro con le occasioni che stentano. Ma quando tutti meno se lo aspettanno, a cinque minuti dalla fine il Certaldo conquista un calcio di rigore che Akammadu realizza andando ad esultare sotto i propri tifosi.

Il Prato nei minuti finali si riversa tutto in avanti sempre incitato dai suoi sostenitori, ma nemmeno i cinque minuti di recupero bastano per cambiare il risultato, così i padroni di casa ottengono la prima vittoria in questo campionato mentre gli ultras del Prato masticano amaro, riversando tutto il malcontento verso i propri giocatori recatisi a fine partita solo il loro settore.

Si conclude così questa bella giornata in terra Toscana a margine della quale riesco caparbiamente a tenere fede alla promessa e dare un’occhiata veloce al centro storico, prima di intraprendere il viaggio di ritorno, lo stesso dell’andata, che mi porterà a casa, con la speranza di tornare a vedere gli ultras pratesi magari tornati quanto prima a rinverdire i vecchi fasti.

Marco Gasparri