Sono tanti i baresi presenti questa sera allo stadio Manuzzi di Cesena. Almeno millecinquecento i biglietti venduti in Curva Ferrovia, a cui si sommano all’incirca altre duecento presenze in tribuna.
Visto l’elevato numero di sostenitori al seguito del Bari, la società di casa decide di aprire la parte alta del settore ospiti, dove prendono posto la maggior parte dei tifosi biancorossi, mentre nella parte bassa si posizionano gli sbandieratori dei gruppi ed alcune decine di supporters baresi.
Il loro sostegno vocale è costante per tutto l’arco della partita. Un tifo continuo, sì, ma non eccezionale, fatte salve alcuni picchi particolari, come il coro con cui salutano l’ingresso dei giocatori in campo, sulle note della mitica “Light my fire” dei Doors.
E poi ci sono ancora un altro paio di bei cori, sempre ad inizio partita, così come quello di incitamento alla squadra biancorossa che si leva alto e possente subito dopo aver incassato il goal del Cesena.
Infine, i baresi riescono ad attirare ancora un paio di volte l’attenzione del pubblico di casa, nei minuti finali del match. Dapprima con una bella sciarpata che coinvolge tutti i presenti nel settore ospiti e poi, subito dopo il triplice fischio dell’arbitro, con un altro coro di scherno con cui si congedano dalla Romagna. Quest’ultimo coro, in particolare, è molto partecipato da quasi tutti i baresi presenti nel settore ospiti e raccoglie salve di fischi del pubblico di casa, intento in quel momento ad abbandonare gli spalti dello stadio Manuzzi.
Peccato però che tutta questa intensità e partecipazione non ci sia stata durante i novanta minuti di gioco, quando ad incitare con la voce i biancorossi di mister Grosso erano perlopiù gli ultras baresi raggruppati dietro lo striscione dei Seguaci e le insegne di Bulldogs e Re David, mentre tutti gli altri seguivano con tacita concentrazione lo svolgimento delle varie fasi di gioco.
Quindi, un doveroso applauso va ai principali gruppi della curva nord barese, per non aver fatto mai mancare il proprio sostegno agli undici in maglia biancorossa e, allo stesso tempo, una tiratina d’orecchie a tutti gli altri, che avrebbero potuto sgolarsi un po’ di più per la propria squadra del cuore, approfittando della vicinanza degli spalti al terreno di gioco per provare ad essere il dodicesimo giocatore del Bari.
Sul fronte di casa, la Curva Mare offre un bel colpo d’occhio e pochi spazi vuoti sugli spalti.
La presenza ospite di questa sera è di quelle che, normalmente, stimolerebbero la voglia di tifare e mettere in mostra il meglio del proprio repertorio. Tutto ciò che potrebbe servire a dimostrare il proprio valore e la propria forza in quanto a decibel.
Normalmente, sì, ma non stasera.
Intendiamoci, la Curva Mare ha tifato con continuità dal primo al novantesimo, solo che sembrava avere il “freno a mano tirato”.
Al di là di tutto, è parsa molto azzeccata la scelta di salutare l’ingresso delle squadre in campo con un coro tipico della tradizione romagnola come “Romagna e Sangiovese”, cantato tenendo le sciarpe alte e tese sopra le teste.
E poi, ancora, un paio di altre belle e coinvolgenti sciarpate sono state eseguite durante la partita.
Alla fine, ciò che conta, è che la squadra di mister Castori ne abbia risentito positivamente, giocando bene e raccogliendo gli applausi finali della stessa Mare.
Infine, un’ultima annotazione relativa alla parte bassa dei distinti, dove stasera c’è fermento, visto il numero consistente di gentlemen che affollano quel settore e che non risparmiano saluti e cordiali attenzioni all’indirizzo dei sostenitori ospiti.
Una buona serata, insomma, senza infamia sì ma onestamente anche senza lode.
Giangiuseppe Gassi