“Ti immagini, se fosse sempre domenica…”, cantava Vasco Rossi qualche anno fa ed in effetti, anche qualche tifoso del Cesena l’avrà canticchiata, tornando a casa dal Manuzzi dopo aver assistito a questo scoppiettante Cesena – Parma, campionato di serie B 2017/2018.
Una partita giocata su livelli altissimi, tatticamente ed agonisticamente, da entrambe le compagine che, non a caso, avevano fame di vittoria, anche se per motivi diversi.
Sì, perché si trattava del più classico dei testa coda. Da una parte un Parma alla ricerca di quei tre punti che potevano risultare fondamentali per ipotecare il secondo posto in classifica ed il conseguente sogno della promozione diretta in serie A. Dall’altra, un Cesena alla ricerca disperata di punti salvezza, utili per continuare a mantenere la categoria e, in questo preciso momento storico, una sopravvivenza societaria costantemente minata da un’esposizione debitoria che si trascina ormai da qualche anno.
Tutti gli elementi, insomma, per assistere ad una bella partita di calcio, oppure al più classico degli zero a zero all’insegna del “non facciamoci del male”. Fortunatamente, prevale la prima opzione, così che chi decide di seguire in televisione questo posticipo di serie B della domenica pomeriggio, piuttosto che i fiumi di parole che si sprecano intorno alle partite di serie A appena concluse, farà sicuramente la scelta giusta, anche se a priori non lo sa.
Novanta minuti tiratissimi di ottimo calcio e, soprattutto, di grande tifo sugli spalti.
Cominciamo dagli ospiti emiliani a cui, questa volta, devo fare i complimenti. Questo perché nel recente passato, quando mi era capitato di vederli all’opera in casa loro, ai tempi della serie A, non mi erano mai piaciuti. Mentre stavolta, in tutta sincerità, non mi resta che levarmi il cappello di fronte ad una tifoseria che ho trovato notevolmente migliorata, qualitativamente prima ancora che quantitativamente.
Se portare circa duemila persone (o anche di più) da Parma a Cesena per una partita così importante non sembrerebbe essere un’impresa difficile, la vera difficoltà e la conseguente abilità stanno nel riuscire a far sì che buona parte di questi tifosi al seguito, se non tutti, siano parte attiva nel tifo e nel sostegno concreto alla propria squadra. Ed in questo, oggi, i sostenitori ducali mi hanno realmente ed inaspettatamente sorpreso.
Tanti (ed in alcuni momenti addirittura tutti) sono stati i supporter crociati che hanno cantato, saltato e partecipato ai battimani che prendevano il via dal gruppo raccolto dietro lo striscione dei Boys. E non solo all’inizio della partita oppure dopo un goal, un classico delle trasferte di massa, ma anche e soprattutto durante il corso della stessa, sia nel primo che nel secondo tempo.
L’intensità del tifo dei ducali è stata altissima soprattutto nella prima mezz’ora della gara, quando diversi cori ospiti hanno rimbombato tra le mura del Manuzzi. Davvero massicce ed imponenti le due sciarpate con le quali hanno colorato la Curva Ferrovia.
Ma anche alla ripresa delle ostilità, dopo essersi compattati, hanno ricominciato a dar vita ad uno show dagli spalti che, a mio avviso, ha trasmesso la giusta carica alla loro squadra, tanto più che dall’altra parte del campo c’era una Curva Mare davvero in ottima forma.
Una Curva Mare che, oggi pomeriggio, si è presentata puntuale all’appuntamento con la storia. La si potrebbe tranquillamente definire come “la curva giusta, al momento giusto”. Compatta, arrabbiata e determinata a far sentire la sua voce e spingere i propri giocatori verso la porta avversaria.
In più di un’occasione i loro cori sono dei veri e propri ruggiti, che muovono l’aria e spingono in avanti quei ragazzi in maglia bianca e calzoncini neri che corrono, sudano, lottano e si dannano l’anima su ogni pallone. La differenza di tasso tecnico tra le due squadre c’è ed è evidente, ma il cuore grande dei sostenitori di casa riesce a trasmettere la giusta grinta e determinazione a chi è in campo, consentendogli di giocarsela alla pari.
Alla fine, come in tutte le storie che finiscono bene, gli outsider in maglia bianconera ribaltano il pronostico riuscendo non solo a non soccombere ai più quotati ospiti ma, addirittura, a portarsi a casa l’intera posta, mettendo così una seria ipoteca su quella salvezza tanto agognata che, dopo questa partita, sembra essere un po’ più vicina.
Tornando a ciò che si è visto oggi sugli spalti, si nota la presenza in Curva Mare del gruppo basco degli Indas Gorri dell’Osasuna, amici di lunga data degli ultras romagnoli. Inoltre, nel primo tempo, la Curva Mare espone uno striscione in memoria di un sostenitore storico del Cesena recentemente scomparso, Giancarlo Martini.
Questi, conosciuto da tutti come Gian Marten, non era un ultras, bensì il classico “tifoso storico”, uno di quei personaggi che ormai vanno scomparendo, sempre in bilico tra folklore e goliardia, che rendevano il calcio qualcosa di più di semplici disfide tra ventidue ragazzotti in braghe corte che corrono dietro ad un pallone. Gian Marten, per il suo Cesena ha scritto poesie, canzoni e filastrocche ma era conosciuto soprattutto per una trombetta con cui suonava la carica ogni volta che la sua squadra del cuore ne aveva bisogno. Una folkloristica trombetta che di recente gli era stato vietato di utilizzare allo stadio e che, malgrado a qualcuno desse fastidio, sapeva tanto di calcio antico e romantico. Un calcio d’altri tempi.
Ancora un paio di annotazioni. La prima, per segnalare che anche i ragazzi del settore Distinti, raggruppati nella parte bassa dello stesso, a ridosso della curva ospiti, hanno voluto far sentire il proprio calore e sostegno agli undici di mister Castori.
La seconda per segnalare che, contrariamente a ciò che avviene quando al Manuzzi sbarcano squadre e tifoserie provenienti dall’Emilia, non c’è stata tensione tra le due tifoserie. Nessun coro offensivo, nessun “Romagna mia” storpiato, ma solo una sana indifferenza tra due tifoserie che un tempo sono state anche amiche e che oggi, coerentemente, hanno scelto di tifare ognuno per la propria squadra.
Giangiuseppe Gassi