Una partita molto attesa, circa tremila spettatori per due delle “big” di questo affollatissimo girone F di serie D che, in quanto a piazze e tifoserie, ha ben poco di “dilettantistico”.

L’Aquila e Chieti, un binomio in passato legato da un solido gemellaggio, che ad oggi complice un ricambio generazionale verificatosi in entrambe le curve, sembra andato a sfumare.

Un match che torna “a porte aperte” dopo gli anni del Covid e le alterne vicissitudini societarie che hanno riguardato entrambi i sodalizi. La partita è stata anticipata da un’estate passata a sognare a suon di grandi acquisti e proclami per entrambe le società, colpi che hanno scaldato le tifoserie: in tutti e due i capoluoghi infatti, si è registrata una campagna abbonamenti davvero importante, numeri decisamente sopra la media per la categoria, con 900 tessere sottoscritte sia per i neroverdi che per i rossoblù.

All’ingresso in campo la Curva di casa si veste con una bella coreografia fatta di cartoncini con i colori sociali e un bel copricurva ritraente un braccio con tatuato il logo della Chieti Calcio e la scritta “Curva Volpi”, il tutto sottolineato da uno striscione sulla vetrata recante la dicitura “Inciso sulla pelle”. Colpo d’occhio davvero notevole accompagnato da cori potenti e ripetuti. Dal punto di vista estetico difficile restare delusi dai teatini.

Gli ospiti si presentano in circa 280 unità (sold out i biglietti messi a loro disposizione durante la settimana), un centinaio gli ultras, davvero ben disposti con gli stendardi tenuti in mano per tutta la partita. Si fanno vedere con bellissimi battimani e una bella fumogenata ad inizio partita mentre, durante il primo tempo, bello lo sventolio di decine di bandierine con i colori sociali. Dal punto di vista vocale, la conformazione del settore ospiti dell’Angelini non è certo dalla loro parte ed è difficile sentirli, ottimo comunque il colpo d’occhio.

La partita vede andare in vantaggio i padroni di casa, e la Curva Volpi si esibisce in un tifo incessante fatto di manate e treni che coinvolgono praticamente tutto il settore che si presenta davvero gremito. Un colpo d’occhio notevole per la categoria.

Il match seppur spigoloso in campo scivola invece via in una sana indifferenza sugli spalti, la sensazione avuta è che seppur il gemellaggio (inteso come lo si percepiva qualche anno fa) non ci sia più, resti comunque un rispetto reciproco dal punto di vista ultras.

Termina la giornata con la squadra di casa a festeggiare sotto la curva, e gli ospiti ad applaudire comunque la prestazione dei proprio beniamini.

Andiamo via certi del fatto che piazze così meritino ben altri palcoscenici. Ed è la realtà non mera retorica.

MS