L’aspetto numerico di una tifoseria in trasferta è quello che preferisco: sulla quantità c’è poco da discutere, mentre sulla qualità di questa o quella tifoseria se ne può parlare all’infinito.

Ovviamente per stabilire la buona presenza o meno di pubblico in trasferta, al netto della tessera del tifoso, ci sono da valutare diversi aspetti, ma distanza ed andamento della squadra sono sicuramente quelli prioritari. Inutile girarci intorno, gli slogan tipo “Al di là del risultato” oppure “Comunque presenti” sono appunto slogan che magari valgono per uno zoccolo duro che segue la squadra indipendentemente dai risultati sul campo o dalla difficoltà logistica della trasferta, mentre per la massa occorre che una serie di componenti giochino a favore.

A Genova l’entusiasmo non è al settimo cielo e non può essere diversamente,:se al mercato di riparazione di Gennaio il presidente Preziosi cede Pavoletti e Rincon, tanto per citare i più famosi, per prendere Palladino, Cataldi, Pinilla e poco altro, la tifoseria non può essere certo entusiasta. E non lo può essere in virtù dei recenti risultati della squadra che infatti sono costati la panchina al tecnico Juric rimpiazzato dal sempre discusso Mandorlini. Fortunatamente Empoli resta una trasferta tra le più abbordabili del campionato, perciò da Genova giungono un buon numero di tifosi. Sicuramente il numero è inferiore ad un passato anche recente, ma del resto il periodo non è, appunto, proprio dei migliori.

I genoani chiariscono fin dai cori del prepartita il loro stato d’animo: una volta attaccati striscioni e pezze si compattano a centro settore ed aprono le danze. Il primo coro è rivolto al presidente Preziosi, coro che verrà ripetuto nelle varie fasi della partita a testimoniare che il feeling tifoseria – presidenza è ai minimi storici. Nel settore c’è però la voglia di dimostrare la qualità e la passione di una tra le tifoserie storiche del panorama ultras italiano. Fin dalle primissime battute i genoani danno sfoggio dei tantissimi bandieroni e delle tante bandiere che si portano in Toscana, rendendo il loro spicchio completamente colorato di rossoblu.

Gli empolesi intanto cominciano ad affollare la Maratona Inferiore. Tra l’azzurro degli striscioni compare la pezza gialloblu dei gemellati parmensi, così dal settore ospite parte deciso un “Parma Parma vaffanculo” seguito dagli insulti, non proprio casuali, ai cugini doriani.

Grifoni che partono così con il piede schiacciato sull’acceleratore e proseguono con un buon tifo: tanti cori per la squadra, molti di questi ripetuti all’infinito, diverse offese a doriani e parmensi ed infine tanto colore offerto dai bandieroni che si fanno notare per larghi tratti della partita. La parte inferiore del settore è occupata dagli ultras che si danno un bel daffare per ravvivare il loro spicchio; nella zona superiore i tifosi più tranquilli, in qualche caso, accompagnano i cori dettati dalla parte bassa: se a livello canoro non sono proprio assidui, a livello di colore anche gli sportivi rossoblù offrono il proprio apporto.  Da menzionare lo striscione che sia i genoani che gli empolesi dedicano a Pietro Verri, il tifoso della Spal caduto dalle gradinate del Bentegodi e ricoverato ancora in condizioni critiche.

La Maratona Inferiore in questo pomeriggio riceve la visita degli amici parmensi e la presenza, come detto, mette pepe alla sfida, con gli empolesi che non mancano di rimarcare il feeling intonando più di una volta cori in favore della Curva Nord Matteo Bagnaresi. Per il resto buon tifo nella prima frazione, poi c’è un calo forse dovuto alla posta in palio sul terreno di gioco; ma, in fin dei conti, gli empolesi si son fatti sentire. Anche per loro, bello lo sventolio di bandiere e bandieroni; sempre a livello di colore, c’è da menzionare la presa di posizione dei Desperados su un argomento tanto attuale quanto spinoso come quello delle vaccinazioni. L’esposizione dello striscione “No all’obbligo vaccinale. Sì alla libertà di scelta” non lascia spazio a dubbi o incertezze in una questione che sempre più spesso vede contrapposti due schieramenti con idee diametralmente opposte.

L’incontro sul terreno di gioco sembra filare verso un nulla di fatto, ma proprio sul filo di lana è il Genoa a segnare due reti che fanno esplodere il settore ospite mentre lasciano di stucco i padroni di casa.

I Genoani terminano l’incontro sulle ali dell’entusiasmo, applaudono la squadra ma non mancano di rivolgere proprio nel finale un coro avverso alla presidenza. Per la squadra di mister Martusciello vola qualche fischio, magari ingeneroso ma che comunque fotografa alla perfezione la paura del pubblico empolese che vede una squadra in rapida involuzione di risultati e che si tiene a galla più per demeriti altrui che per i propri risultati ottenuti sul campo.

Valerio Poli.