Nella settimana di Chelsea-Porto di Champions League, Tottenham-Monaco di Europa League, Crystal Palace-Southampton e West Ham-Stoke di Premier o al massimo Charlton-Leeds, Fulham-Brentford o QPR-Burnley di Championship io ho scelto altro. Qualche divisione più in giù, bene o male nove. Clapton FC v Basildon, Londra est. Essex Senior League.
Ci troviamo con Mat a Stratford. Dovevo fare un cambio e mi son perso 8 volte, rimango il solito provincialotto di merda. L’ho rifatta da solo quella notte ubriaco per tornare a casa, ma questa è un’altra storia. Binario 8 e due fermate fino a Forest Green, scambiamo due chiacchiere e un po’ di materiale, è un periodo di merda mi dice.
“Un punto in dieci partite, oggi andiamo al campo un’oretta prima”.
“Contestazione?”.
“Cazzo vuoi contestare che non beccano una lira ‘sti poveracci”.
Mat fa parte della Brigata Italiana del Clapton, che in poco tempo si è consolidata in quella che viene definita la tifoseria più antifascista dell’Inghilterra (ti piace vincere facile?) e che mi ha accolto subito come uno di loro tra birre e chiacchiere. I Clapton Ultras, i pionieri, parlano di loro come di un gruppo di tifosi in cerca di squadra che per caso si avvicinarono al Clapton Football Club e al campo dell’Old Spotted Dog. In brevissimo tempo il rapporto divenne viscerale, complice un quartiere multietnico e gli ideali dei ragazzi che andavano a nozze. Poi sono arrivati i polacchi e gli italiani. Mat e gli altri hanno portato un’altra novità: il tifo all’italiana. Fumogeni (non troppi, sennò Vince si incazza), striscioni, pezze e un tifo bene o male organizzato. Tutto comunque ancora work in progress.
Ci riscaldiamo con birre e canti, la partita inizia e capiamo immediatamente che l’incoraggiamento e l’ora di anticipo con la quale ci siamo presentati al campo erano state completamente inutili. 0-2 in pochi minuti, di cui il primo un rigore dubbio che scatena “ESL MAFIA!”. Italian Stallions, da sempre esportatori di qualità.
A fine primo tempo succede un po’ di tutto. Prima viene srotolato uno striscione per Alessio Abram, antifascista di Ancona arrestato per aver saltato l’obbligo di firma 7 volte in 15 anni. “Un arresto che è chiaramente un attacco politico personale, l’ennesimo, nei confronti di Alessio, da sempre attivo nella lotta contro ogni forma di pregiudizio, dentro e fuori lo stadio” (dal comunicato della Brigata Italiana, 9 dicembre 2016). Subito dopo si piazza davanti a noi una troupe di una non ben identificata televisione con l’intento di inserire il tutto in un game show, ovviamente senza chiedere il permesso. Sì, perché ultimamente il Clapton va anche di moda con il continuo rischio (soprattutto in Inghilterra) di essere invasi da hipster. Come quando scrisse di loro il Mirror, definendolo “la squadra che farebbe al caso di Jeremy Corbin (leader del Partito Laburista, nda) se non tifasse già Arsenal”. A questo punto meglio l’oblio, mi dicevano. Infatti, prima i ragazzi che si stanno riscaldando vengono invitati a prendere a pallonate gli aspiranti premi Pulitzer, poi intervengono direttamente alcuni ragazzi che allontanano in modo più deciso la troupe stessa.
La partita termina con una sonora sconfitta per 4-1 e con il miraggio del ritorno ai tre punti ancora ben lontano. Dopotutto “sticazzi”, anche perché “oh regà, amo fatto ‘na roba da urtrà finalmente!”.
“preferisco le sorprese di quest’anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d’oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire..”.
Alessandro Colombini.