Pomeriggio che vive sull’incertezza meteorologica che allontana il grosso del pubblico livornese. La minaccia di pioggia e l’allerta meteo evidentemente fanno propendere più di un tifoso a starsene sul divano di casa, a godersi l’incontro davanti alla televisione. Ormai la diretta è arrivata pure nel campionato di Eccellenza ed in termini numerici inevitabilmente incide. C’è chi preferisce godersi l’evento dal vivo, essere elemento partecipe ed incidere sulla partita, così circa quattrocento tifosi arrivano con mezzi propri nella vicina Santa Croce per provare a trascinare la squadra amaranto ad una vittoria.

Qualche bomba carta che esplode già prima dell’incontro fuori dall’impianto sportivo è l’antipasto che offre la tifoseria livornese, poi all’interno l’ala più caotica si ritrova a centro settore dietro alcune pezze amaranto. Se la tifoseria di casa è ovviamente rappresentata da semplici tifosi ed i classici parenti-amici dei giocatori, gli ospiti salutano l’ingresso delle squadre con una massiccia accensione di torce e fumogeni che creano una gran bella coltre di fumo. Sul terreno di gioco vola un po’ di tutto, il direttore di gara ritarda di qualche secondo l’inizio delle ostilità anche se qualche torcia continua ad accendersi ed a illuminare l’ambiente. Coreografia fin troppo semplice ed elementare ma sempre d’impatto, considerando il fatto che nelle categorie superiori tali spettacoli sono messi fuorilegge salvo meravigliarsi o ancora peggio elogiare gli stessi spettacoli che vengono offerti dalle tifoserie estere. Chissà per quale motivo l’erba del vicino è sempre più verde.

Tifo di marca livornese che si presenta fin dalle prime battute molto caldo e continuo, c’è una buona coordinazione ed anche la partecipazione dei presenti è su livelli più che sufficienti. La squadra viene sostenuta in maniera esemplare, spesso i cori sono accompagnati dall’accensione di torce o fumogeni mentre alcune bandiere non smettono un secondo di sventolare. Buono perciò il colpo d’occhio, peccato per il numero di tifosi non certo trascendentale ma si può ben dire che gli assenti si sono persi una partita emozionante. Il Livorno infatti va sotto di un gol, trova il pareggio, va in superiorità numerica che addirittura viene amplificata da una seconda espulsione. Avanti di una rete e con due uomini in più si fa rimontare per ben due volte dagli avversari che conquistano un meritato ed insperato pareggio.

Al triplice fischio del direttore di gara, inevitabile la delusione dei giocatori in maglia amaranto contrapposta alla gioia degli avversari che giustamente festeggiano il pareggio conquistato. Il Livorno si presenta comunque sotto il settore e malgrado l’amarezza palpabile, gli ultras non mancano di incitare la squadra che rientra a testa bassa verso gli spogliatoi. Euforia ai massimi livelli in tribuna dove sono assiepati i tifosi biancorossi, tanti applausi verso i giocatori e qualche sberleffo più o meno colorito agli avversari. Bello vedere anche i bambini delle giovanili prendere letteralmente in giro ed offendere anche in modo pesante i giocatori amaranto, evidentemente il terzo tempo, il bon ton e la sportività coatta ed ipocrita non sono parte integrante del calcio campanilista. Con buona pace di chi vorrebbe snaturare oltremodo uno sport che vive di competitività, di un continuo confronto, di un duello non solo tra due squadre ma tra due città, due popoli. Ben venga qualche parola colorita, sfottere il rivale fa parte del gioco, accettarne le regole è sacrosanto.

Valerio Poli