Questo il comunicato della Curva Nord Bergamo, pubblicato ieri sera. Ne diamo lettura e cerchiamo, subito dopo, di capirne l’antefatto:

La Curva Nord, senza cadere in alcun tipo di polemica, appreso quanto accaduto allo spazio “orto sociale” si dispiace e tra pochi giorni darà la propria disponibilità a sistemare l’orto e chiarire l’accaduto.

Cogliamo l’occasione di ringraziare le migliaia di persone che hanno fatto vivere a Città Alta una giornata storica, con grande cuore ed immensa passione di chi ama la città e della squadra che la rappresenta. Una cartolina veramente suggestiva.
Grazie a tutti, compresi chi ha colto ancora l’occasione per insultarci su questo spiacevole ma rimediabile danno.

Come si potrebbe intuire con un po’ di arguzia, leggendo tra le righe e/o collegandole all’immagine correlata, la questione è nata a seguito dei festeggiamenti dopo l’ultima partita di questa esaltante stagione che ha regalato alla Dea la qualificazione in Europa. Tra le tante iniziative per celebrare questo storico traguardo, 26 anni dopo l’altrettanto storica semifinale in Coppa delle Coppe, c’è stata anche una infinita e bellissima torciata che ha ricalcato di fuoco il profilo della città alta, un simbolo di “bergamaschità” – se ci si concede il termine – già visto più volte in diverse coreografie della Nord.

In una messa in opera scenografica così imponente non poteva mancare qualche problema, ma sicuramente si poteva evitare più di qualche inutile e strumentale polemica atta solo a colpire e denigrare gli ultras. Attraverso lettere ai vari giornali cittadini, infatti, è partito il solito codazzo di accuse infamanti in quanto, a margine di quella torciata, alcuni candelotti sono stati fatti cadere in un orto sottostante. Un orto speciale, un orto sociale che coinvolge persone disabili in lavori di mantenimento dello stesso ai fini dell’inclusione e della realizzazione personale e lavorativa di queste persone.

Esemplare e doverosa la risposta della Nord: si faranno carico personalmente per porre rimedio ai danni prodotti e visto il bagaglio sterminato di solidarietà mostrata nel corso di questi anni, non li si può di certo accusare di farlo per opportunismo, per senso di colpa o per carità pelosa. Si potrebbero rispedire le accuse al mittente e mettere allo specchio gli stessi davanti alla loro ipocrisia, ma meglio spegnere le polemiche come hanno fatto con signorilità i ragazzi della Nord.