Rimbalza da Cosenza, attraverso il sito “Iacchite”, la notizia di otto pesanti daspo piovuti su altrettanti esponenti della Curva Sud Cosenza. Daspo – secondo la ricostruzione – spropositati rispetto agli accadimenti: una contestazione, per quanto vivace, ma puramente verbale nei confronti della società al termine della gara contro la Paganese. L’equivoco di fondo è proprio nell’uso deterrente che se ne fa del daspo, spesso brandito come arma contundente ed intimidatoria, affinché sia esempio e monito per tutti. Uso e abuso, tra l’altro, consentito dalla discrezionalità lasciata al cosiddetto “potere esecutivo” di sostituirsi al “potere giudiziario”: il daspo infatti è comminato dal questore e non da un giudice, con buona pace dei giustizialisti con la bava alla bocca che descrivono il mondo del tifo come impunito ed impunibile. Ad ogni modo, massima solidarietà a quanti sono stati colpiti da questi otto provvedimenti, la stessa solidarietà – messi da parte gli screzi passati – espressa anche dagli Ultras che a Cosenza occupano la Tribuna A:

In una giornata che sarebbe dovuta essere di festa per il ritorno in trasferta di una larga parte della Cosenza Ultrà, dopo 7 anni dalla introduzione della odiata Tessera del Tifoso, come Ultrà Cosenza Tribuna A dobbiamo, senza se e senza ma e nonostante le diversità e le incomprensioni, esprimere la nostra più totale ed incondizionata solidarietà per la nuova ondata di diffide che si è abbattuta sulla Curva Sud Cosenza, con motivazioni che esprimono bene la nuova stretta repressiva che ci aspetterà nei prossimi mesi e che dimostrano, se ancora ve ne fosse bisogno, quale siano i veri nemici del mondo ultrà.
Libertà per gli Ultras. NO DASPO, NO Art.9.