Partita inedita ma importante allo stadio Gavagnin-Nocin di Verona: a sfidare i padroni di casa della Virtus arriva la blasonata e finalmente ambiziosa Triestina.

I giuliani sono attualmente secondi e nella scalata alla Lega Pro inseguono il sorprendente Mestre, che è già in fuga con ben quattro punti di vantaggio e al momento non dà nessun segno di cedimento. Anzi, di recente il Mestre ha pure violato per 4-3 lo stadio Nereo Rocco.

I tifosi comunque ci credono e come sempre, che l’Unione sia in testa o in basso della classifica, sono pronti e carichi per l’incontro. Dopo i disordini di Tamai, e visto anche che si gioca tra una tifoseria dichiaratamente rossa ed una che non nasconde le proprie simpatie a destra ed è anche storica gemellata con i tifosi dell’Hellas, fuori dallo stadio noto che di polizia ce n’è, ed anche tanta.

Nessuno ha però voglia di provocare, così sia i virtussini che gli alabardati entrano allo stadio senza nemmeno badare uno all’altro. Agli ultras di Trieste si aggiungono una ventina di ultras veronesi, sponda Hellas, presenti con la pezza “Hell”, che non potevano certo mancare nel salutare i loro fratelli triestini.

Lo stadio, per quanto piccolo e “di quartiere” che sia, non è per nulla male, ed anzi crea la giusta atmosfera per fare tifo e per godersi la partita di calcio a ridosso dei giocatori. La tribuna da poco costruita è riservata di solito in parte ai tifosi ospiti, ma oggi i triestini sono di gran lunga più numerosi e si vedono sciarpe alabardate su quasi tutto il settore. Mancherebbe solo una curva per gli ospiti per abbellire ancora questo che è lo stadio della “terza” squadra di Verona, dell’altra Verona come viene definita per motivi politici.

Gli ultras della Virtus già da un anno sono divisi in due gruppi: ci sono i “Rude Firm 1921” e i “Lost Boys”. Motivi interni hanno portato a questa spaccatura, cose che succedono in moltissime curve italiane. Certo una curva unita farebbe sentire ancor di più il calore degli ultras virtussini e questo durante tutto l’incontro si nota. I rossoblu non sono in molti, sono pure divisi, ma oggi hanno organizzato insieme una coreografia per ricordare che già dieci anni sono passati vicino alla Virtus. Dieci anni ultras. Anche durante la partita i ragazzi hanno cantato insieme, ma più uniti potrebbero fare meglio e farsi sentire di più.

C’era da aspettarsi battibecchi tra le tifoserie, che sono diverse per tanti motivi, ma invece ha regnato l’indifferenza. Prima, durante e dopo la partita. Certo provocazioni ce ne sono state, con cori “rossi” e cori “neri” da una parte all’altra, ma tutto è finito lì, dove il coro è terminato.

Gli alabardati sono circa in 150, per storia ultras e per compattezza dominano in fatto di tifo: ad inizio gara bella la coreografia per festeggiare i 98 anni di storia della Triestina, con a lato lo striscione “Verso l’alba certa”. Poi tiferanno per 90 minuti alla ricerca della vittoria, ma oggi non c’è nulla da fare, la palla non vuole entrare… e la partita termina con uno 0-0 che non piace molto, ma battere la Virtus non è comunque una passeggiata. C’è anche un ricordo per Alan, un ragazzo della curva mancato un anno fa.

I triestini in serie D sono una tifoseria importante e guardata sempre a vista: anche nei campi di “periferia” c’è chi li osserva e per la Furlan è molto difficile accendere torce o fumogeni in trasferta. Daspo ne sono già arrivati, e purtroppo pure molto pesanti per chi detiene le redini della curva.

A fine gara entrambe le squadre ringraziano i propri sostenitori andando sotto i rispettivi settori. Bello lo striscione dei virtussini “Avanti la Virtus” accompagnato da cori a sostegno dei ragazzi in campo.

Marcello Casarotti.