Zurigo, quasi un anno fa. Solo pochi giorni dopo la sorprendente retrocessione (ad inizio stagione era partito per vincere il campionato…) il FC Zürich gioca la finale di Coppa nel proprio stadio. Per di più contro Lugano, la squadra che – a discapito degli ex campioni – aveva ottenuto la salvezza all’ultima giornata della Super League. Il FC Zürich vinse la coppa in un clima surreale: niente coreografia, niente festa, solo fumogeni neri e tanti petardi. In segno di scusa, a fine partita, due giocatori collocarono la coppa davanti la curva e si allontanarono…

Dopo qualche settimana di rabbia la “Zürcher Südkurve” prese la decisione di rinnovare il sostegno della squadra durante la nuova stagione di Challenge League (seconda divisione del calcio svizzero), comprese le partite di Europa League alla quale, come vincitori della coppa, hanno diritto di partecipare nonostante la retrocessione.

Finalmente, dopo una stagione in giro attraverso tanti piccoli stadi, con presenze sempre su grandi numeri, in casa e anche fuori, la squadra ha rimediato al suo errore raggiungendo immediatamente la promozione. Così mi ritrovo di nuovo allo stadio Letzigrund di Zurigo proprio in occasione per la festa della promozione, esattamente un anno dopo quel famoso finale di coppa, a cui oggi sarà contrapposta un’atmosfera ben diversa, una festa molto più viva e colorata.

Quando arrivo, dopo un viaggio di quasi 4 ore, ho abbastanza tempo per girare e curiosare fuori dallo stadio. Oggi la presenza della polizia e quasi nulla, niente “robocop” a far sfoggio di forza militare, tutto fila liscio. Dentro, quando raggiungo il mio posto in tribuna, la curva sta preparando una grande coreografia il cui tema centrale si riassume nello striscione: “È tornato il vostro incubo”; completato con bande colorate e un po’ di fumogeni dalla cui coltre, appare una mano come quelle che si possono vedere in un film horror…

Durante il primo tempo anche il tifo vocale è di grande qualità e il primo gol dà il la alla festa con torce e fumogeni. Dopo l’intervallo l’intensità del tifo cala un po’, come c’era da aspettarsi, anche perché la partita ha valore sportivo pressoché nullo per le due squadre, con la classifica di entrambe le compagini ormai consolidata.

Davanti la curva si nota anche un grande striscione in onore dell’addio del fisioterapista Burgermeister, che ha lavorato ininterrottamente per l’FCZ dal 1975 e che, con la partita di oggi, vede la fine della sua onorata carriera al servizio della squadra.

Durante gli ultimi 15 minuti la curva alza di nuovo la voce, con cori melodiosi che ho sempre amato ascoltare ogni qual volta assisto ad una partita a Zurigo. Altre torce per gli altri due gol e finalmente un grande applauso da tutto lo stadio a fine partita.

Per non dimenticare la tifoseria ospite: una ventina di tifosi con due piccoli striscioni, quasi 90 minuti con le mani in alto e sventolando una bandiera, ma per loro era davvero impossibile farsi sentire contro una delle più belle curve del panorama svizzero.

Dopo la partita, il trofeo della Challenge League viene mostrato al pubblico proprio dal menzionato fisioterapista: un grande gesto da parte della squadra. Di nuovo, come un anno fa, la squadra si presenta sotto la curva con la coppa, oggi senza fumo nero ma con tanti applausi per tutti e così finalmente il cerchio si è chiuso.

Quando riparto da Zurigo, le prime gocce di pioggia annunciano il temporale che per tutto il viaggio sarà mio compagno di viaggio, anche se a monopolizzare la mia attenzione e i miei ricordi saranno le belle scene di tifo viste sugli spalti quest’oggi.

Jürgen De Meester.