L’ultima serata della Festa della Dea, nel piazzale di OrioCenter, si è chiusa con il botto, quello tanto atteso del numero uno dei nerazzurri e quello inaspettato del più amato di sempre, lo svedese capitano dell’Atalanta targata Cesare Bortolotti. La dirigenza atalantina – rappresentata anche dall’ad Luca Percassi, dal dg Pierpaolo Marino, dal direttore tecnico Giovanni Sartori, dal ds Gabriele Zamagna e dal nuovo responsabile del settore giovanile Maurizio Costanzi – è arrivata su una carrozza ferroviaria tirata a lucido e colorata di nerazzurro con la scritta «Voglia d’Europa».

«Restiamo in serie A, quello è il nostro scudetto – ha detto Antonio Percassi -: i ragazzi sono consapevoli che quest’anno devono rifarsi e noi ci attrezzeremo al meglio per farlo. Per la ristrutturazione dello stadio uno dei passi sarà la Curva Nord nuova. La famiglia Atalanta ha deciso di aderire all’associazione dedicata a Yara, presente alla festa».

Glenn Stromberg è scoppiato in un lungo pianto fin dalla sua entrata nel piazzale di OrioCenter e poi sul palco ha ricordato nel silenzio del piazzale il suo presidente Cesare Bortolotti: «La gente mi vede nei negozi e mi ricorda gol dei quali mi sono dimenticato – ha affermato lo svedese -. Solo il fatto che la gente mi riempie di affetto a distanza di anni vale più di tutti i gol in carriera».