In una Domenica di “buco”, sul mio calendario dedicato alle trasferte e alla militanza, vengo incuriosito da una bella partita, una rivalità dall’antico sapore che potrei andare a vedere: chiedo ad un amico fidato se gli va di accompagnarmi e, trovando la sua approvazione, aggiungo ulteriore entusiasmo all’idea di poterla condividere insieme a lui.

Che la partita sia già di per sé importante, lo si vede in settimana, quando vengono appesi in città degli espliciti striscioni per invogliare la gente a partecipare al delicato match, sia per questioni di classifica, sia per le vecchie ruggini che dividono le due tifoserie, sin dagli anni ’90.

La Fidelis, per l’occasione, indice la “giornata biancazzura” e quindi gli abbonamenti non saranno validi: un’operazione che personalmente non gradisco più di tanto, posto poi che, in estate, numerosi tifosi hanno deciso di fidelizzarsi praticamente “a scatola chiusa” e, calcisticamente parlando, non sono stati propriamente ripagati ricevendo, in data odierna, un trattamento non certo di favore rispetto ad altri che quest’estate, tutta questa fiducia alla propria compagine non l’avevano data.

Arriviamo nella città federiciana con un’oretta di anticipo e ci accorgiamo subito dell’ingente servizio d’ordine allestito per l’occasione, dato che veniamo fermati due volte ai varchi della città, dai tutori della sicurezza cittadina, che si accertano della nostra città di provenienza, per evitare spiacevoli inconvenienti.

Superati questi “ostacoli”, parcheggiamo con facilità in una stradina limitrofa al “Degli Ulivi “, accingendoci a fare un giro attorno allo stadio: troviamo subito gli ultras andriesi assiepati nei pressi del loro bar ubicato alle spalle dei distinti, praticamente a ridosso del settore ospiti, in attesa dell’arrivo degli ultras siciliani.

Proviamo a fare un giro dall’altra parte della tribuna, per capire se ci sia una possibilità di passare per vedere qualcosa in più, ma vediamo altri blocchi di “blu” che vigilano e controllano la zona, affinché nessuno possa accedere nello spazio riservato agli ospiti. Decidiamo di ritornare di nuovo al bar, dove a dieci minuti dall’inizio del match sono ancora presenti gli ultras locali, che “temporeggiano” prima di entrare nell’impianto, nonostante i controlli non lascino molti spazi di manovra. Proprio nel momento in cui stiamo per entrare in tribuna, sentiamo l’esplosione di cinque/sei petardi unitamente al suono di sirene: è il segnale dell’arrivo degli ultras catanesi. Veniamo a sapere di movimenti all’esterno dello stadio, tanto che abbiamo notizia, purtroppo successivamente confermata, dell’arresto di 3 ultras locali. A riprova della militarizzazione della zona, scorgiamo anche la presenza di un elicottero che, dall’alto, controlla la situazione.

All’interno dello stadio, tutto sembra essere tranquillo: il settore popolare locale è quasi esaurito e accoglie con una bordata di fischi l’ingresso degli ospiti. Anche dalla tribuna laterale, da cui seguiremo il match, partono insulti verso la tifoseria siciliana.

Purtroppo la partita è aperta solo ai possessori di tessera e, quindi, a presenziare sarà solo la Sud di Catania: davvero un peccato posto che, per una partita accesa come questa, sarebbe stato bello vedere entrambe le curve del “Liotru” all’opera.

I catanesi sono circa una cinquantina e, dopo essersi compattati e aver appeso le consuete pezze, non aspettano nemmeno la conclusione del minuto di silenzio (in ricordo di Azeglio Vicini) per far capire le loro intenzioni ed insultare gli ultras andriesi, che ovviamente risponderanno a tono. Il tifo, durante i 90 minuti, risulterà, invero, discontinuo e spesso condito da numerose pause; da segnalare l’esposizione, all’inizio del secondo tempo, di uno striscione per la Santa Patrona della loro città (Sant’Agata), la cui festa ricadrà proprio nel giorno successivo a questo incontro (dopo averlo esposto, lo appenderanno in balaustra, tenendolo in vista fino alla fine del match).

Durante tutta la partita, si beccheranno continuamente con gli ultras locali, facendosi sentire soprattutto dopo le due reti messe a segno, galvanizzati dal vantaggio in campo, ma tutto sommato, ritengo la loro prestazione “canora” insufficiente, anche considerando la fama che li contraddistingue.

Gli ultras di casa partono molto bene: il loro tifo, nei minuti iniziali, è su buoni livelli e calerà solo a fine primo tempo. Il loro apporto, soprattutto nel secondo tempo, e col doppio svantaggio, non cesserà mai, raggiungendo dei picchi davvero interessanti. C’è da dire che la loro performance, a livello di tifo, mi è piaciuta parecchio poiché, al di là del risultato, spesso hanno tenuto alti i cori che sovente sono diventati veri e propri boati, riuscendo a coinvolgere l’intera curva, anche con bei battimani. Anche la tribuna è risultata molto calda, partecipando spesso al tifo della curva, riservando sfottò alla vicina panchina ospite, in particolar modo al suo allenatore, Cristiano Lucarelli.

La partita, a tratti molto noiosa, se l’aggiudica il Catania, che porta a casa 3 punti importantissimi. A fine partita entrambe le curve omaggeranno i loro giocatori. All’uscita, altre camionette controlleranno il regolare deflusso degli spettatori, e non ci sarà nulla da segnalare, a causa dell’ingente spiegamento di f.d.o. in tutte le vie limitrofe.

Unico cruccio di giornata è non poter immortalare bene le pezze di entrambi i settori, in quanto ci è negato l’accesso al campo, ma abbiamo per lo meno l’occasione di fotografare i nuovi murales all’interno della Nord, in cui ogni gruppo ha una torretta a disposizione, da marcare con i propri simboli di appartenenza. Torniamo a casa soddisfatti, dopo una bella giornata passata ad assaporare l’interessantissimo approccio ultras di queste due tifoserie, divise da una rivalità dall’antico sapore, quello degli indimenticati anni ’90.

Testo di Rocco Denicolò.
Foto di Gianluca De Cesare e Vincenzo Fasanella.