Fondi, incastonata tra i Monti Lepini e il Mar Tirreno, è uno dei centri più grandi e importanti, sia a livello storico, sia a livello economico, del Basso Lazio. Ci arrivi col treno, con la linea direttissima che congiunge Roma a Napoli. Se ne potrebbero raccontare tante di storie, passando per questo lembo di terra. Dai canali che drenano le acque dell’Agro Pontino, alle montagne che ancora conservano quel fascino misterioso così oscuro a chi, qualche chilometro più a nord, annaspa nella città più grande e caotica d’Italia.

Ma Fondi è anche sport. Calcio. Passione. Tradizione. Nel 1922 per la prima volta una sfera di cuoio è rotolata in città, tracciando un solco lungo e importante per tutti gli sportivi locali. Cosa è il Fondi Calcio? Un’istituzione, ben più che una società (ai radical chic della nostra era piace usare il termine “Mas que un club”, a noi piace rimanere nel nostro, raccontando storie che esistono da decenni, ben prima che un plasma ci proiettasse le maglie artefatte del Barcelona). E il Fondi ha i suoi seguaci, la sua anima.

Gli Old Fans. Chi sono? Mas que un gruppo, potremmo sintetizzare con ironia. Ma questa ironia deve essere contestualizzata. Li incontri lì, in pieno centro. Con la faccia mista tra la felicità e l’orgoglio di realizzare un evento importante e la malinconica coscienza di star vivendo una delle pagine più tristi, lugubri e avvilenti della loro storia. Calcistica, non di gruppo. Sì perché il calcio a Fondi da un paio d’anni è intenzionato a laurearsi. Per via telematica, sia chiaro. E ciò ha esportato in zona un batterio insidioso. Lo chiamano calcio moderno. Chiamatelo come volete. Di certo apporre il nome di un’università di fronte a quello di un sodalizio quasi centenario è una bestemmia, oltre che uno sgarbo bello e buono. Questioni di lana caprina. Può darsi, ma se il calcio è lo specchio della vita, bisogna pur vivere qualche ora di romanticismo, nei pochi anfratti che ci restano. E allora perché sputare pure su quelli o accettare che l’amore per cui si è vissuto, cantato, macinato chilometri e passato nottati insonni venga defraudato della propria verginità a uso e consumo di un modus operandi commerciale quanto meno discutibile?

No. Gli Old Fans non ci sono stati. Tanti altri fondani non ci sono stati. E hanno abbandonato. Ma non hanno abbandonato la squadra, perché quella semplicemente non c’era più. I ragazzi con le sciarpe rossoblu sono sempre al loro posto, e hanno deciso di rendere giustizia alla città calcistica. Con iniziative. L’ultima, forse la più bella, è quella di raccontare la favola del Fondi che ha saputo scalare le vette del professionismo, in un libro (http://www.sportpeople.net/87370-2/). Dalla traversa di Morelli in quel lontano Fondi-La Rustica del 2007, con la relativa permanenza in Eccellenza, alla Serie C. Alle trasferte in giro per lo Stivale, malgrado i risultati e la tessera del tifoso, che ha tenuto fuori dagli stadi i ragazzi.

Domenica 19 giugno. È arrivato il giorno della presentazione. Il Castello Caetani ha aperto i suoi battenti e ha ospitato ben duecento persone. Un numero sintomatico. Appassionati, ex calciatori, allenatori e dirigenti del Fondi. Ma anche curiosi. Perché al giorno d’oggi scrivere un libro è di suo un’impresa, farlo andando a trovare i racconti e dati precisi lo è ancor più. “Ci sono tante nuove leve e vecchie facce di curva a dimostrazione che, pur essendo senza squadra da novembre 2014, siamo vivi più che mai. Coerenti più che mai. Convinti e fieri delle nostre scelte. Non un passo indietro”. Così commentano la giornata i ragazzi degli Old Fans. Dopo aver premiato tanti degli eroi di questi due lustri. Una porta con una palla attaccata sulla traversa. Il ricordo di quel giorno d’estate materializzato in un premio, fiero e originale. Che persino il protagonista di quella vicenda accoglie con giubilo. Dopo aver invitato tutti i presenti ad alzare le mani, per scandire il nome della squadra. Per rispolverare quel senso d’identità mai sopito. Prima di uscire fuori e dar luce alle torce e a uno striscione confezionato per l’occasione: “Insieme abbiamo scritto la storia, ora ridateci il Fondi Calcio”.

E ci sono ragazze, ragazzi. Signore e signori. E stanno là, a guardare lo spettacolo. Perché da queste parti il tifo organizzato è una risorsa. In grado di mantenere viva la fiammella della storia e di ricordare a tutti che finché il “loro” Fondi non tornerà a calcare i campi, potranno arrivare successi, nobili categorie e promozioni di fila, ma da festeggiare ci sarà ben poco. Da Gaeta a Fontana Liri, da Salerno a Trapani, c’è chi ha visto quelle maglie da un settore ospiti o su una collinetta. O addirittura le ha immaginate dal muro di recinzione. Nulla è cambiato, si attende solo di poter ricominciare a dar fiato alle proprie voci. Perché il “Purificato” torni la casa di tutti i fondani. E perché da questo libro, da queste parole, da queste storie i fondani stessi traggano spunti per riflettere e capire che nessuna protesta è figlia di un vezzo o di un capriccio. L’immagine è quella propositiva. E in un mondo dove si fa sempre tutto “contro”, trovare chi agisce “per” è un vero e proprio dono del destino. Perché “per” Fondi loro combattono e con Fondi nel cuore compieranno ogni azione. Su questo ne possiamo star certi.

Simone Meloni.