Forlì e Rimini, per essere una semplice partita di Serie D, vede uno schieramento di forze dell’ordine sicuramente importante, con diverse camionette blindate a presidio del parcheggio ospiti e tutte le vie adiacenti chiuse, con divieto di transito alla fine dell’incontro.

Per l’occasione i locali hanno indetto la “Giornata biancorossa”, non sono cioè validi abbonamenti e ingressi di favore, perciò già un paio di ore prima della partita c’è una fila abbastanza lunga all’unico botteghino aperto: verranno complessivamente staccati circa 2.000 biglietti, compresi quelli riservati agli ospiti.

Prima del mach viene osservato un minuto di silenzio in ricordo di Federico Perugini, giocatore delle giovanili del Forlì recentemente scomparso in un incidente motociclistico. I tifosi di casa ricordano il ragazzo con lo striscione “FEDERICO CON NOI” mentre, nello stesso momento, arriva la parte più calda del tifo riminese che, ignara del minuto di silenzio, si lancia subito in cori offensivi verso la controparte che indispettita da questa tempistica, risponde subito per le rime.

A Forlì, di fatto non esistono le curve, ma solamente una tribuna ed una gradinata, quest’ultima divisa in due da uno spazio-cuscinetto delimitato da un paio di transenne. Nel settore di casa, oltre ovviamente ai ragazzi di Forlì, sono presenti anche alcuni tifosi del Gubbio con la pezza “Supporters”. Circa 300 tifosi sparsi un po’ ovunque, mentre circa 150 tifosi più compatti cantano coordinati da un lanciacori e ritmati da un tamburo, esprimendo un tifo vocale di buon livello in cui prevalgono i cori offensivi verso gli ospiti.

Da Rimini presenti invece poco più di 250 tifosi i cui biglietti, per ragioni di sicurezza addotte dalle autorità competenti, sono stati venduti esclusivamente in prevendita e previa presentazione del documento d’identità. Arrivati, come detto, poco dopo l’inizio della partita, annunciatisi con l’accensione di un fumogeno, riescono a varcare le porte del settore solo dopo un accurato controllo delle forze dell’ordine. Anche il tifo riminese, come quello di casa, si può senza dubbio considerare buono e anche nel loro caso i picchi massimi vengono raggiunti soprattutto in occasione dei cori offensivi, mentre l’accensione di un paio di torce ed una sciarpata nel finale di partita restituiscono maggiore impatto al loro colpo d’occhio cromatico.

Testo di Luigi Bisio.
Foto di Luigi Bisio e Gilberto Poggi.

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